La posizione

Semiconduttori. Parlamento UE chiede sicurezza degli approvvigionamenti e autonomia tecnologica, mentre il mercato globale va in crisi

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La carenza di semiconduttori ha posto il problema della dipendenza di approvvigionamento dell'Unione europea e la nuova legge mira ad aumentare la quota della produzione Ue al 20% di quella mondiale. Il Parlamento è pronto al negoziato con i capi di Stato dei Paesi membri, in gioco c’è il futuro delle industrie più strategiche. Ma il mercato mondiale andrà in crisi durante l’anno in corso.

La crisi mondiale dei semiconduttori

Rincari delle materie prime, blocchi e chiusure dovuti alla pandemia da Covid-19, scarsità di componenti chiave, tensioni geopolitiche crescenti (soprattutto tra Washington e Pechino), guerra in Ucraina, effetto inflazione, sono solo alcuni dei fattori globali che stanno plasmando la grave crisi che negli ultimi due anni ha colpito l’industria dei semiconduttori a livello mondiale.

Per l’Europa è quindi centrale affrontare questa sfida storica con tutti gli strumenti possibili. I semiconduttori sono infatti fondamentali per la crescita dell’industria automotive e dell’elettronica di consumo (elettrodomestici compresi), per il trasporto aereo, il settore dell’energia e per i prodotti tecnologici destinati a quello medico e ospedaliero, solo per fare alcuni esempi.

La domanda di semiconduttori è stata alta in tutto il pianeta come non mai, soprattutto per la crescita esponenziale dell’internet delle cose e di alcuni dei comparti industriali sopra elencati (tra cui l’incremento delle vendite di dispositivi elettronici di connessione a internet e il boom di veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo). Ne è conseguito un aumento significativo dei tempi di attesa per le consegne di semiconduttori, che a metà del 2022 ha raggiunto un nuovo picco di 26,6 settimane.

Il Parlamento UE chiede più sicurezza negli approvvigionamenti, forza lavoro qualificata, investimenti e misure di emergenza per affrontare nuove crisi

Per questo motivo, il Parlamento europeo ha annunciato di aver definito la sua posizione negoziale su due progetti di legge in materia semiconduttori: uno sul “Chips Act“, che mira a rafforzare la capacità tecnologica e l’innovazione nel settore dei semiconduttori; e un secondo sull’impresa comune “Chip”, per aumentare gli investimenti e rafforzare l’ecosistema industriale europeo dei semiconduttori.

Il prossimo passo è avviare i negoziati con i governi UE su entrambi i dossier.

Come spiegato in un comunicato ufficiale, per quanto riguarda il Chips Act, i deputati hanno approvato il testo adottato dalla commissione industria che propone “misure per sostenere la produzione ii semiconduttori di nuova generazione e dei microchip quantistici, e la creazione di una rete di centri per affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti in materia di ricerca, progettazione e produzione”.

In questo modo si vogliono sostenere anche i progetti che mirano ad aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE, attirando investimenti e sviluppando la capacità produttiva.

La nuova legge mira infatti ad aumentare la quota UE della produzione di semiconduttori al 20% di quella mondiale.

L’Europarlamento ha inoltre chiesto di istituire un meccanismo di risposta alle crisi, bastato sulla valutazione della Commissione dei rischi per l’approvvigionamento di semiconduttori e su una serie di indicatori negli Stati membri, che potrebbero far scattare un’allerta a livello europeo.

In questo modo sarebbe possibile introdurre immediatamente misure di emergenza, come stabilire una lista di priorità per la fornitura di prodotti particolarmente colpiti dalla carenza, o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri.

Scenario globale e stime per il mercato dei semiconduttori 2023. Perdite in vista

Come abbiamo già scritto, il mercato globale dei semiconduttori è cresciuto soltanto dell’1,1% nel 2022, colpito dalle sfide economiche e dalla riduzione generalizzata della spesa. Per Gartner, le entrate globali dei semiconduttori dovrebbero diminuire del 3,6% nel 2023, andando in controtendenza rispetto all’anno passato, quando i ricavi si sono attestati a 601,7 miliardi di dollari, a fronte die 595 miliardi del 2021.

Una tendenza confermata anche da altri studi. Secondo Objective Analysis, il 2023 subirà un calo significativo delle entrate a 460 miliardi di dollari, contro i 570 miliardi di dollari del 2022.

L’aumento dei tassi di interesse, l’elevata inflazione, la minore fiducia dei consumatori e le strategie azionarie hanno portato ad una drastica perdita della capitalizzazione di mercato di un gran numero di imprese fornitrici: la capitalizzazione di mercato combinata delle prime 10 società di chip al livello mondiale è scesa del 34% da 2,9 trilioni di dollari nel novembre 2021 a 1,9 trilioni di dollari nel novembre 2022, secondo stime Deloitte.