Internet delle cose

Smart home,il 18% delle lavatrici vendute in Italia a giugno è connesso in rete

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L’internet delle cose e gli oggetti connessi in rete entrano nell’economia reale. Italiani affascinati dall’innovazione tecnologica e dagli elettrodomestici always on, cresce la vendita di prodotti con massima efficienza energetica e per la casa high-tech.

Elettrodomestici: nei primi cinque mesi del 2017 l’acquisto degli estrattori di succo cresce di ben 54% (Fonte GFK) e le macchinette per il caffè porzionato del 13% (Fonte GFK) a conferma di un nuovo cambio di abitudini nell’affrontare la colazione che oggi diventa più smart e piacevolmente consumata all’interno della propria abitazione. Grande l’attenzione anche per la cura personale: la vendita degli spazzolini elettrici cresce del +30% (Fonte GFK) e gli styling da barba dell’11%. Italiani, inoltre, primi utilizzatori di aspirapolvere in Europa.

Sono questi i primi dati presentati l’altro ieri a Roma da Confindustria Ceced Italia – associazione aderente a ANIE Confindustria che rappresenta l’industria tecnologia italiana più innovativa – sui nuovi elettrodomestici e sulle abitudini dei consumatori italiani.

L’Italia ha registrato un fatturato manifatturiero di 8,611 miliardi di euro. Si conferma così il posizionamento subito dopo la Germania (13,98 miliardi dieuro), ma largamente davanti a Polonia, terza con 4,79 miliardi di euro, staccando nettamente Francia (3,85 miliardi), Spagna (2,61 miliardi) e Gran Bretagna (2,13 miliardi).

Due le caratteristiche principali: la connettività e il paradigma smartness. La connettività rientra proprio nel nella smartness, che significa l’uso più razionale e consapevole delle risorse energetiche a partire dagli elettrodomestici nelle nostre cosa, fino alla smart grid, cioè la rete elettrica “intelligente”, passando per l’edificio e la classica smart city.

In Italia nel primo semestre 2017, il 18,3% (dato GfK) delle lavabiancheria vendute è connesso: “Si tratta dei modelli più performanti e a maggior valore aggiunto, che sono diventati la caratteristica qualitativa del made in Italy, riposizionato sul medio-alto di gamma e non più produttore di volumi, anche se la promozionalità non aiuta a riconoscere compiutamente questo valore”, ha commentato Manuela Soffientini, Presidente di CECED Italia.

I produttori di elettrodomestici, spiega in una nota CECED, stanno operando verso la facilità d’uso e l’interoperabilità universale della connettività, per consolidare la nuova cultura di consumi sostenibili con i relativi vantaggi ecologici ed economici. La connettività, infine, è uno strumento che può contribuire al successo dell’economia circolare, scenario culturale, regolatorio, operativo, che sarà la sintesi del futuro del settore degli apparecchi domestici e professionali e della società sostenibile.

Per gli investimenti in innovazione, l’Italia è saldamente al secondo posto con 259 milioni di euro nel 2015, dietro la Germania (418 milioni) e con la Polonia distante terza con 144 milioni. Tutti gli altri Paesi UE non raggiungono investimenti a tre cifre.