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Smart Traffic Light, in Italia il primo test mai realizzato sull’app che parla ai semafori

Se c’è una cosa che tutto il genere umano non sopporta è il traffico. Il tempo è la nostra risorsa più preziosa e ci viene letteralmente rubato dalle code interminabili che dobbiamo affrontare tutti i giorni. Un problema che, oltre ad essere correlato con il nostro livello di stress, è anche determinante per la situazione sanitaria ed ecologica mondiale.

Una possibile soluzione è stata da poco sperimentata (per la prima volta a livello mondiale) dall’Università della Calabria (UNICAL) in collaborazione con SOMOS S.r.l, un’innovativa Start Up specializzata in mobilità intelligente che opera anche a Brescia.

L’idea è molto semplice, per quanto innovativa. Il progetto, denominato Smart Traffic Light, consiste nell’implementare un impianto semaforico con un sistema di rilevamento del segnale GPS dell’utente. In questo modo il semaforo ha la possibilità di regolarsi in autonomia, concedendo il verde all’avvicinarsi dell’automobile. Il tutto funziona grazie ad un’app installata sullo smartphone del guidatore che rimane in funzione in background (quindi a telefono bloccato). In mancanza del segnale GPS, questa può comunicare con il semaforo anche tramite Wi-Fi, anche se con l’avvento del 5G la tecnologia permetterà una passaggio dei dati quasi immediato e sempre disponibile.

Il sito sperimentale è stato allestito all’interno del Polo Universitario di Arcavacata. Durante l’esperimento tutti i soggetti hanno sempre trovato luce verde agli incroci. Una post-analisi delle traiettorie ha dimostrato che in media ogni guidatore ha raddoppiato lo spazio percorso nello stesso tempo. I flussi di traffico all’incrocio sono aumentati di oltre il 100% e i tempi di viaggio ridotti di oltre il 70%. Infine le velocità medie sono aumentate di oltre il 200%, ovviamente sempre nei limiti di legge.

Inoltre, dalla sperimentazione è apparso evidente che se anche solo una minima parte dei guidatori utilizzasse l’app, i vantaggi si ripercuoterebbero su tutta la comunità.

L’applicazione dell’Internet of Things agli impianti di mobilità è un vantaggio sia per l’amministrazione pubblica, che va a risparmiare i costi di gestione del sistema (basata ormai su tecnologie obsolete e costose), sia per il cittadino, che diventa così soggetto attivo nel paesaggio urbano.

Questo sistema potrebbe diventare, quindi, una soluzione valida ed economica per numerose città, grandi e piccole che siano. Ovviamente la strada per vedere applicata questa tecnologia è ancora lunga, anche se probabilmente la meta non è così distante come si potrebbe pensare.

Photo by Carlos Alberto Gómez Iñiguez on Unsplash

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