l'analisi

Sicurezza sul lavoro, le strategie di comunicazione tra responsabile e lavoratore

di Domenico Caruso, ingegnere |

Il ruolo più delicato nell'organizzazione aziendale della sicurezza è sicuramente quello del preposto il cui compito è sovraintendere e vigilare sull'osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei dpi.

Il presente articolo si focalizza sul preposto – figura cardine all’interno delle aziende produttive – e che ha assunto sempre più rilevanza in un quadro strategico globale.

Talvolta vi è un’oggettiva difficoltà nella gestione dei processi di governance aziendali della sicurezza, che deriva dall’interpretazione dell’ambiente lavorativo, il quale è come un sistema cibernetico in continua trasformazione, fortemente complesso ed interattivo.

Per ovviare a quanto sopra riportato, la cultura può giocare un ruolo importante nel creare un clima organizzativo che favorisca l’apprendimento, quindi, l’amministratore delegato, la dirigenza, il Servizio Prevenzione Protezione ed i preposti, devono essere impegnati nei confronti della sicurezza, esercitando una leadership costante nella cura e nel rinnovamento di tali valori.

I valori possono essere comunicati in molti modi: riunioni settimanali della sicurezza, flyers, cartellonistica e azioni personali.

Per implementare una corretta cultura della sicurezza è necessaria la massima collaborazione di tutte le componenti apicali dell’organizzazione. Per esempio, se l’amministratore delegato viene coinvolto in pratiche no-safety, deve assolutamente intraprendere azioni ferme e risolute in risposta a pratiche non sicure di altri, perché questa attitudine si trasmette e si propaga attraverso l’organizzazione.

Global Operational Standard e programmi di formazione alla sicurezza sono senza valore se i leader non stabiliscono e tengono fede agli high level standard.

Il ruolo più delicato nell’organizzazione aziendale della sicurezza è sicuramente quello del preposto il cui compito è sovraintendere e vigilare sull’osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei dpi.

I preposti devono ricordare che ogni dichiarazione ed ogni azione hanno un impatto sulla cultura e sui valori dell’intera squadra che dirigono.

I lavoratori apprendono riguardo a valori, opinioni e obiettivi aziendali, attraverso l’osservazione dei preposti, non diversamente da come gli studenti apprendono gli argomenti che sono importanti per un esame, dai loro insegnanti.

I preposti che mettono in pratica le linee guida dell’azienda in termini di sicurezza determinano un alto livello di fiducia e di rispetto da parte dei lavoratori; successivamente possono utilizzare questo rispetto e questa fiducia per motivare la squadra verso il raggiungimento di alte performance in termini di sicurezza.

Il preposto trasferisce informazioni alla squadra per attuare un cambiamento in relazione a:

  1. modalità di lavoro più sicure;
  2. percezione/conoscenza di un rischio;
  3. consapevolezza delle responsabilità di ciascuno;
  4. conoscenza della normativa.

La relazione tra preposto e lavoratore è una relazione complementare perché il lavoratore, durante l’interazione, riconosce le posizioni e l’interdipendenza con il preposto. In effetti, non vi è un rapporto paritario tra i due poli della comunicazione.

Il preposto deve avere una capacità comunicativa:

  1. efficiente, affinché il messaggio sia trasmesso nel modo corretto;
  2. efficace, affinché il messaggio sia compreso chiaramente.

Purtroppo la realtà può essere diversa, infatti spesso si riscontrano situazioni di disordine comunicativo tra preposto e lavoratore.

Il preposto, per evitare fraintendimenti o fallimenti della comunicazione, non deve presumere che quando invia un messaggio questo sia automaticamente recepito; una comunicazione è completa quando è trasferito o scambiato un significato, quindi deve attendere un feedback dal lavoratore.

Le forme di feedback sono da considerarsi strategiche per una condotta comunicativa efficace. Il tipo di feedback più comune è quello di richiesta di un parere, l’invito all’altro affinchè esprima una sua opinione:

  1. cosa ne pensi di questa nuova procedura?
  2. secondo te potrebbe esserci utile un corso di formazione sull’uso dei dpi?

I feedback positivi (apprezzamenti) sono quelli in grado di generare un miglioramento o mantenere costante un buon comportamento del lavoratore e possono essere definiti come una forma mirata di rinforzo, che porta l’attenzione sugli aspetti lodevoli del comportamento del lavoratore.

Esistono due tipologie di apprezzamento:

  1. apprezzamento sul fare, per l’azione svolta e il lavoro prodotto avendo osservato le nuove procedure di sicurezza;
  2. apprezzamento sulla persona, per le qualità messe in campo e per il senso di responsabilità verso la propria e altrui salute e sicurezza.

È buona prassi:

  1. mostrare empatia ed entusiasmo: l’elogio deve essere sincero, quindi deve essere fatto con il giusto spirito;
  2. essere imprevedibili: i feedback positivi devono essere rilasciati non solo ed esclusivamente nelle riunioni settimanali della sicurezza, ma in tutte le circostanze che possono richiederlo;
  3. essere chiari: occorre specificare ciò che è stato fatto bene dal lavoratore;
  4. non usare la lode per poi fare una critica, altrimenti il lavoratore ignorerà il feedback positivo;
  5. scegliere il momento opportuno per lodare, in modo tale da non creare disparità tra i lavoratori;
  6. riportare i feedback positivi ricevuti da qualche altro superiore nei confronti dei lavoratori, i commenti indiretti possono essere molto più potenti dei commenti diretti.

Il preposto deve creare e favorire le condizioni affinché i lavoratori a lui sottoposti siano in grado di riconoscere l’esistenza di un pericolo in modo autonomo, di segnalare di loro iniziativa condizioni di non conformità sopraggiunte, di richiedere spiegazioni o chiarimenti ulteriori in merito ad un procedimento di lavoro e all’uso di sostanze.

Inoltre, deve cercare di promuovere un atteggiamento di attenzione consapevole nei confronti dell’operatività quotidiana dei suoi sottoposti, in particolare deve:

  1. preoccuparsi rispetto agli eventi critici;
  2. evitare interpretazioni troppo semplificate;
  3. avere sensibilità alle attività in corso.

Gli errori sul lavoro possono rappresentare una fonte di apprendimento per il lavoratore, se ben accompagnati dal preposto e non sono un rimprovero fine a se stesso, quindi il suggerimento e la critica costruttiva sono molto utili per migliorare il lavoratore.

In conclusione, il preposto ha un ruolo di grande responsabilità sia in termini di sicurezza sia di gestione della squadra e le sue principali qualità devono essere:

  1. sensibilità nel cogliere dettagli e sfumature;
  2. autorevolezza e non autorità;
  3. capacità di ascolto attivo e partecipativo;
  4. cooperatività;
  5. fermezza decisionale;
  6. precisione e chiarezza nel trasmettere le skills ai neo-assunti;
  7. disponibilità ad affiancare i lavoratori stranieri anche indirettamente;
  8. personalità gradevole;
  9. autocontrollo;
  10. volontà di dare sempre maggior “valore aggiunto” al proprio lavoro.

Invece gli errori che il preposto deve evitare sono:

  1. ascoltare in modo negativo ed ipercritico;
  2. essere avaro di complimenti e gratificazioni;
  3. imporre comportamenti inutilmente formalizzati;
  4. incoraggiare la conflittualità all’interno della squadra;
  5. rispondere bruscamente senza tenere conto delle osservazioni dei lavoratori;
  6. stare sempre sulla difensiva nei riguardi di qualsiasi proposta dei lavoratori.

Bibliografia

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Lorenzo Fantini, Safety e Security. Sinergie per una sicurezza a 360°, Quaderni della sicurezza AiFOS, 2018

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