Napoli Smart City

Smart city, Napoli punta agli open data per il governo partecipato della città

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Napoli capofila del network europeo USE Act: promuovere partecipazione dei cittadini nel governo del territorio, sfruttare il potenziale dell’innovazione tecnologica per rendere comprensibile il processo di cambiamento agli stessi abitanti.

Pianificare lo sviluppo urbano seguendo delle linee guida alternative a quelle che conosciamo tutti, non solo è possibile, ma è decisamente necessario, soprattutto in tempi di crisi economica e sociale.

Napoli e la sua amministrazione hanno deciso di tracciare un percorso di crescita incentrato su sostenibilità, inclusione sociale, basso impatto ambientale, elevata qualità della vita, mobilità verde, riduzione di consumo di suolo, rigenerazione dell’esistente e promozione dei sistemi di riuso, presentando in occasione del “Fourth Bi/Trilateral Meeting”, tenutosi proprio nella città campana il 15 e 16 luglio, il progetto europeo USE Act (Urban Sustainable Environmental ACTions), di cui è per la terza volta capofila.

Un ampio network europeo, annunciato e approvato nell’ambito della terza call del programma URBACT, che vede la partecipazione, oltre Napoli, di città partner come Barakaldo (Spagna), Dublino (Irlanda), Nitra (Repubblica Slovacca), Trieste (Italia), Viladecans (Spagna), della Regione di Riga (Lettonia), della contea di Ostfold (Norvegia), dell’area metropolitana di Buchinghamshire (Inghilterra) e dell’Area Metropolitana di Baia Mare (Romania).

Un progetto che, oltre ad ottimizzare le risorse economiche e culturali a disposizione dell’amministrazione pubblica e dei cittadini, tende ad integrare l’innovazione tecnologica nell’implementazione di idee efficaci e buone pratiche.

In questo senso, la Città di Napoli ha da qualche tempo introdotto soluzioni avanzate nella gestione del territorio in chiave smart city, tra cui piattaforme open data e big data, mobile apps, GIS, 3D, realtà aumentata, trasformando i dati in informazioni e queste in servizi al cittadino e al turista.

CittaliaFondazione Anci Ricerche ha raccolto sull’argomento diversi contributi.  Jim Sims, Development manager presso la Buckingamshire Business First, ha affermato: “Si punta ad integrare in un’unica piattaforma tanti data set differenti per far sì che possano essere utilizzati nelle maniere più varie. Il nostro problema è quello di rendere questi dati disponibili per diversi tipi di applicazioni. (…) L’utilizzo di sistemi tridimensionali e smart data aiuta le persone a conoscere meglio le conseguenze delle loro azioni e le responsabilizza contribuendo ad un graduale cambiamento dei loro comportamenti quotidiani”.

In tal modo si evidenza l’importanza crescente dei sistemi grafici per la visualizzazione dei mutamenti urbani e la partecipazione ad essi: “Le nuove tecnologie contribuiscono a democratizzare e rendere più accessibili i cambiamenti infrastrutturali a livello locale, andando a trasformare la conflittualità in partecipazione”.

Una sfida che va vinta a livello locale, individuando quale correlazione esiste fra i diversi data set e abbinandola all’analisi di altri indicatori come la sentiment analysis, che misura la felicità delle persone che vivono in uno stesso posto.

Ad esempio, hanno dichiarato Cristina Di Stasio e Lorenza Improta, fondatrici di Quartiere Intelligente: “Le visualizzazioni grafiche possono aiutare già gli stessi abitanti del quartiere a rendersi conto degli spazi nascosti che si trovano attorno ai loro luoghi di vita. Dalla parete verde verticale al riciclo, Quartiere intelligente cerca di coinvolgere le persone nella realizzazione di iniziative che portino innovazione nel quartiere. Attualmente ospitiamo anche un laboratorio per i bambini, un orto sinergico e una libreria ecosostenibile per i residenti. Vorremmo sostenere la microimpresa con i ragazzi del quartiere, agendo da contenitore per la realizzazione di idee innovative”.

Tra le nuove idee annunciate nel capoluogo partenopeo, che cercano spazio e partecipazione, anche con partecipazione a livello internazionale, c’è MappiNA, piattaforma di collaborative mapping tesa a coinvolgere gli abitanti nella realizzazione di una mappa alternativa di Napoli, fondata su un’immagine culturale diversa della città. “MappiNa – ha affermato Ilaria Vitellio, urban planner e CEO dell’iniziativa – chiede ai suoi abitanti di non raccontare la città dei monumenti o della pizza ma di superare l’immagine stereotipata di Napoli attraverso il racconto di una città più europea dove trovano posto la street art, un uso originale dello spazio urbano, gli arredi urbani utilizzati per decorare le strade, i suoni, gli spazi abbandonati, le idee di riuso e i percorsi alternativi”.