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Smart energy, l’87% degli italiani favorevole ad investire sulle rinnovabili

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Clean energy: secondo il Rapporto ‘Gli italiani e il solare’, l’87% del campione è favorevole a maggiori investimenti in energia pulita, in fonti energetiche rinnovabili. Pecoraro Scanio: ‘Occorre un’azione più convinta per le smart cities, l’economia circolare e le best practice del sostenibile’

Cresce il numero degli italiani che si dice a favore dell’efficienza energetica e dell’utilizzo diffuso di fonti energetiche rinnovabili. Secondo il 13° rapporto “Gli italiani e il solare”, l’87% degli intervistati a novembre 2015 vede di buon occhio l’integrazione di una quota crescente di energia pulita nel mix energetico nazionale.

Secondo lo studio, presentato in occasione del convegno “Smart cities ed economia circolare”, organizzato dalla Fondazione UniVerde e da IPR Marketing, in collaborazione con Cobat, Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, la stessa percentuale (87%) sostiene che l’Italia, in futuro, dovrebbe investire proprio su questo tipo di energia perché (per il 90%) è compatibile con l’ambiente.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, ha commentato i risultati della ricerca: “L’energia solare è sempre più sostenuta dai cittadini ma ostacolata da leggi e burocrazie. Servono norme chiare e durature anche per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili diffuse e per il riciclo degli impianti a fine vita”.

Gli italiani – ha spiegato Scanio – sono scettici sulla COP21. La maggioranza ha piena coscienza che i cambiamenti climatici rappresentano una grande emergenza. Il 51% ritiene che i governi siano ipocriti e ha poca fiducia nella possibilità che vengano prese decisioni concrete e vincolanti. Ecco perché occorre un’azione più convinta per realizzare le smart cities e per far conoscere quell’economia circolare che da sempre più lavoro e le best practice che già anticipano un futuro sostenibile”.

Il 68% degli intervistati, inoltre, vorrebbe fare uso privato (o di condominio) dell’energia solare. L’88% la considera sicura, ma il 62% ancora burocraticamente difficile e il 46% dispendiosa. Rispetto ad altre fonti rinnovabili, il 64% valuta positivamente anche la fonte energetica eolica.

Scende drasticamente, rispetto agli anni precedenti, il consenso verso le fossili come il nucleare, il carbone e il petrolio (al di sotto del 2%) e il gas metano (4%).

Il 75% degli intervistati dimostra di essere poco informato sul riciclo dei pannelli fotovoltaici. Ecco perché, secondo Giancarlo Morandi, presidente Cobat, serve “un’applicazione sempre più ampia dell’economia circolare, attraverso una visione olistica che possa coinvolgere i protagonisti della filiera per qualsiasi tipologia di prodotto. Con il riciclo ci sono due vantaggi fondamentali: si ottengono nuove materie prime da reimmettere nel processo produttivo e si risparmia energia”.

Il 79% del campione si dichiara ottimista, seppure in molti lo considerano difficile, nel raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile. L’83% è favorevole alla carbon tax sulle attività che producono emissioni di CO2. Gli italiani (l’89%) non hanno dubbi sugli incentivi che vorrebbero ripristinare. In condizione di autoconsumo e con una burocrazia più semplice, priva di ostacoli, il 56% sarebbe pronto fin da subito ad installare pannelli fotovoltaici.

Il target più informato su sistemi di accumulo, batterie che consentono di conservare l’energia prodotta per utilizzare al meglio le rinnovabili che sono discontinue, è costituito degli over 54 e dai residenti nel Nord e Centro Italia.

In vista della Cop21 di Parigi, è stato chiesto agli italiani la loro percezione sui cambiamenti climatici: il 62% è diffidente sul risultato che si raggiungerà. Il 92% risponde che negli ultimi anni ha notato che il clima sia cambiato e ben il 69% sostiene che sia un’effettiva emergenza da affrontare.