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Scansione dell’iride in cambio di criptovalute, l’intervento del Garante Privacy italiano

Se il progetto Worldcoin, basato sulla scansione dell’iride per verificare l’identità degli utenti approdasse in Italia, con ogni probabilità violerebbe il Regolamento Ue, con tutte le conseguenze di carattere sanzionatorio previste dalla normativa.

Questo in sintesi l’avvertimento che il Garante Privacy ha inviato a Worldcoin Foundation, che sostiene il progetto lanciato dall’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, per poter scambiare criptovalute, dopo i primi riscontri forniti dalla società nell’ambito dell’istruttoria avviata nei mesi scorsi dall’Autorità.

Il protocollo Worldcoin ha l’obiettivo di creare un’identità (World ID) e una rete finanziaria (basata sulla cryptovaluta WLD) a livello globale. Al centro del progetto l’Orb, un dispositivo biometrico che scansiona il volto e l’iride, appunto, un codice identificativo univoco a livello mondiale per ciascun individuo – World ID – in grado, secondo la Worldcoin Foundation, di distinguere gli esseri umani dai prodotti dell’intelligenza artificiale.

Anche se i dispositivi Orb non sono ancora funzionanti in Italia, i cittadini italiani possono già scaricare, dagli app store, la World App, fornire i relativi dati personali e prenotare i propri WLD token gratuiti.

Orb, World ID e World App, strettamente interconnessi tra loro, costituiscono l’ecosistema Worldcoin.

Dalle informazioni ricevute dalla società e da quelle reperibili sul sito della stessa, l’Autorità ritiene che il trattamento dei dati biometrici basato sul consenso degli aderenti al progetto, rilasciato sulla base di una informativa insufficiente, non può essere considerato una base giuridica valida secondo i requisiti richiesti dal Regolamento europeo.

Oltretutto, la promessa di ricevere WLD token gratuiti da parte di Wordcoin incide negativamente sulla possibilità di esprimere un consenso libero e non condizionato al trattamento dei dati biometrici effettuato attraverso gli Orb.

Infine, i rischi del trattamento risultano ulteriormente amplificati dall’assenza di filtri per impedire l’accesso agli Orb e alla World App ai minori di 18 anni.

Il provvedimento del Garante è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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