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Smart manufacturing, crescono dell’86% in Italia gli ordini di macchine 4.0 nel 2017

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Nell’ultimo trimestre del 2017 si sono registrati aumenti negli ordini di macchine per la manifattura 4.0. Secondo i nuovi dati dell’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e di prodotti a questi ausiliari (Ucimu), si è avuto un aumento del 21,5% sull’anno passato.

Sul fronte interno, si legge nel Report dell’associazione, i costruttori italiani di macchine utensili hanno registrato un incremento della raccolta ordini dell’86,2% rispetto al quarto trimestre del 2016, mentre gli ordini dall’estero sono anch’essi cresciuti del 6,2%.

I dati degli ordini del 2017 dimostrano la validità delle misure del piano Industria 4.0. Super e iperammortamento, nuova Legge Sabatini e detrazione fiscale per spese in Ricerca e Sviluppo hanno spinto gli investimenti in Italia. Ora occorre forzare la formazione 4.0, indispensabile per guidare l’innovazione delle nostre fabbriche”, ha affermato il presidente Ucimu, Massimo Carboniero.

L’industria italiana della macchina utensile, dell’automazione e della robotica ha chiuso il 2017 con esportazioni per un valore di 3,4 miliardi di euro (3,2 miliardi nel 2016) e le consegne sul mercato interno per 2,7 miliardi di euro (2,3 miliardi nel 2016). Entrambi i settori sono stimati ancora in aumento nel 2018, rispettivamente a 3,6 miliardi (+4,7%) e 2,9 miliardi di euro (+8,2%).

Sui dati diffusi oggi dall’Ucimu, il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha espresso in una nota soddisfazione e fiducia nella strategia 4.0 del Paese: “un ottimo risultato, perché significa non soltanto un aumento degli investimenti delle imprese e della domanda interna, ma rappresenta il segnale di nuovo percorso intrapreso dell’industria italiana sempre più orientata verso nuovi prodotti, efficientamento dei processi e tecnologie più evolute”.

Il balzo degli ordinativi di macchinari, robot e automazione – ha proseguito il Ministro – è certamente il frutto di una congiuntura economica favorevole e della accresciuta propensione dei nostri imprenditori a competere a livello internazionale, ma è anche il risultato del nuovo sistema di incentivi – non più a bando ma automatici, semplici e focalizzati sull’innovazione – varato con il Piano Impresa 4.0, in particolare con le misure di super e iper ammortamento”.

Ora il lavoro si deve spostare sul lato formativo, sui percorsi di aggiornamento delle competenze e delle abilità, sia dei manager, sia degli addetti alla produzione: “il Governo ha previsto il rafforzamento del pilastro sulle competenze del Piano Impresa 4.0 introducendo il credito di imposta al 40% sulle spese del personale impiegato in corsi di formazione in nuove tecnologie ed il potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori”.

Completamente d’accordo con Calenda anche il Presidente dell’Ucimu Caboniero, che commentando i dati all’Ansa ha precisato: “La formazione dei giovani in chiave Industria 4.0, anche attraverso percorsi scolastici alternativi all’università, come per esempio attraverso gli istituti tecnici superiori (Its), così come la formazione continua di chi è già impiegato in azienda, sono oggi elementi imprescindibili per assicurare futuro alle imprese, che hanno bisogno di personale capace di programmare e gestire le macchine 4.0 e i processi digitalizzati, anche nell’ottica dell’aumento dell’occupazione giovanile”.

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