Lo studio

Smart Gov, tre linee guida per la Grande Milano digitale

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Verso Milano smart city: passando per investimenti mirati, obiettivi condivisi con imprese e cittadini, un linguaggio comune sull’esempio di Expo 2015. La digital economy urbana, intanto, vale più di 100 miliardi.

Sono tre gli aspetti chiave su cui concentrarsi per favorire la trasformazione digitale di Milano e la sua transizione alla smart city e sono illustrati nel nuovo studio promosso da Assolombarda e condotto da SDA Bocconi School of Management.

I Punti chiave sono stati individuati nel concentrarsi su investimenti mirati per favorire il processo di digital transformation, su obiettivi condivisi con imprese e cittadini e su un linguaggio comune sull’esempio di E015, la piattaforma integrata utilizzata per Expo 2015.

Le linee guida per realizzare Milano Smart City sono state ideate dai ricercatori confrontandosi con i modelli di crescita urbana di Barcellona e Monaco di Baviera: “la prima riguarda un set di dati concreti da considerare come obiettivi e misuratori delle performance prioritarie da ottenere nel tempo: sussistono da anni nell’esperienza catalana e bavarese, conferiscono continuità all’azione da svolgere a prescindere dai legittimi indirizzi politici pro tempore delle diverse amministrazioni”, ha spiegato Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza.

La seconda – ha precisato Rocca – investe la ownership organizzativa dei progetti Smart City: solo un modello misto pubblico-privato consente il massimo coinvolgimento di risorse finanziarie e di capitale umano intersettoriali, come sono quelli necessari a un salto quantico della pianificazione e soddisfazione integrata digitale del totale dell’offerta dei servizi di pubblico interesse”.

La terza infine, ha sottolineato il presidente in una nota riportata sul sito di Deutsche Bank Italia, riguarda anche la governance esterna: “nessuno mette in discussione il ruolo di pivot degli attori politici, ma proprio le esperienze di Barcellona e Monaco mostrano che il coinvolgimento di imprese e cittadini va articolato sulla base di un modello di partnership e condivisione, non di mera leadership amministrativa top down”.

Le scelte che Milano adotterà nei prossimi anni ne determineranno il successo di lungo periodo – ha invece commentato Stefano Venturi, membro del Consiglio di presidenza di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza con delega all’Agenda Digitale e Start up – a cominciare dal consolidamento di collaborazioni pubblico-private; dalla definizione di priorità e obiettivi condivisi con i cittadini e le imprese fino allo sviluppo di progetti strategici da tradurre in azioni concrete e operative”.

I punti di forza da cui partire per innovare il capoluogo lombardo, secondo lo studio, sono proprio nei servizi offerti a cittadini e imprese, di cui circa i due terzi sono già full digital, nonostante la fruizione degli tessi rimane ancora troppo ‘tradizionale’ da parte degli utenti.

Lo stesso sistema cittadino di trasporto e logistica è ormai quasi completamente integrato e digitalizzato.

Altro punto di forza, in relazione all’analisi dei modelli di business è che Milano può contare su un sistema di eGovernment partecipato e aperto, che comunque deve essere ulteriormente consolidato.

Secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano, nell’area urbana si concentrano più di 44 mila imprese della smart city e della digital economy su quasi 102 mila dell’intera regione Lombardia, per un valore aggiunto complessivo che supera i 100 miliardi di euro.