I dati

Smart mobility, l’Italia della mobilità sostenibile nel Rapporto Isfort 2017

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Vince ancora l’auto privata. I mezzi di trasporto più ecologici (piedi, bici, trasporto pubblico) perdono oltre sei punti di quota modale tra il 2002 e il 2016 (dal 37,2% al 31,1%). Crescono le potenzialità della mobilità condivisa.

L’automobile tende a monopolizzare le scelte dei mezzi di trasporto degli italiani. Considerando i soli spostamenti motorizzati, oltre l’80% sono effettuati con le «quattro ruote», mentre l’insieme di tutti i mezzi collettivi aggrega una quota modale non superiore al 12-13%.

Quanto alla mobilità ecologica, ovvero gli spostamenti a piedi o in bicicletta, lo share si attesta attorno al 20% in diminuzione nel lungo periodo (anche per l’impatto dei processi di dispersione urbana e del conseguente allungamento dei viaggi dei pendolari).

Questi i primi risultati del 14° Rapporto sulla mobilità in Italia di Isfort, con la collaborazione di Asstra e Anav. Presentato ieri alla Sala del Mappamondo alla Camera dei Deputati, il documento si basa sui dati dell’Osservatorio “Audimob”, che suggeriscono di prestare maggiore attenzione a fenomeni come la continua crescita della domanda: negli ultimi 15 anni, la domanda complessiva di mobilità, in Italia, si è contratta del 15,2% e anche il numero dei passeggeri-chilometro totali è diminuito (rispetto al 2008) del 23,9% (da 1.561 a 1.188 milioni di pass.-km nel 2016).

L’Osservatorio stima che nel giorno medio feriale la popolazione italiana effettui complessivamente poco più di 100 milioni di spostamenti e percorra circa 1,2-1,4 miliardi di km.

Nel 2016 abbiamo dedicato 40 milioni di ore al giorno per gli spostamenti.

Lavoro e studio rappresentano poco più di un terzo delle ragioni di mobilità degli italiani. I pesi maggiori degli spostamenti sono relativi al tempo libero (34,8% nel 2016, in leggero calo dall’inizio della crisi) e alla gestione familiare (28,5% anch’esso in diminuzione). Da sottolineare la significativa contrazione della domanda dal 2008: quasi 10 milioni di spostamenti in meno al giorno, di cui 2,7 per lavoro/studio.

Green mobility

Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, nonostante il significativo miglioramento registrato nel 2016, i mezzi di trasporto più ecologici (piedi, bici, trasporto pubblico) perdono oltre sei punti di quota modale tra il 2002 e il 2016 (dal 37,2% al 31,1%). Cosa che conferma la passione degli italiani per l’automobile. Il mercato delle vendite di auto è risultato in significativa crescita nel 2016, raggiungendo quasi il numero di 38 milioni di veicoli con un tasso di motorizzazione pari a 62,4 ogni 100 abitanti.

Nel 2016 è ripreso un trend positivo dell’intermodalità che porta la quota di viaggi effettuati con combinazione di mezzi ad un valore più che doppio (dal 2,3% del 2004 al 5,4% del 2016). Il trasporto multimodale è più alto nella mobilità extracomunale e nelle aree urbane medie e grandi.

Sharing mobility

Passando alla mobilità condivisa, i dati dell’Osservatorio Nazionale evidenziano il recente forte sviluppo del car sharing in Italia, in particolare sotto la spinta dell’introduzione dei modelli “a flusso libero” in alcune grandi città.  I numeri complessivi del car sharing in Italia (a fine 2015): 5.400 veicoli, 700.000 iscritti, 6.500.000 noleggi all’anno, 50.000.000 chilometri percorsi all’anno.

I servizi a flusso libero incidono per l’84% dei veicoli, il 91% dei noleggi e il 97% dei km percorsi. Il car sharing resta tuttavia ancora un mercato di nicchia, seppure ad altissima potenzialità: partendo dalle stime Audimob sui volumi giornalieri degli spostamenti in Italia, i viaggi in car sharing equivalgono come numero allo 0,2% di quelli del trasporto collettivo e allo 0,03% di quelli dell’auto.

Quanto infine al bike sharing, questo servizio è presente (2015) in più di 184 città italiane, piccole, medie e grandi con un parco di oltre 13.000 bici e più di 200.000 iscritti, con Milano e Torino nelle prime posizioni. In rapporto al numero di abitanti il numero di bici in condivisione a Milano (35 ogni 10.000) e Torino (14) è inferiore a Parigi (89), ma superiore a Londra (12), Berlino (6) e Madrid (5).