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Smart mobility. Riccardo Nencini (Mit), adottare protocolli IoT ed evitare disoccupazione tecnologica

Ieri a Roma è stato il Digital Day 207, manifestazione organizzata dalla Commissione europea e dal Governo italiano per celebrare i 60 anni dalla firma storica dei trattati di Roma. Diversi i temi e i tavoli previsti dall’agenda dei lavori, tra cui quello dedicato alla mobilità connessa e automatizzata.

Sulla connected mobility è stata firmata da 17 Ministri europei una lettera di intenti (testo integrale) finalizzata a favorire l’istituzione di un quadro giuridico dedicato all’esecuzione di prove transfrontaliere tramite “veicoli automatizzati e connessi in rete” sulla base di norme armonizzate dedicate all’accesso ai dati, alla responsabilità, alla sicurezza e quindi alla connettività.

In rappresentanza del nostro Paese ha partecipato al tavolo il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini. Il documento in questione è uno dei primi che vede l’accordo di un gran numero di Stati membri dell’Unione europea e ha lo scopo principale di promuovere cooperazione transfrontaliera nella smart mobility.

La mobilità si sta evolvendo rapidamente verso “tecnologie di guida avanzata” e di “connessione verso l’ambiente esterno”, ha spiegato Nencini, con il risultato di trasformare il veicolo “da mezzo di trasporto ad un ambiente ove svolgere anche attività diverse dalla guida”.

Su tale ambito è fondamentale cooperare a livello europeo ed internazionale per favorire lo sviluppo e l’introduzione sul mercato di veicoli con livelli di automazione e connettività progressivamente crescenti sino a giungere – a lungo termine – alla possibile introduzione di veicoli completamente autonomi”, ha affermato il viceministro.

Credo si tratti di una grande opportunità che concorrerà a conseguire l’obiettivo primario di ridurre il numero di incidenti stradali, il traffico e le emissioni inquinanti”.

Alla lettera di intenti, però, deve seguire velocemente “una revisione dei codici della strada nazionali e se del caso delle Convenzioni internazionali sulla circolazione e stabilire i principi di responsabilità che si applicheranno in caso di incidente”, ha sottolineato Nencini.

Inoltre, a lungo termine, forse dovremmo pensare anche a predisporre piani sociali che si occuperanno della gestione della riduzione dei posti di lavoro nei settori che saranno interessati dall’impiego di veicoli completamente autonomi e quindi privi di conducente”.

Tuttavia – ha commentato infine il viceministro  – la rapida evoluzione tecnologica richiede in tale ambito anche l’effettuazione di sperimentazioni su strada ed al riguardo accogliamo favorevolmente la proposta di sottoscrivere una lettera di intenti con la quale ci impegniamo – in particolare sui corridoi transfrontalieri,  ma anche su quelli nazionali – ad adottare protocolli di comunicazione tra veicoli e tra veicoli ed infrastruttura  che siano interoperabili ed evitino così la formazione di un mercato frammentato di tali prodotti. Solo lavorando su tecnologie condivise a livello UE si potrà beneficiare della guida automatizzata e connessa senza soluzione di continuità”.

Ventinove paesi si impegneranno per la mobilità cooperativa, connessa e automatizzata, che è possibile grazie a tecnologie e politiche digitali essenziali, quali: 5G, intelligenza artificiale, megadati, azzeramento dei costi di roaming, standardizzazione, Internet delle cose, copertura di rete.

Si tratta di Malta, Estonia, Bulgaria, Austria, Romania, Finlandia, Croazia, Germania, Portogallo, Slovenia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia, Spania, Belgio, Ungheria, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Lituania, Grecia, Italia, Latvia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovacchia, Norvegia e Svizzera, che ieri hanno firmato una lettera di intenti per intensificare la cooperazione sui sistemi a guida autonoma.

La Commissione auspica che questo possa agevolare l’introduzione di reti mobili di nuova generazione, il cosiddetto 5G, al fine di avere entro il 2025 una copertura ininterrotta in tutte le aree urbane, le strade principali e le ferrovie d’Europa.

Creare progetti pilota transfrontalieri e affrontare insieme la questione di trasmissione dei dati e della responsabilità, darà alle industrie europee di automobile, tecnologia e telecomunicazioni il vantaggio di un mercato armonizzato e unificato di 500 milioni di consumatori.

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