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Smart city abitate da robot, opportunità o minaccia? Intervista a Daniele Nardi (La Sapienza)

Robotica di servizio per centri urbani avanzati è una delle strade che industria, amministrazioni pubbliche e imprese stanno percorrendo per accelerare la trasformazione digitale in corso anche in ambito cittadino. A riguardo, in Europa c’è il progetto “SciRoc” (acronimo inglese che sta per “Smart CIties RObotics Challenges”), che si occupa di questo particolare ambito della robotica applicata alle smart cities di domani a partire dai servizi commerciali. Recentemente, inoltre, si è tenuta una gara di “Robotica per Città intelligenti”, organizzata in Gran Bretagna, località Milton Keynes, in collaborazione con la European robotics league (Erl). Si tratta di una tipologia di robot che, grazie all’intelligenza artificiale e le soluzioni più avanzate di machine learning, è in grado di apprendere in piena autonomia dall’ambiente in cui si trova e dalle esperienze lavorative. Sui primi impieghi sperimentali dei robot per le smart city abbiamo sentito Daniele Nardi, Professore Ordinario di Intelligenza Artificiale presso “La Sapienza” Università di Roma, recentemente intervenuto al 5G Italy di Roma.

Key4biz. Che cosa sono davvero le smart cities e in che modo cambieranno la nostra vita?
Daniele Nardi. L’aggettivo “smart” viene usato per indicare le città in cui le infrastrutture ed i servizi di rete sono rivolti al miglioramento dell’efficienza economica e politica e a favorire lo sviluppo sociale, culturale ed urbanistico. L’elemento qualificante riguarda la possibilità di usare dati di diverse provenienze per poter mettere a disposizione del cittadino le informazioni che servono nel contesto in cui si trova. A questo riguardo, i robot, oltre a rappresentare un elemento che contribuisce all’innovazione della città, possono essere visti sia come strumenti di acquisizione di informazioni che come facilitatori all’accesso delle informazioni stesse.

Key4biz. Che tipo di robot si muoveranno in queste aree urbane del futuro e che mansioni svolgeranno?
Daniele Nardi. I robot nelle smart city potranno svolgere le funzioni più disparate, ma in particolare si può fare riferimento alla categoria dei robot di servizio. Ad esempio, negli scenari individuati per la competizione robotica SciRoc Challenge, svoltasi a Milton Keynes nello scorso mese di settembre, sono stati presi in considerazioni diversi scenari, tra cui il robot per il servizio ai tavoli, i robot per la sistemazione degli scaffali del supermercato, il carrello della spesa, il distributore di dolci dietro il banco, il robot che accoglie i visitatori, il robot che prende l’ascensore, il robot che pulisce il pavimento dove si è versata una bibita, e perfino il piccolo drone che porta i medicinali di pronto soccorso per un visitatore che ha avuto un malore. A Milton Keynes è in funzione un sistema di robot su ruote che consegna la merce nelle case. Ovviamente, la struttura di Milton Keynes come smart city, è in un certo senso unica, ma le potenzialità di sfruttamento delle tecnologie robotiche sono evidenti.

Key4biz. Esiste un mercato relativo alla robotica per la smart city?
Daniele Nardi. Il gran numero di eventi industriali dedicati al settore mostrano soluzioni sempre più convincenti nel mondo dei supermercati. Esempi sono Badger Technologies per i robot nei supermercati, o Ocado Technologies per la gestione automatizzata delle merci negli scaffali.

Key4biz. Sono macchine sicure o dobbiamo averne timore?
Daniele Nardi. La sicurezza dei sistemi robotici nel contesto della smart city non rappresenta al momento un ostacolo, sebbene i dispositivi debbano essere progettati per un funzionamento privo di rischi per l’uomo. In particolare, un grosso passo in avanti in questo senso è stato rappresentato dai manipolatori “compliant“, cioè in grado di frenare la corsa quando incontrano un ostacolo nel loro movimento.

Key4biz. Davvero ci toglieranno il lavoro (la famosa disoccupazione tecnologica)?
Daniele Nardi. La questione dei posti di lavoro è una questione di organizzazione della società e di distribuzione dei miglioramenti e dei profitti derivanti dalle nuove tecnologie. Sicuramente oggi si lavora un numero di ore inferiore rispetto al passato, grazie all’automazione, e questo non mi pare negativo. Un commento che ho sentito proprio al Convegno 5G Italy suggerisce che, in tempi di automazione, il modo migliore per aumentare le proprie opportunità di lavoro è quello di aumentare il proprio livello di istruzione e di conoscenza.

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