Il convegno

Smart road e veicoli connessi: dall’Ue risorse all’Italia per 6,5 miliardi

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Il Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti sta considerando di vincolare l’erogazione dei finanziamenti europei all’adozione, da parte dei gestori dell’infrastruttura, di standard tecnologici minimi. Al 2018 il valore del mercato globale dei veicoli connessi sarà di 40 miliardi di euro

Si è tenuto oggi al Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti l’evento “Smart Road, veicoli connessi e mobilità del futuro”, evento dedicato alla digital transformation delle infrastrutture di trasporto. Aperto dal Ministro Graziano Delrio e introdotto da Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione, l’appuntamento ha permesso di focalizzare l’attenzione su tecnologie e servizi della smart mobility e dei sistemi per i trasporti intelligenti (ITS).

Automobili e altri veicoli connessi in rete, mezzi a guida automatica, servizi on demand, applicazioni mobili, hardware infrastrutturale, sono tante le novità di cui possiamo già disporre da subito. “La digitalizzazione rappresenta vantaggi in primo luogo per il monitoraggio e la sicurezza delle opere e per la sicurezza delle persone. Stiamo passando quindi da infrastutture che sono solo materiali a opere che si mettono in dialogo con gli utenti, attraverso strumenti che possono facilmente essere introdotti nei lavori di manutenzione o di realizzazione”, ha spiegato Delrio.

Sono più di 43 milioni gli autoveicoli circolanti in Italia a gennaio 2016. Le analisi a livello mondiale ci dicono che il parco mezzi è destinato ad aumentare nei prossimi anni e al 2018 il valore del mercato globale dei veicoli connessi (connected cars) sarà di 40 miliardi di euro, sempre restando fermo l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 20% al 2020.

Ne deriva l’esigenza di valorizzare il patrimonio infrastrutturale esistente, attraverso l’adeguamento tecnologico. A riguardo la Commissione europea ha stanziato circa 30 miliardi di euro fino al 2020, di cui 6,5 miliardi per l’Italia, e il Mit sta considerando di vincolare l’erogazione dei finanziamenti all’adozione, da parte dei gestori dell’infrastruttura, di standard tecnologici minimi.

Il documento presentato alla discussione è il primo step di questo processo innovativo e inquadra le smart road come insieme di infrastrutture stradali ad alto contenuto tecnologico che integrano l’innovazione e l’inclusione negli strumenti tradizionali, con l’obiettivo della massima sostenibilità e di una migliore qualità del servizio.

Le tecnologie smart city e smart mobility, inoltre, sono utili in tutte le fasi di vita dell’infrastruttura e dell’esperienza di guida: dai sistemi di infomobilità ai sensori e sistemi di rilievo dello stato delle infrastrutture (ponti, viadotti e gallerie), alle tecnologie di connessione veicolo-infrastruttura (M2M, Internet of Things) in vista della guida automatica.

I nuovi strumenti permettono di migliorare l’analisi dei fabbisogni e la valutazione delle opere, rendere più efficaci la pianificazione e la programmazione sia degli interventi di manutenzione che degli investimenti in infrastrutture avanzate, garantendo, a costì più bassi, realizzazioni di maggiore qualità, e quindi più durevoli, più sostenibili e più sicure per gli utenti.

La tecnologia aumenta inoltre la possibilità di definire le politiche di trasporto e la gestione dei flussi di traffico. In questo scenario “mobility as a service”, l’automobile sarà solamente un mezzo all’interno delle flotte degli operatori di servizi di mobilità per soddisfare le richieste degli abbonati, attraverso un’offerta di trasporto integrata e pienamente co-modale; i viaggi urbani ed interurbani avverranno in buona parte su veicoli non di proprietà e cresceranno le auto in sharing, mentre sarà meno importante la proprietà individuale.