Codice edizioni
Pubblicato: 28 gennaio 2016
Pagine: 151
ISBN: 978875785703
Prezzo: € 13,00
“I colossi dell’hi-tech stanno diventando sempre più simili alla destra radicale: da una parte hanno lanciato una crociata populista per bloccare la regolamentazione della rete voluta dai governi, dall’altra utilizzano la tecnologia per reclutare i credenti. Ideologicamente, la Silicon Vally è ormai l’equivalente cosmopolita e hi-tech del Tea Party: l’armata di startup vuole farci credere che, mentre il capitalismo funziona in teoria, la realtà attuale è, nei fatti, molto diversa”.
(Evgeny Morozov, The Guardian)
Parlare di tecnologia oggi significa appoggiare, spesso neanche senza accorgersene, alcuni degli aspetti peggiori dell’ideologia neoliberista. E non importa se si è d’accordo oppure no, perché molte delle critiche ai Big della tecnologia sono a loro volta allineate con posizioni neoliberiste. Esiste solo un modo per rendere davvero incisiva la nostra opposizione a questa deriva della società: affrontare non solo l’economia politica della Silicon Valley, ma anche il ruolo sempre più importante che i “signori del silicio” rivestono nell’architettura fluida e costantemente cangiante del capitalismo globale contemporaneo.
“Di solito non ci poniamo questi problemi – scrive Morozov – e invece dovremmo: proprio come la Silicon Valley ha un futuro solo all’interno del capitalismo contemporaneo, il capitalismo contemporaneo ha un futuro solo all’interno della Silicon Valley”.
Da alcuni anni le aziende della Silicon Valley promettono abbondanza, prosperità, riduzione delle disparità e una nuova società in cui tutto sarà condivisibile e accessibile, superando le vecchie logiche di mercato. Ma le cose stanno davvero così? Siamo sicuri che Google, Amazon, Facebook, Twitter & Co. non siano piuttosto l’ultima incarnazione del capitalismo (ancora più subdolo, perché mascherato dietro le suadenti parole della rivoluzione digitale) e l’ennesima versione dell’accentramento di potere economico e politico nelle mani di pochi?
In tutto questo, sostiene Morozov, di democratico, rivoluzionario e “smart” c’è ben poco. C’è invece una merce svenduta sull’altare del profitto: i nostri dati personali, la nostra privacy e soprattutto la nostra libertà.
Evgeny Morozov, giornalista ed esperto di geopolitica, è nato in Bielorussia, la nazione dove sopravvive l’ultimo dittatore europeo, Alexander Lukashenko. Ha fatto parte di organizzazioni non governative che promuovevano la democrazia nell’Europa orientale, per entrare poi nella Open Net Initiative, associazione che difende la libertà di espressione attraverso internet. Svolge attività di ricerca a Stanford, e scrive per “Foreign Policy”, “Wall Street Journal”, “Financial Times”, “The Economist” e “Washington Post”. Oggi è uno degli intellettuali di riferimento in merito al dibattito sugli effetti sociali e politici dello sviluppo della tecnologia. Ha pubblicato in Italia L’ingenuità della rete e Contro Steve Jobs (Codice edizioni) e Internet non salverà il mondo (Mondadori).