Intervista

‘Sicurezza dei dati? Riguarda la rete, non i suoi componenti. Meglio una vittoria di Trump per un dialogo con la Cina’. Intervista a Michele Geraci

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Intervista sul quadro economico internazionale dal punto di vista tecnologico e geopolitico al Professor Michele Geraci, ex sottosegretario al Mise nel Conte I: 'Io sono per l’utilizzo delle tecnologie di chi le ha e le può fornire'.

Un’analisi del quadro economico internazionale dal punto di vista tecnologico e geopolitico, alla luce delle grandi sfide globali che riguardano l’attualità e il prossimo futuro. I rapporti fra usa e Cina in vista di un 2024 ricco di appuntamenti importanti a livello mondiale, come le elezioni europee di primavera per la nuova Commissione Ue e per le presidenziali americane. Un 2024 che sarà importante anche per l’Italia, che assumerà la presidenza del G7 mettendo al centro le nuove politiche per lo sviluppo dell’AI. Ne abbiamo parlato con il Professor Michele Geraci, ingegnere elettronico, economista e professore di Finanza, Economia e Commercio Internazionale. Ex Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico nel primo Governo Conte. Attualmente insegna in due Università americane in Cina, dove vive da più di 10 anni.

Key4biz. Professore, si parla tanto di indipendenza tecnologica e neutralità digitale, o anche di sovranismo digitale in Italia e in Europa. E’ un concetto percorribile nell’attuale contesto internazionale?

Michele Geraci. A livello internazionale sarebbe auspicabile un’indipendenza tecnologica, perché ci stiamo rendendo conto che le tensioni geopolitiche in essere pesano su interi settori strategici. L’Italia credo debba fare la sua parte, sviluppando proprie competenze. Ma ci vorrà tempo e nell’attesa dovrà utilizzare tecnologie anche da altri paesi.

E’ importante dire, quando si parla di indipendenza tecnologica, che questo concetto si estenda all’Unione Europea.

Key4biz. Considera fondamentale una visione quanto meno continentale?

Michele Geraci. Certamente sì, ma tenendo presente che Francia, Finlandia o Germania ad esempio non sono nostri fratelli. Quindi o facciamo l’indipendenza tecnologica vera, vale a dire in Italia, oppure se la facciamo a livello europeo si crea il rischio di una illusione di fondo, di essere cioè in ottimi rapporti gli uni con gli altri. Ma sappiamo benissimo che, soprattutto nei momenti di crisi quando questo sovranismo digitale sarebbe più auspicabile, ognuno invece fa un po’ come vuole. Lo abbiamo visto durante il Covid, quando la Polonia bloccava le esportazioni, la Germania le mascherine ad altri casi del genere. Quindi, o si va verso una sovranità nazionale vera, oppure non bisogna scegliere quella europea perché sarebbe un tranello da cui l’Italia uscirebbe in modo penalizzato perché non ha le competenze di altri paesi. 

Key4biz. E quindi? Come se ne esce?

Michele Geraci. Io sono per l’utilizzo delle tecnologie di chi le ha e le può fornire. Vanno bene le forniture dagli Stati Uniti o di altra provenienza su altre tecnologie, nel frattempo come Italia cerchiamo di sviluppare qualcosina internamente. Ma è difficile pensare di poter competere con questi Stati. La mia idea è quella di mantenere i contatti con tutti i fornitori perché quando i rapporti sono incrinati le forniture si fermano.  

Key4biz. Quindi l’auspicio è che l’Italia mantenga rapporti con tutti i fornitori e non diventi dipendente soltanto da alcuni di essi. Giusto? Mi riferisco anche all’uso spinto del golden power che c’è stato negli ultimi tempi sulle forniture extra Ue.

Michele Geraci. Assolutamente. Questa indipendenza tecnologica va garantita o sviluppando le tecnologie da sé o diversificando i fornitori restando così indipendenti. Questo è un imperativo per la politica estera del nostro paese, che deve avere rapporti aperti con tutti. L’Italia deve essere un paese mediatore che ha buoni rapporti con tutti i paesi del mondo e si pone come paese amico.   

Key4biz. Passando alla cybersecurity, c’è il rischio dal suo punto di vista che diventi un freno, una sorta di ossessione che va ben oltre l’ambito strettamente tecnologico e rischia di bloccare i rapporti internazionali?

Michele Geraci. In effetti è un po’ un’ossessione. Credo ci sia da una parte un tema legittimo di sicurezza tecnologica e di privacy. E’ chiaro che la sicurezza industriale va protetta.  Ed è bene che le aziende si dotino di sistemi di protezione. Proprio perché il tema della cybersecurity e’ importante, bisogna evitare di cadere nella trappola di avere un numero limitato di fornitori, specialmente se sono anche geopoliticamente collegati tra essi. Quindi, la diversificazione fa diminuire tale rischio

Key4biz. E per quanto riguarda la sicurezza dei dati e del traffico?

Michele Geraci. C’è poi un tema di sicurezza delle reti. E’ la rete italiana che fa passare i dati e non sono certo i componenti di cui la rete è costituita che gestiscono il traffico di rete. Non sono certo i componenti di Ericsson o di altri fornitori che costituiscono una minaccia per i dati che passano sulla rete Tim. E semmai è questa vendita delle reti Tim a un fondo americano che mette a rischio il traffico, non certo l’uso di componenti. Se preoccupano i dati che qualcuno potrebbe spiare, allora l’operatore della rete ha comunque la possibilità di verificare cosa passa sulla infrastruttura e non certo nei componenti di paesi terzi.  Quindi, io penso che ci sia una enfasi eccessiva sulla sicurezza della componentistica di rete. Si arriva così al paradosso che ci preoccupiamo di avere forniture ad esempio dalla Cina, e poi vendiamo la rete ad un fondo straniero che sarà quello che gestirà la nostra rete. Avrei un’attenzione più bilanciata: da un lato il possesso e la gestione, dall’altro il monitoraggio dei dati sulla rete che toglierebbe qualsiasi rischio sul lato dei componenti.

Key4biz. In questo contesto complicato, come si pongono le nostre PMI che sono la spina dorsale dell’Italia? In che modo eccessive prescrizioni e chiusure nella libera circolazione delle merci e delle tecnologie può rappresentare un danno per la nostra economia?

Michele Geraci. Certamente le PMI italiane sono esposte, soprattutto in confronto ai grandi gruppi. L’eccessiva prudenza rischia di essere un meccanismo che sfavorisce le PMI che non hanno la scala per gestire questo genere di problemi.

Key4biz. Professore, parlando di Intelligenza Artificiale nell’ultimo incontro fra il presidente cinese Xi Jinping e Joe Biden l’AI è stato fra i temi più importanti. Può l’Intelligenza Artificiale essere un terreno di collaborazione internazionale?

Michele Geraci. La vedo un po’ come era la guerra fredda. Più armi atomiche hanno gli altri, più è improbabile che le usiamo. In generale, c’è da un lato la preoccupazione di cosa possa fare l’AI soprattutto nel mondo del lavoro e dall’altro anche dell’uso che se ne possa fare per motivi geopolitici. Storicamente sono più i paesi occidentali che usano il modello di egemonia economica e militare.

Key4biz. Il 2024 sarà un anno pregno di eventi: dalle elezioni politiche europee alle presidenziali americane e sarà anche l’anno di presidenza italiana del G7, con un’attenzione particolare per l’Intelligenza Artificiale. Può essere un anno di svolta per i rapporti internazionali anche in chiave di AI?

Michele Geraci. Il G7 di fatto ha un impatto e un’influenza internazionale piuttosto limitata. Serve per tenere rapporti interpersonali fra i capi di Governo, ma il G7 non ha di fatto alcun braccio operativo.

Sulle elezioni Usa, credo che paradossalmente una vittoria di Trump abbasserebbe le tensioni geopolitiche fra Occidente e Asia, Cina in particolare. Questo perché le relazioni con la Cina degli Usa di Trump sarebbero molto pratiche, basate sul bilanciamento della bilancia commerciale con un Trump che ragiona e si comporta in modo molto pragmatico, da business man, molto più favorevole alle esigenze delle aziende. I democratici, invece, hanno con la Cina un problema filosofico, non possono accettare di essere superati da un regime. Sarebbe più difficile, quindi, con i democratici trovare un punto di incontro con la Cina.