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Serie A, Google collabora con Agcom per il blocco degli streaming illegali

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L’Agcom ha svolto una sperimentazione con Google, in qualità di fornitore di servizi di DNS pubblicamente disponibili e soggetto gestore di motore di ricerca, finalizzata all’adempimento degli obblighi previsti dalla legge antipirateria e alla luce delle previsioni recate dall’art. 9 del Regolamento sui servizi digitali (DSA).

Il 23 maggio 2025, in occasione dell’anticipo delle due principali partite dell’ultima giornata del campionato di serie A, l’Agcom ha svolto una sperimentazione con Google, in qualità di fornitore di servizi di DNS pubblicamente disponibili e soggetto gestore di motore di ricerca, finalizzata all’adempimento degli obblighi previsti dalla legge antipirateria e alla luce delle previsioni recate dall’art. 9 del Regolamento sui servizi digitali (DSA).

La sperimentazione è stata avviata a valle di una serie di interlocuzioni tra la Società e l’Autorità, dirette a individuare le modalità tecniche automatizzate più idonee per la rimozione di contenuti illegali accessibili tramite i DNS pubblici.

Attraverso un processo messo a punto con la società di Mountain View, i siti segnalati sulla piattaforma Piracy Shield in occasione delle ultime partite di campionato sono stati tempestivamente comunicati a Google che, conseguentemente, ne ha impedito l’accesso attraverso i suoi DNS pubblici. Un primo ma importante segnale di collaborazione in questa battaglia per la legalità“, ha dichiarato in una nota Massimiliano Capitanio, Commissario Agcom.
L’obiettivo è che questa attività sperimentale vada a regime il prima possibile e che anche altri soggetti coinvolti nell’accessibilità dei siti pirata, come ad esempio le VPN, adottino misure automatizzate per bloccare i siti pirata entro 30 minuti dalla segnalazione di AGCOM, nel pieno rispetto della legge nazionale. Parallelamente, si devono intraprendere altre azioni per contrastare il fenomeno, come per esempio vietare l’accesso alle APP pirata e continuare a sanzionare gli utenti che fruiscono illegalmente questi servizi“, ha aggiunto Capitanio.

La sperimentazione ha consentito la tempestiva segnalazione a Google, da parte dell’Autorità, delle risorse segnalate dai titolari dei diritti tramite Piracy Shield e l’esecuzione dei relativi ordini.

Gli esiti della sperimentazione segnano un punto importante nel contrasto alla pirateria digitale. L’Autorità proseguirà nel percorso intrapreso nel rispetto di quanto previsto dalla Legge antipirateria n. 93 del 2023 e auspica che analoghe iniziative siano tempestivamente assunte anche dagli altri prestatori di servizi coinvolti a qualunque titolo nell’accessibilità ai contenuti illegali.

Ad oggi, il numero di blocchi attuati tramite Piracy Shield è pari a circa 55.504, di cui 44.602 FQDN e 10.902 IP.

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