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Sky, il ceo Darroch: ‘A breve in Italia la pay-tv via fibra Ftth. Gli Ott? Siano più responsabili’

Racconta sia un po’ della sua vita privata sia soprattutto le strategie di business, gli obiettivi, i valori e le nuove sfide (in primis quelle tecnologiche) di Sky. Si scopre tutto questo ascoltando il podcast in cui Media Masters ha intervistato Jeremy Darroch, ceo di Sky Group, che guida dal 2007, solo tre anni dopo il suo ingresso nella tv satellitare come direttore finanziario. Oggi Sky è una media company, perché ha una nuova identità tecnologica: la pay-tv è visibile non solo attraverso la parabola, ma anche sul digitale terrestre, via streaming con NowTv, su mobile con Sky Go e a breve in Italia anche con la fibra Ftth (Fiber to the Home) messa a disposizione da Open Fiber. “Stiamo predisponendo il lancio in Italia”, ha annunciato durante l’intervista Darroch, che fa così intendere che è vicino il servizio via fibra Ftth, a partire dall’estate che sta arrivando, come previsto dall’accordo Sky-Open Fiber.

Un esempio di come Sky voglia “entrare in nuovi mercati, come il mobile qui in UK”, ha spiegato l’amministratore delegato, che ha poi indicato, durante l’intervista, i nuovi obiettivi del gruppo con il cambio di proprietà, passata da Rupert Murdoch a Comcast, il più grande operatore via cavo degli Stati Uniti e una delle principali industrie mediatiche del mondo. “Investiremo sicuramente di più nei contenuti, i nostri contenuti originali su Sky”, ha detto Jeremy Darroch, che è convinto che il mercato della pay-tv e del video streaming in Europa “hanno spazio per crescere” a differenza di altri settori in crisi.

Come trascorre il tempo il ceo di un gruppo con 23 milioni di clienti e leader dell’intrattenimento in Europa? Tra i più importanti impegni c’è una sorta di “giro del mondo” per andare a caccia della tecnologia del futuro, perché “Sky da sempre è una piattaforma tecnologicamente all’avanguardia… così mi metto in viaggio per esplorare quello che succede in altre parti del mondo, per osservare le tendenze e valutare se possono essere un’incredibile opportunità per Sky o una minaccia”, ha raccontato Darroch, confidando di “trascorrere molto tempo a pensare al futuro mondo della tecnologia e di come le persone vorranno fruire nei prossimi anni i contenuti attraverso i media”.

Come Sky è percepita

L’intervista è stata anche l’occasione per Jeremy Darroch di sottolineare la brand awareness di Sky: “Credo che il cuore di un’azienda come Sky sia la promessa del brand e la fiducia che i clienti ripongono nel brand stesso, che è uno dei punti di forza di Sky. Affidabile, funzionante e di altissima qualità, così viene percepito il nostro servizio, generalmente, da un cliente”.  

L’impegno di Sky per il sociale

Ma oggigiorno una grande azienda come Sky, ma vale anche per le Pmi, non può limitarsi solo a perseguire i profitti, allo stesso tempo può impegnarsi in prima persona in alcune campagne di sensibilizzazione per contribuire alla risoluzione di alcune problematiche d’impatto sociale ed etico all’interno della società e nell’ambiente circostante. “Non vogliamo essere solo protagonisti di un business di successo”, ha detto il ceo di Sky Group, “vogliamo anche contribuire a migliorare le comunità in cui lavoriamo e cresciamo”. E qui è scattato il riferimento a Ocean Rescue, la campagna di sensibilizzazione lanciata da Sky a livello internazionale con l’obiettivo di sensibilizzare i telespettatori e stimolare un comportamento responsabile nei confronti dell’intero ecosistema marino.

Darroch ha anche parlato dell’ambiente di lavoro all’interno di Sky: “lasciamo che le persone siano loro stesse a lavoro e ci impegniamo a creare un ambiente, aperto anche culturalmente, che permetta a ogni dipendente di dare il meglio di sé”.

L’appello a Twitter, Facebook&Co: ‘Siate più responsabili’

Infine, l’intervista si conclude sulla responsabilità di chiunque faccia business, quindi anche quella di Sky: “Dobbiamo essere responsabili. Dobbiamo pensare molto, molto responsabilmente alle cose giuste da fare e a quelle da evitare”, ha detto Jeremy Darroch, che invece chiede più responsabilità da parte dei giganti del web: “Devono fare di più. Twitter o Facebook&Co. devono agire in modo responsabile e penso sia stati troppo lenti nel farlo in alcune occasioni”. Uno degli esempi citati nell’intervista sono i contenuti tossici (hate speech, ecc..), che alcuni utenti rivolgono a personaggi pubblici e famosi, compresi giornalisti di Sky, che non vengono rimossi dai gestori delle piattaforme social. “È un prezzo terribile da sopportare, ma non è accettabile. Penso che i giganti dei social media debbano fare di più”.

Una curiosità del ceo di Sky? “Mai visto una partita di calcio in Tv”.

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