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Smart economy, nasce la coalizione Ue per le competenze e l’occupazione digitali

Le città sono il motore economico, culturale e innovativo dell’intera Europa. Per i centri urbani con una popolazione di oltre un milione di abitanti, le cifre del PIL sono del 25% superiori a quelle dell’Unione europea nel suo insieme e del 40% rispetto alle rispettive medie nazionali.

Tra poco più di venti anni, l’85% della popolazione europea si concentrerà nelle grandi metropoli, secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite. La concentrazione di posti di lavoro nelle città è anche maggiore di quella dei residenti: molti dei principali centri di occupazione in Europa si trovano nei centri urbani, le più grandi delle quali sono veri e propri propulsori di crescita economica.

È partendo da questo contesto che la Commissione europea ha lanciato una nuova “Coalizione per le competenze e le occupazioni digitali”, in collaborazione con gli Stati membri, le imprese, le parti sociali, le ONG e gli operatori del settore dell’istruzione, al fine di soddisfare la forte domanda di competenze digitali, diventate essenziali nel mercato del lavoro e nella società nel suo insieme.

L’iniziativa rientra nell’Agenda per le nuove competenze per l’Europa, presentata nel giugno di quest’anno. Dal 1° dicembre, dunque, una serie di partner, tra cui oltre 30 organizzazioni e gruppi, tra cui European Digital SME Alliance e ECDL, si impegnano a ridurre ulteriormente il deficit in materia di competenze digitali nell’ambito della coalizione.

La Commissione invita altre parti interessate a partecipare all’azione comunitaria e ad aderire alla sua “carta”. I membri dell’organizzazione si impegnano a ridurre il deficit di competenze a tutti i livelli, dalle quelle specialistiche TIC di alto livello alle competenze necessarie a tutti i cittadini europei per vivere, lavorare e partecipare a un’economia e una società ormai iperconnesse.

Fondamentale inoltre che l’industria europea continui ad essere competitiva di fronte ai rapidi progressi dei suoi concorrenti e che nessuno sia escluso dalla società nell’era digitale. L’Europa manca di personale dotato di competenze digitali sufficienti per poter occupare i posti di lavoro vacanti in tutti i settori, con la conseguenza che da qui al 2020 mancheranno fino a 750 000 professionisti qualificati nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).

La disoccupazione fra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni è pari a circa il 20% nell’Ue. Più di un terzo della forza lavoro e, più in generale, circa il 45% dei cittadini europei possiede solo competenze digitali di base, ma servono gli upgrade per la creazione di contenuti digitali e la comprensione del coding.

In base alle più recenti previsioni sulle competenze del Cedefop (Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale), in assenza di ulteriori interventi la percentuale di adulti scarsamente qualificati nella fascia di popolazione adulta in età lavorativa dell’UE sarebbe del 18,6 % nel 2020 e del 16,6 % nel 2025.

In base a quanto stabilito dall’Agenda Ue per le competenze, presentata la scorsa estate, per il periodo 2014-2020 verranno conferiti oltre 30 miliardi di euro a sostegno dello sviluppo delle competenze, principalmente mediante interventi dei fondi strutturali e d’investimento europei, ossia il fondo sociale europeo (FSE) e il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Il programma dell’FSE può finanziare l’attuazione a livello nazionale fino a un massimo di 79 miliardi di EUR assegnati alle priorità per l’istruzione, la formazione e l’apprendimento permanente, l’inclusione sociale e l’occupazione.

In questo disegno di crescita ed innovazione economica e sociale, rientrano anche alcuni obiettivi di massima della strategia “Europa 2020:

Dal 5 al 9 dicembre, infine, è stata indetta dalla Commissaria Ue per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavorator, Marianne Thyssen, la prima edizione della Settimana europea delle competenze professionali.

(Foto arvamusfestival.ee)

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