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Smart working, covid, lavoro ibrido. Gli spazi lavorativi (e le case) si rinnovano

di Giulia del Cappellano, digital consultant |

Un tempo la casa era il nostro rifugio, un luogo intimo in cui rilassarsi una volta terminata la giornata lavorativa. L’arrivo della pandemia da Covid-19 e soprattutto il lockdown hanno alterato la nostra quotidianità portandoci a fare i conti con una realtà molto diversa da quella a cui eravamo abituati.

“Le case sono fatte per viverci, non per essere guardate”, disse Francis Bacon.

Un tempo la casa era il nostro rifugio, un luogo intimo in cui rilassarsi una volta terminata la giornata lavorativa. L’arrivo della pandemia da Covid-19 e soprattutto il lockdown hanno alterato la nostra quotidianità portandoci a fare i conti con una realtà molto diversa da quella a cui eravamo abituati.

Abbiamo maturato nuove consapevolezze e imparato a guardare tutto con occhi diversi rivedendo le priorità ma anche gli spazi. L’ambiente domestico non è più inteso solamente come una dimensione privata, è diventato un luogo da riconfigurare in virtù delle nuove esigenze. Flessibilità e multifunzionalità sono decisamente le parole chiave che caratterizzano il vivere moderno. L’arredamento d’interni può fare la differenza: lo sanno bene i professionisti del settore che, al fine di poter rispondere ai nuovi bisogni, hanno studiato soluzioni ad hoc per personalizzare ogni abitazione e renderla un posto confortevole in cui passare del tempo di qualità all’insegna del benessere.

I dati ISTAT dicono che nel 2021 i fabbricati di nuova costruzione sono stati 45.171 (erano 278.466 nel 2005). Dicono anche, che tra il 2020 e il 2021 c’è stato un +33% di italiani che ha voluto comprare casa, per sostituire quella in cui vive, mentre è in calo l’acquisto della prima casa.

Negli ultimi mesi sono stati pubblicati molti articoli sulle nuove tendenze abitative. Analizziamo le piantine di tre case (1970 – 2000 – 2022) per capire come sono cambiati gli spazi e le necessità nel tempo.

1970: Tanti mq, tre camere da letto, un solo bagno, gli ambienti di cucina e sala ben distanziati tra loro e la zona ripostiglio.

1980: cucina e soggiorno si avvicinano sempre più in ambienti senza soluzione di continuità, innovativi per l’epoca. Una novità che diviene prassi nelle case del XX secolo.

2000: trent’anni dopo si vive in spazi ridimensionati. Mq ridotti, doppi servizi, due camere da letto, soggiorno con cucina a vista. Sono gli anni del fare. La casa è percepita come rifugio di fine giornata.

Nelle nuove costruzioni spariscono gli amati soggiorni doppi, quelli dove trovavano posto sia la zona divano che quella pranzo, sostituiti dalle più inclusive cucine a vista. Si mettono al mondo per lo più figli unici e le camere sono una media di due. La zona dell’adorato ripostiglio viene sempre di più eliminata, per far spazio al secondo bagno.

E dal 2000 al 2022 siamo cambiati ancora.

Soggiorno con cucina a vista, doppi servizi e due camere da letto sono ancora la regola, ma fanno il loro ingresso in scena due elementi che l’esperienza pandemica ha reso fondamentali: una stanza per lavorare in smart working e un giardino o un terrazzo abitabile.

E nel futuro?

Le case del futuro, in realtà, sono già qui. Forse sono proprio quelle degli anni ’70 che cambieranno pelle. È il patrimonio edilizio che si riqualifica grazie agli incentivi fiscali.
Le case del futuro per quanto riguarda i materiali, la tendenza è chiara: si parla di ritorno alla natura. I neuroscienziati sostengono che toccare un materiale di origine naturale come il legno è rilassante e rassicurante. Al contrario, un materiale di nuova concezione genera allarme. In ogni caso bisogna assaporare il passato, ascoltare il presente e guardare al futuro.

Abitare e mobilità saranno collegati in modo crescente nella casa del futuro. Osserveremo sempre di più una certa liquidità del vivere, dunque l’innovazione si svilupperà quando gli architetti collaboreranno con gli attori della mobilità del futuro.

In una società sempre più social e meno sociale anche il concetto di aggregazione cambia volto. Probabilmente tenderà a riunire le persone a casa solo in poche occasioni e per rapporti sempre più selezionati. Inoltre, lo spazio sarà un lusso per pochi e la flessibilità nella progettazione diventerà un cardine. La casa del futuro avrà quindi spazi ibridi caratterizzati da temporaneità e flessibilità funzionale.

Le case saranno più tecnologiche, autosufficienti, più sostenibili: la casa del futuro è più ecologica possibile. Risparmio energetico, efficienza termica, rispetto per l’ambiente, sono le parole chiave. L’attenzione al contesto nel quale si costruisce, alla sua storia, alle sue caratteristiche (Genius loci) diventa cruciale. Ciò si traduce nel rispetto del principio dei tre zeri: zero chilometri, zero CO2, zero rifiuti.

Alla luce di questi cambiamenti, anche l’architetto non viene più cercato tra amici e parenti. Ora si cerca il professionista su internet, dove si può vedere quello che ha già realizzato, che in fondo è l’unica cosa che conta.

E non è la paura di nuove pandemie il motivo alla base di queste esigenze, ma la riscoperta della casa come luogo che ci completa, il cui compito è trasmettere benessere psicofisico, estetica, voglia di affetti, funzionalità e comodità.

Last but not least, bisogna tenere conto dell’ergonomia, aspetto fondamentale per un raggiungimento benessere psicofisico completo.

Una ricerca pubblicata su Independent dimostra che su un campione di 2.000 persone di età compresa tra i 25 ed i 44 anni, il 36% ha avuto dei dolori acuti o la riacutizzazione dei sintomi legati alla schiena: 34% mal di testa, 26% dolori al collo o alle articolazioni e le tensioni muscolari negli ultimi 6 mesi.

Il mal di schiena, uno dei problemi più diffusi che affliggono milioni di britannici, come d’altronde anche gli italiani, è aumentato a causa delle cattive abitudini posturali e della scorretta configurazione della postazione lavorativa.

Interessante è sapere che la ricerca viene commissionata da Nurofen, uno dei farmaci Fans più usati per i dolori. Antinfiammatori che se presi occasionalmente possono incidere favorevolmente sul dolore, ma se il dolore si protrae, non possiamo abusare con i Fans in quanto un uso prolungato o abuso di essi, induce alla perdita di udito, causa gastriti, ulcere gastriche, ecc.

Le abitudini posturali e l’impostazione corretta della postazione lavorativa possono essere cambiati acquisendo la consapevolezza su cosa rappresenta la postura corretta.

Le nuove abitudini positive e salutari si possono acquisire applicando piccole azioni costanti in base al principio dell’abitudine (B. J. Fogg) non solo per eliminare il dolore, ma anche per creare una routine salutare necessaria per vivere bene.

Se desideri trasformare il tuo lavoro o impararne uno nuovo per potervi vivere la casa anche come luogo di lavoro, creando contenuti, vendendo i tuoi prodotti o i tuoi servizi, ci sono numerosi master come quelli offerti da Digital Coach, che permettono di comprendere in profondità le dinamiche dell’ Home Working e dello Smart Working e il funzionamento di strumenti e piattaforme in costante evoluzione.