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Smart City. Le città del mondo guardano al futuro: sostenibilità, efficienza, qualità della vita

Le città sono sempre state il luogo di sviluppo e di crescita di ogni civiltà, oggi come nel passato.

Luogo di sviluppo delle democrazie, dei commerci e dei mercati, delle relazioni sociali e della conoscenza.

Le città di oggi devono essere smart city, perché sono il luogo dove le esigenze delle collettività metropolitane si incontrano con le tecnologie e le infrastrutture.

La sola popolazione urbana e metropolitana del mondo è cresciuta vertiginosamente negli ultimi decenni: dai 750 milioni di persone del 1958 ai 4,2 milioni del 2018, con una previsione delle Nazioni Unite di 7,7 milioni nel 2050, pari al 68% della popolazione mondiale.

È evidente che qualsiasi ragionamento sulla sostenibilità futura deve porre al centro dell’attenzione la città e la sua organizzazione, la sua vivibilità, la qualità della vita dei suoi cittadini.

L’Europa è ben rappresentata nel ranking mondiale della smart city. IDC ha stimato investimenti su base continentale nell’ordine di circa 20 miliardi di euro nel 2018.

Ma è il sud est asiatico la regione del mondo che cresce più velocemente e le sue città sono il cuore pulsante di questa straordinaria crescita. Una ragione in più per considerare in modo globale il futuro delle smart city.

Le soluzioni locali adottate, quantunque metropolitane, si connotano quasi sempre per i profili operativi a volte fortemente personalizzati, eppure in tutte le esperienze importanti di smart city tutti sono alla ricerca di modelli applicabili e sostenibili ed essenzialmente replicabili, per raggiungere quella scalabilità necessaria ad uno sviluppo generalizzato del settore.

Il quesito di fondo sembra per tutti essere:

Come applicare le tecnologie per trasformare le infrastrutture in asset intelligenti? Come interpretare i bisogni dei cittadini e intercettare la domanda inespressa? Come migliorare la vita assicurando alle città condizioni socialmente e ambientalmente adeguate?

In questo senso le nostre attenzioni vanno estese a specifici aspetti relativi al modo in cui le smart city possono cambiare l’economia e non solo di quelle grandi città o di quelle grandi metropoli (che si andranno peraltro sempre più configurando come città-Stato per via delle dimensioni enormi che stanno assumendo) in cui si è deciso di adottare soluzioni smart.

L’uso delle tecnologie urbane e infrastrutturali potrà generare molti effetti.

Molte funzioni saranno svolte da soluzioni automatizzate. Robotica e intelligenza artificiale consentiranno il save costing.

La città di Barcellona nel solo 2014 ha risparmiato 75 milioni di euro semplicemente automatizzando risorse come acqua, elettricità e gas, con la semplice adozione di soluzioni di internet delle cose.

Le stesse funzioni automatizzate assicureranno efficienza.

Basti pensare che molte soluzioni sono disponibili ininterrottamente 24/7 e 365 giorni all’anno, assicurando raccolta e gestione di dati e la comunicazione automatizzata con altri apparati della stessa amministrazione o di altre amministrazioni, senza sprechi e quindi assicurando maggior efficienza.

L’uso di sensori e altre applicazioni sul territorio controllano le attività e intercettano ogni anomalia di funzionamento, il che comporta in caso di emergenze un risultato importante: mitiga i rischi e riduce i danni.

La qualità della vita di una città va ricondotta infine alle condizioni di salute, di confort e in un certo senso di felicità dei suoi cittadini. Il fine ultimo di una smart city non piò che essere il raggiungimento di quegli obiettivi. I cittadini posti al centro di questo processo sarano ben lieti di lavorare tutti per migliorare dal basso le modalità di funzionamento del sistema locale.

Il cuore di un sistema così orientato non può che essere la connettività.

Internet veloce, smart grid, device connessi tra loro, raccolta e gestione di questi dati, che potranno essere usati come patrimonio di lettura di abitudini ed esigenze della popolazione, ma nel rispetto della privatezza delle vite dei suoi cittadini, rappresentano oggi la piattaforma di comunicazione del territorio urbano e metropolitano.

Man mano che le smart city saranno capaci di assicurare ai propri cittadini un livello più alto di salute e condizioni di vita più gradevoli, sempre più persone saranno attratte e coinvolte da processi di urbanizzazione verso le smart city, che potranno disporre di una più ampia base di popolazione e potranno così meglio intercettare talenti. Crescerà così anche l’economia, perché lavorare in una smart city consentirà una crescita maggiore di contribuzione al PIL.

Le smart city si misureranno anche per le soluzioni di produzione di energia.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili ovvero lo sviluppo di smart eco-system (assieme a sistemi intelligenti di risparmio nel consumo) è e sarà uno dei banchi di prova più determinanti per assicurare sostenibilità, vivibilità e futuro alle smart city.

Un ulteriore elemento di grande impatto economico è dato dai trasporti intelligenti.

Meno auto, razionalizzazione dei percorsi, sviluppo della mobilità a due ruote e di quella elettrica, affermazione di soluzioni di sharing, sono tutti elementi che produrranno risparmio nei costi per le amministrazioni, risparmio nelle ore spese sui mezzi di trasporto per i cittadini, unitamente a un calo vistoso nei consumi di carburante.

Le innovazioni tecnologiche hanno infine grandi ricadute sugli smart building. Un ulteriore impulso all’economia e alla creazione di valore di una comunità metropolitana.

Infine i Big Data.

Argomento delicato, giacché la loro valorizzazione può essere fatta a determinate condizioni e in modo rispettoso della privacy dei cittadini.

In questo le smart city devono svolgere un ruolo di protezione e di tutela dei propri cittadini, dal momento che i dati prodotti da una smart city possono far gola a molte società private. Tuttavia raccolta, gestione ed uso intelligente e rispettoso dei dati dei cittadini residenti e non può determinare un impulso economico con ricadute su tutti i settori sopra indicati.

Una recente indagine di ABI Research indica che le smart city posso contribuire con un 5% aggiuntivo alla crescita dell’economia, il che si tradurrebbe in una contribuzione di quasi 20 Trilioni di dollari in una decade.

Se nel 2030 poco meno del 60% della popolazione vivrà nelle città del mondo, non vi è dubbio che l’intera economia sarà condizionata dalla evoluzione delle aree urbane e metropolitane.

Smart city in tal senso non è più un’espressione passata di moda (come sembra essere in Italia), ma un banco di prova per governi nazionali e municipalità metropolitane, per imprese ed autorità di regolazione, al centro delle cui attenzioni il misuratore sarà dato dal modo in cui saranno prima interpretati e poi soddisfatti i bisogni dei cittadini.

La tecnologia non sarà e non potrà essere il parametro centrale su cui plasmare lo sviluppo. E lo scenario di cui parliamo ha un impatto forte sull’economia.

Istituzioni nazionali, sovrannazionali e decisori ad ogni livello dovranno considerare con attenzione questo settore su cui si giocheranno pezzi importanti del nostro futuro.

E pezzi importanti della nostra felicità.

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