In breve
- Per la direttrice del Dipartimento di Salute ambientale dell’Helmholtz Munich in Germania, ha spiegato che gli effetti del vaping con nicotina possono andare ben oltre chi ne fa uso arrivando a colpire persino i figli futuri
- L’inalazione di vapore contenente nicotina provoca infiammazione, disfunzioni respiratorie e alterazioni strutturali dei polmoni
Le sigarette elettroniche sicure? Per la scienza fanno male come quelle vere. In un’intervista rilasciata a la Repubblica, Erika von Mutius, direttrice del Dipartimento di Salute ambientale dell’Helmholtz Munich in Germania, ha spiegato che gli effetti del vaping con nicotina possono andare ben oltre chi ne fa uso, arrivando a colpire persino i figli futuri.
La scienziata, già alla guida del Centro Tedesco per la Ricerca Polmonare (DZL), ha illustrato i risultati di un progetto finanziato con il Premio Balzan, da cui emerge che l’esposizione alla nicotina vaporizzata prima del concepimento – sia da parte materna che paterna – può alterare lo sviluppo delle vie aeree nella prole, riducendo la capacità di riparazione dei tessuti polmonari. In pratica, chi svapa durante l’adolescenza potrebbe trasmettere effetti negativi alle generazioni successive.
Sigarette elettroniche: effetti diretti e dati italiani allarmanti
Come riportato nell’intervista a Repubblica, i danni per chi utilizza regolarmente sigarette elettroniche non sono affatto trascurabili. Studi su modelli animali e sulla popolazione generale mostrano che l’inalazione di vapore contenente nicotina provoca infiammazione, disfunzioni respiratorie e alterazioni strutturali dei polmoni. Anche tenendo conto del fumo tradizionale, gli utilizzatori di e-cig presentano un aumento di sintomi respiratori come tosse, respiro sibilante e irritazioni croniche.
Un rischio generazionale e sociale
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano una diffusione preoccupante tra i più giovani: uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni utilizza la sigaretta elettronica, e quasi l’87% sceglie liquidi con nicotina. Il 36% è uno “svapatore” abituale, mentre uno su cinque supera i 200 “puff” (tiri) al giorno. Più della metà riferisce sintomi respiratori, e oltre il 60% è un policonsumatore, alternando e-cig, tabacco riscaldato e sigarette convenzionali.
Secondo von Mutius, il fenomeno del vaping non può più essere considerato un comportamento a basso rischio. Gli effetti biologici documentati, diretti e indiretti, rappresentano una minaccia per la salute pubblica e per le generazioni future, con potenziali conseguenze socio-economiche di lunga durata.