Il Rapporto

Servizi cloud, la Cina investe 6 miliardi di dollari nel primo trimestre 2021. I dati

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La spesa del grande Paese asiatico in soluzioni cloud è aumentata del +55% nei primi mesi dell’anno in corso, secondo un nuovo Report Canalys. L’80 degli investimenti in Cina è stata realizzato da quattro imprese: Alibaba, Huawei, Tencent e Baidu.

Il mercato cinese delle infrastrutture e dei servizi cloud ha registrato una spesa complessiva di oltre 6 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2021, con un incremento del +55% su base annua, secondo stime Canalys.

Un trend di crescita che è il più rapido al mondo, quello cinese, al secondo posto dopo gli Stati Uniti, con una quota di investimenti globali del 14%, in aumento del +12% rispetto al primo trimestre del 2020.

Questi i campioni del cloud in Cina: Alibaba, Huawei, Tencent e Baidu, che tutti insieme rappresentano più dell’80% della spesa totale.

Il 40% della spesa cinese proviene da Alibaba, un altro 19,7% da Huawei, il 13,7% da Tencent e poco più del 7% da Baidu AI Cloud.

Un settore quello delle cloud technologies in rapida affermazione a livello mondiale, soprattutto nell’ultimo anno, a causa della pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze sull’economia, con le restrizioni e le chiusure che hanno dato una spinta in avanti insperata all’economia di internet.

Grazie al cloud le aziende possono aumentare il loro potenziale operativo “da remoto”, sia per il lavoro dei dipendenti, sia per la formazione, ma anche per il rapporto con i clienti, cercando di migliorare la propria efficienza attraverso l’automazione e risparmiando sull’infrastruttura IT.

Secondo stime Gartner, la spesa globale in servizi cloud pubblici aumenterà del 23% durante l’anno in corso a oltre 332 miliardi di dollari (da 270 miliardi circa del 2020).

Le imprese possono sfruttare queste soluzioni senza necessariamente acquistare o installare fisicamente l’infrastruttura, perché in questo modo possono ottenere quello di cui hanno bisogno in qualsiasi momento, aumentando o riducendo l’offerta dei propri servizi a seconda del variare della domanda”, ha spiegato Scott Overmyer della Southern New Hampshire University.