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Semiconduttori. Parlamento UE chiede sicurezza degli approvvigionamenti e autonomia tecnologica, mentre il mercato globale va in crisi

La crisi mondiale dei semiconduttori

Rincari delle materie prime, blocchi e chiusure dovuti alla pandemia da Covid-19, scarsità di componenti chiave, tensioni geopolitiche crescenti (soprattutto tra Washington e Pechino), guerra in Ucraina, effetto inflazione, sono solo alcuni dei fattori globali che stanno plasmando la grave crisi che negli ultimi due anni ha colpito l’industria dei semiconduttori a livello mondiale.

Per l’Europa è quindi centrale affrontare questa sfida storica con tutti gli strumenti possibili. I semiconduttori sono infatti fondamentali per la crescita dell’industria automotive e dell’elettronica di consumo (elettrodomestici compresi), per il trasporto aereo, il settore dell’energia e per i prodotti tecnologici destinati a quello medico e ospedaliero, solo per fare alcuni esempi.

La domanda di semiconduttori è stata alta in tutto il pianeta come non mai, soprattutto per la crescita esponenziale dell’internet delle cose e di alcuni dei comparti industriali sopra elencati (tra cui l’incremento delle vendite di dispositivi elettronici di connessione a internet e il boom di veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo). Ne è conseguito un aumento significativo dei tempi di attesa per le consegne di semiconduttori, che a metà del 2022 ha raggiunto un nuovo picco di 26,6 settimane.

Il Parlamento UE chiede più sicurezza negli approvvigionamenti, forza lavoro qualificata, investimenti e misure di emergenza per affrontare nuove crisi

Per questo motivo, il Parlamento europeo ha annunciato di aver definito la sua posizione negoziale su due progetti di legge in materia semiconduttori: uno sul “Chips Act“, che mira a rafforzare la capacità tecnologica e l’innovazione nel settore dei semiconduttori; e un secondo sull’impresa comune “Chip”, per aumentare gli investimenti e rafforzare l’ecosistema industriale europeo dei semiconduttori.

Il prossimo passo è avviare i negoziati con i governi UE su entrambi i dossier.

Come spiegato in un comunicato ufficiale, per quanto riguarda il Chips Act, i deputati hanno approvato il testo adottato dalla commissione industria che propone “misure per sostenere la produzione ii semiconduttori di nuova generazione e dei microchip quantistici, e la creazione di una rete di centri per affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti in materia di ricerca, progettazione e produzione”.

In questo modo si vogliono sostenere anche i progetti che mirano ad aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE, attirando investimenti e sviluppando la capacità produttiva.

La nuova legge mira infatti ad aumentare la quota UE della produzione di semiconduttori al 20% di quella mondiale.

L’Europarlamento ha inoltre chiesto di istituire un meccanismo di risposta alle crisi, bastato sulla valutazione della Commissione dei rischi per l’approvvigionamento di semiconduttori e su una serie di indicatori negli Stati membri, che potrebbero far scattare un’allerta a livello europeo.

In questo modo sarebbe possibile introdurre immediatamente misure di emergenza, come stabilire una lista di priorità per la fornitura di prodotti particolarmente colpiti dalla carenza, o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri.

Scenario globale e stime per il mercato dei semiconduttori 2023. Perdite in vista

Come abbiamo già scritto, il mercato globale dei semiconduttori è cresciuto soltanto dell’1,1% nel 2022, colpito dalle sfide economiche e dalla riduzione generalizzata della spesa. Per Gartner, le entrate globali dei semiconduttori dovrebbero diminuire del 3,6% nel 2023, andando in controtendenza rispetto all’anno passato, quando i ricavi si sono attestati a 601,7 miliardi di dollari, a fronte die 595 miliardi del 2021.

Una tendenza confermata anche da altri studi. Secondo Objective Analysis, il 2023 subirà un calo significativo delle entrate a 460 miliardi di dollari, contro i 570 miliardi di dollari del 2022.

L’aumento dei tassi di interesse, l’elevata inflazione, la minore fiducia dei consumatori e le strategie azionarie hanno portato ad una drastica perdita della capitalizzazione di mercato di un gran numero di imprese fornitrici: la capitalizzazione di mercato combinata delle prime 10 società di chip al livello mondiale è scesa del 34% da 2,9 trilioni di dollari nel novembre 2021 a 1,9 trilioni di dollari nel novembre 2022, secondo stime Deloitte.

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