Sorprendente scontro sui social di proprietà tra Trump e Musk
In pochi l’avrebbero detto fino a qualche giorno fa, ma la situazione negli Stati Uniti (e non solo) è così instabile e in rapida evoluzione che tutto può accadere ormai, anche che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il multimiliardario suo prezioso alleato, Elon Musk, se le diano di santa ragione sui social.
Al posto dei guantoni, ormai, si usano i post e il ring non può essere che il mondo social, solo che in questo caso, parlando di Trump e Musk, ognuno ha il suo di proprietà.
“Musk è impazzito”
Su Truth Social, la piattaforma di famiglia, il Presidente ha scritto senza mezzi termini che Musk è letteralmente “impazzito”, minacciando senza mezzi termini di tagliare i contratti governativi alle sue aziende, cioè Tesla, SpaceX e xAI, tra le tante possedute dall’imprenditore sudafricano (naturalizzato americano).

Rincarando la dose, Trump ha scritto: “Il modo più semplice per risparmiare miliardi di dollari nel nostro bilancio è quello di porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon”.

E ancora: “Non mi dispiace che Elon si rivolti contro di me, ma avrebbe dovuto farlo mesi fa”. Riferendosi al Bill Act (anche se il nome decisamente fantasioso del provvedimento votato dal Congresso è “One Big Beautiful Bill”): “Questa è una delle leggi più importanti mai presentate al Congresso. È un taglio record alle spese, 1,6 trilioni di dollari e il più grande taglio fiscale mai concesso. Se questa legge non viene approvata, ci sarà un aumento delle tasse del 68%, e cose ben peggiori. Non ho creato io questo pasticcio, sono qui solo per RISOLVERLO. Questo mette il nostro Paese sulla strada della grandezza”, chiudendo con l’ormai classico e scontato “Make America Great Again”.

“Senza di me Trump avrebbe perso le elezioni”
Ai colpi di Trump, sono seguiti quelli di Musk, che sul suo social di proprietà X (l’ex Twitter) ha subito risposto per le rime: “Alla luce della dichiarazione del Presidente sulla cancellazione dei miei contratti governativi, SpaceX inizierà immediatamente a dismettere la sua navicella spaziale Dragon”.

Musk ha sottolineato, sempre su X, che è colpito dall’“ingratitudine” di Trump: “Senza di me, Trump avrebbe perso le elezioni, i democratici avrebbero il controllo della Camera e i repubblicani sarebbero 51-49 al Senato”.

In un altro post, Musk ha espresso il suo sostegno alla messa in stato d’accusa di Trump e alla sua sostituzione con il vicepresidente J.D. Vance, accusando per giunta l’amministrazione Trump di essersi rifiutata di pubblicare i documenti relativi al brutto caso di molestie sessuali che ha visto come attore principale il defunto Jeffrey Epstein, perché “il presidente è nei file di Epstein”: “La verità verrà a galla”, ha pesantemente dichiarato Musk.

Trump ha inoltre scritto che Musk era “in difficoltà” alla fine del suo mandato come “dipendente speciale del governo”, affermando con decisione: “gli ho chiesto io di andarsene”. La risposta di Musk è stata immediata: “una bugia palese”.
Tesla brucia 152 miliardi di dollari ed esce dall’esclusivo “1 Trillion dollar club”
Una scazzottata social che oltre a generare scompiglio nel Governo Trump e grande sorpresa tra gli americani (e tutti noi in fondo), ha avuto un grande impatto sui mercati finanziari e in particolare sulle azioni Tesla.
Le azioni della celebre casa automobilistica 100% elettrica sono crollate del 14%, bruciando in poche ore 152 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Ora Tesla non fa più parte dell’esclusivo club 1 trillion dollar, attestandosi infatti sui 916 miliardi di dollari di market cap.
Tesla ha faticato per tutto l’anno a causa del calo delle vendite, soprattutto in Europa, e per le proteste (a volte violente) da parte dei suoi clienti e di gruppi politici un po’ in tutto il mondo a causa dell’associazione di Musk con l’estrema destra americana ed europea.
In questo contesto, gli operatori di borsa che hanno venduto allo scoperto le azioni Tesla hanno guadagnato miliardi durante la disputa, secondo il Wall Street Journal.
Al centro della disputa il “One Big Beautiful Bill”
Queste nuove sorprendenti pagine della storia americana sono state aperte e scritte subito dopo l’approvazione alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti del Bill Act, la legge di bilancio proposta da Trump, che spera di mantenere le promesse elettorali più importanti, come l’estensione delle ingenti agevolazioni fiscali varate durante il suo primo mandato.
Il disegno di legge è quindi passato al Senato, dove i legislatori repubblicani hanno già manifestato la loro intenzione di apportare modifiche significative, senza una tempistica chiara per completare la spola parlamentare e adottare finalmente questo disegno di legge emblematico per il presidente americano.
Sempre su X, Musk ha nuovamente criticato la legge voluta dall’amministrazione da lui sostenuta, affermando che “dovrebbe essere redatta una nuova legge di bilancio che non aumenti drasticamente il deficit e il tetto del debito di 5.000 miliardi di dollari“, e ammonendo che ‘l’America è sulla corsia preferenziale verso la schiavitù del debito“.
Secondo una nuova analisi pubblicata mercoledì dal Congressional Budget Office, la legge fortemente voluta dal Presidente Trump potrebbe aggiungere 2,4 trilioni di dollari al deficit nel prossimo decennio.
Stamattina, comunque, già si è diffusa la notizia di una probabile imminente telefonata di pace tra i due contendenti. E’ bastato questo per ridare fiato ai mercati finanziari e far risalire il titolo Tesla, ma è chiaro che un Governo, in particolare quello degli Stati Uniti, il peso massimo a livello globale, non può subire scossoni “istituzionali” di questo genere per dei messaggi sui social e, soprattutto, per il disappunto personale di un privato, un imprenditore miliardario.