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‘Smart citizen, Istituzioni e politica’: in download gratuito il nuovo libro di Michele Vianello

Le città intelligenti sono tali perché capaci di proporre una governance dell’innovazione aperta e partecipata. Al centro delle politiche di sviluppo e dei progetti smart city ci devono essere i cittadini. La tecnologia è solo uno strumento utile a raggiungere degli obiettivi di rilevanza collettiva.

Il nuovo libro di Michele Vianello, «Smart Citizen, Istituzioni e Politica – Dal “potere dello zapping” al “diritto all’interlocuzione”» affronta il tema delle smart cities proprio a partire dal fattore umano, dal fattore sociale e da quello civile.

Nel ruolo di ‘digital evangelist’, nell’ultimo anno, l’autore è stato impegnato nello studio degli effetti che la rivoluzione digitale sta generando in ambito urbano, sulle Istituzioni e su chi li vive in prima persona, i cittadini.

Focus del volume è proprio il rapporto tra innovazione tecnologica, uomini e modelli di sviluppo possibili, dalle città di grandi dimensioni a quelle più piccole, dal mondo dell’artigianato a quello delle piccole imprese.

Un’esperienza che Vianello racconta nel suo libro e che lo ha portato a considerare la sua professione come un continuo ‘spostarsi sul territorio’, per misurarsi con realtà sempre più complesse e interconnesse, per ‘misurarsi con i fatti’.

La cultura digitale, spiega l’autore nell’introduzione del libro, “non si affermerà mai in Italia e in altre parti del mondo in virtù di scelte imposte attraverso un metodo “top down” o attraverso prediche millenaristiche”. La realtà italiana è di città di piccole e medie dimensioni, vecchie di secoli, con un Meridione profondamente diverso dal resto del Paese (sia culturalmente, sia economicamente, sia socialmente).

Una situazione del genere non si affronta imponendo dall’alto soluzioni generiche, invitando i Comuni a creare unioni, a convincere le aziende artigiane ad ingrandirsi e quotarsi in borsa (spesso la loro forza risiede invece nelle piccole dimensioni).

L’Italia digitale si farà solo con il duro lavoro quotidiano sul territorio, incentivando comportamenti virtuosi e favorendo pratiche di innovazione concreta a tutti i livelli: tecnologica, sociale, culturale, economica. L’Italia digitale si farà solo grazie a modelli di sviluppo sostenibile realizzati in loco e replicabili in altri contesti, frutto di un nuovo patto tra i cittadini, le Istituzioni, le aziende e la ricerca.

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