La soluzione

Smart home, è italiano il nuovo linguaggio dell’Internet delle cose

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L’Europa ha una lingua comune per la casa intelligente e per metà è italiano: Energy@home ed EEBus presentano a Barcellona il linguaggio che fa comunicare elettrodomestici, punti ricarica per auto elettriche, pannelli fotovoltaici e contatori intelligenti.

Gli oggetti connessi in rete nel 2021 saranno più di 28 miliardi in tutto il mondo, si legge nel recente “Mobility Report” di Ericsson. Ma che lingua parlano questi oggetti intelligenti? A spiegarcelo sono le associazioni Energy@home e EEBus che in settimana hanno presentato alla European Utility Week di Barcellona il nuovo codice integrato all’interno di SPINE (acronimo di Smart Premises Interoperable Neutral-messages Exchange).

Questo nuovo linguaggio, spiegano in una nota i team di ricerca, è applicato come “dimostratore a un energy manager che sovrintende il funzionamento di una batteria di prodotti connessi (un grande elettrodomestico, un caricatore di auto elettrica, un inverter per pannelli fotovoltaici e un contatore intelligente), simulando quindi lo scenario di una casa intelligente del futuro prossimo venturo”.

L’impulso allo sviluppo di questo linguaggio comune è nato a partire da un progetto supportato dalla Commissione europea per l’interoperabilità degli apparecchi elettrodomestici.

Si parla molto di Internet delle cose, se ne avverte il fascino, ma non si deve dimenticare che questa rivoluzione annunciata potrà essere veramente tale se sarà alla portata degli utenti, quindi se i dispositivi tecnologici, anche di marche diverse, parleranno fra loro”, ha affermato Marco Signa, direttore di Energy@home. “Da qui la necessità di un linguaggio comune europeo, base imprescindibile per sviluppare le grandi potenzialità di un mercato come quello dei prodotti e dei servizi connessi. È questo il motivo per cui Energy@home è impegnata da anni a fianco delle aziende, degli enti e delle istituzioni nella creazione di un’infrastruttura di servizio aperta, condizione per creare un’esperienza per l’utente semplice e omogenea fra i servizi della casa intelligente”.

Questo standard può essere applicato a diversi protocolli, come SPINE ad esempio, e permette la comunicazione fra dispositivi connessi, anche di marche diverse, con un energy manager domestico. Nel momento in cui dispositivi connessi in questa configurazione saranno in grado di scambiare informazioni sarà possibile per l’energy manager ottimizzare l’impiego dell’energia in considerazione della disponibilità di fonti energetiche rinnovabili (inclusa la autoproduzione con i pannelli fotovoltaici) o delle migliori tariffe di mercato.

Una possibilità, questa, che assumerà un valore crescente alla luce dello sviluppo delle smart grid e della Demand-response.