Futuro Digitale

Smart city, ora ci crede anche la Ue: futuro digitale per tornare a crescere

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L’Europa uscirà dalla crisi solo investendo in smart city, banda ultra larga, innovazione culturale, infrastrutture per l’economia digitale e tanta ICT. Neelie Kroes: ‘Dobbiamo assicurarci un futuro digitale per tornare a crescere’.

L’Europa deve investire di più sul suo futuro digitale e lo deve fare puntando con decisione sull’ultra banda larga e le smart city. Lo ha dichiarato ieri a Bruxelles Neelie Kroes, commissario europeo per l’Agenda digitale nella seconda Commissione Barroso, prendendo parte al seminario “Aligning regional investment to digital enablers for future growth”.

L’Europa deve fare massicci investimenti per assicurarsi un futuro digitale – ha sottolineato la Kroes – attraverso partnership virtuose tra pubblico e privato e un mix finanziario che deve essere orientato sia alla nascita delle città intelligenti, sia alla copertura delle aree rurali ed extraurbane tramite le reti per l’ultra broadband”.

La Commissione europea, che dal 1° novembre 2014 sarà guidata dal nuovo presidente Jean-Claude Juncker (primo presidente della storia ad essere eletto dal Parlamento europeo), ha varato diversi programmi per le smart city e le smart communities europee e soprattutto per attrarre investitori stranieri e attirare l’interesse di nuovi partner nei progetti in corso d’opera e in quelli in procinto di essere lanciati.

Un esempio è il partenariato europeo per l’innovazione tecnologica, le smart city e le smart community, che al momento comprende oltre 360 progetti dedicati alle città intelligenti e vede l’adesione di 3000 organizzazioni attive nel settore dell’efficienza energetica, della sostenibilità ambientale, nella digitalizzazione dell’economia e dell’amministrazione pubblica, nell’innovazione culturale e sociale dei propri Paesi.

Città più sostenibili, produttive e votate a nuovi modelli di business digitali sono occasione per nuova crescita economica, nuova occupazione, nuove figure professionali, nuove competenze e migliore qualità della vita”, ha sostenuto nel suo intervento il commissario Ue.

Smart city non è solamente innovazione tecnologica, ma soprattutto culturale e sociale, perché consente percorsi efficaci di inclusione, di lotta alle disuguaglianze, di tutela dei beni comuni, di ottimizzazione e valorizzazione delle risorse disponibili, investendo in nuove infrastrutture pubbliche e private”, ha detto ancora la Kroess.

Per il periodo 2014-2020 il programma di investimenti dell’Ue può contare su circa 800 miliardi di euro per trovare strumenti adatti a migliorare la competitività delle nostre imprese e in gran parte per elevare il livello di qualità di vita nelle nostre città, stimolando la collaborazione e la cooperazione interregionale e promuovendo l’ICT ad ogni livello.

Junker, a riguardo, ha già annunciato la volontà di aumentare il fondo di altri 300 miliardi di euro, da devolvere a programmi Ue dedicati alla crescita economica, l’occupazione, le infrastrutture di trasporto, la salute ambientale, la lotta all’inquinamento, l’efficienza energetica e nuove soluzioni ICT in ambito urbano (le arterie della smart city).