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Scuola, 25 milioni per la formazione high tech dei docenti e spunta il curriculum di educazione civica digitale

Per la formazione delle e degli insegnanti sulla cultura, i temi, le metodologie digitali e dell’innovazione tecnologica il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) ha annunciato lo stanziamento di 25 milioni di euro.

La misura è stata annunciata durante la manifestazione “Futura” di Bologna, la tre giorni di dibattiti, laboratori, racconto di buone pratiche sul Piano Nazionale Scuola Digitale, direttamente dalla Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: “Rispondiamo così ad una delle criticità della prima fase del Piano Nazionale Scuola Digitale, la formazione delle e dei docenti”.

Oggi quelle digitali sono competenze indispensabili per stare con consapevolezza e positività nel mondo globale, per non subire i cambiamenti, per governarli e orientarli su prospettive utili al Paese. La natura dell’innovazione, della scuola e per la scuola, è quindi prima di tutto culturale”, ha precisato il Ministro.

Da oggi, inoltre, sul sito del Ministero www.generazioniconnesse.it, è disponibile il primo “Curriculum di educazione civica digitale” per le scuole di ogni ordine e grado.

Dopo i risultati del progetto sperimentale ‘Programma il Futuro’, che ha coinvolto numerosi docenti e 1,6 milioni di ragazze e ragazzi, anche vincendo riconoscimenti europei, è prevista l’introduzione strutturale del pensiero computazionale negli ordinamenti scolastici.

L’innovazione è decisiva per governare il cambiamento. È una sfida che non si vince semplicemente acquistando tecnologia o introducendo nuovi contenuti o obiettivi formativi. Si vince sviluppando spirito critico e responsabilità, si vince investendo con decisione sulla cura della qualità, che riguarda l’organizzazione, la didattica e l’innovazione metodologica. Si vince puntando sulle competenze”, ha dichiarato la Ministra.

Ulteriore novità sarà l’investimento su una radio digitale:che metta in rete le tante esperienze esistenti nelle scuole, per valorizzare anche in questo modo i processi di innovazione in corso”, ha spiegato la Fedeli.

Nel 2018, ha aggiunto, ci sarà il primo monitoraggio completo del Piano Nazionale Scuola Digitale. Istituito anche un Premio nazionale della scuola digitale, “per coinvolgere tutte le scuole a competere sulle migliori innovazioni che ciascuna scuola produce e rendere così stabile la condivisione di progetti ed esperienze”.

La manifestazione bolognese è stata anche l’occasione per conoscere ed esplorare soprattutto le idee e le proposte di innovazione digitale provenienti dalla scuola. Quelle già in atto, quelle che verranno. Ad esempio, il coding usato dalle ragazze e dai ragazzi di una scuola secondaria di primo grado per elaborare un programma di giochi interattivi attraverso il quale gli allievi della scuola primaria possono imparare l’inglese.

Oppure, la banda di quattro robot che suona secondo la programmazione effettuata dalle studentesse e dagli studenti, i dispositivi tecnologici open source per i non vedenti, come la stampante braille low cost, progettati e realizzati nel laboratorio scolastico.

E ancora, le esperienze innovative dei Millennials, l’hackathon sui temi dell’Agenda 2030 dell’Onu, gli incontri con le esperte e gli esperti su metodologie didattiche innovative.

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