Stati Uniti, presidente Corte suprema rivendica indipendenza della magistratura dopo le critiche di Trump
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Corte suprema degli Stati Uniti, John Roberts, ha reagito a sorpresa alle critiche del presidente Donald Trump nei confronti di un giudice federale che ha stroncato un decreto presidenziale, aprendo di fatto le porte all’ingresso illegale di migliaia di migranti della “carovana” dal Centro America. Trump aveva sottolineato come il giudice fosse stato nominato dal suo predecessore, Barack Obama, e si era scagliato anche contro la corte federale del Nono distretto, dove vengono depositate gran parte delle cause legali contro le politiche della Casa Bianca in materia di immigrazione. Roberts, che non e’ solito rilasciare commenti pubblici, ha pero’ risposto alle parole del presidente rivendicando l’indipendenza della magistratura. Gli Stati Uniti non hanno “giudici di Obama o giudici di Trump, giudici di Bush o giudici di Clinton. Quello che abbiamo e’ un gruppo straordinario di giudici dedicati che fanno il loro meglio per garantire gli stessi diritti a chiunque compaia davanti a loro”, recita la dichiarazione rilasciata dall’ufficio stampa della Corte Suprema. “Questa magistratura indipendente e’ qualcosa di cui dovremmo essere tutti grati”, aggiunge la nota. Trump ha replicato a Roberts tramite il suo profilo Twitter, sottolineando come il 79 per cento dei pronunciamenti della Corte del Nono distretto venga ribaltato dalle corti di rango superiore. Trump ha puntato l’indice contro “l’attivismo giudiziario”, e si e’ rivolto direttamente al capo della Corte Suprema: “Mi spiace, giudice John Roberts, ma tra voi ci sono davvero ‘giudici di Obama’, ed hanno punti di vista radicalmente differenti rispetto a quelli delle persone incaricate della sicurezza di questo paese. Sarebbe bello se il Nono distretto fosse davvero “indipendente”, ma se cosi’ fosse, perche’ cosi’ tanti ricorsi (sulla sicurezza dei confini) vengono presentati li’, e perche’ un numero cosi’ alto di decisioni (da parte di quella Corte) vengono ribaltate dagli ordini superiori? Per favore, studia i numeri: sono scioccanti. Abbiamo bisogno di protezione e sicurezza, e queste sentenze rendono il nostro paese meno sicuro”, ha scritto Trump. Lunedi’ un giudice federale di San Francisco, Jon Tigar – nominato dall’ex presidente Barack Obama – ha invalidato un provvedimento della Casa Bianca che negava il diritto a presentare domanda di asilo politico a quanti varcano illegalmente i confini del paese: la sentenza, di fatto, spalanca le porte alle migliaia di migranti della “carovana” proveniente dal Centro America, che dopo aver attraversato il Messico preme sul confine Usa.
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Medio Oriente, “Nyt”, lo scandalo Khashoggi rafforza il presidente turco Erdogan, ma non segna un trionfo su Riad
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – Lo scandalo causato dall’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi ha consentito al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di elevare la propria statura sul piano internazionale, ma non e’ stato un vero e proprio trionfo di Ankara nella competizione con l’Arabia Saudita, che e’ oggi il suo principale avversario regionale. E’ quanto afferma Carlotta Gall in un editoriale sul quotidiano “New York Times”. Le ultime dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump chiariscono che Washington non ha alcuna intenzione di compromettere o riconsiderare la propria alleanza strategica con l’Arabia Saudita, nonostante la brutale uccisione del giornalista. La principale ambizione del presidente Turco – spezzare l’asse tra Washington e Riad, e riallineare la politica statunitense nel Medio Oriente – non sembra essersi concretizzata. Il nervosismo di Ankara per la linea del presidente Trump, che esita a puntare direttamente l’indice contro il principe della Corona saudita Mohammed bin Salman – e’ emerso martedi’, quando Numan Kurtulmus, vicepresidente del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) di Erdogan ha definito “non credibile” e “comica” l’ambigua posizione della Casa Bianca in merito alle responsabilita’ dell’omicidio. Il presidente Turco ha comunque segnato dei punti nel braccio di ferro geopolitico tra il suo paese e il Regno saudita. Se non altro, sottolinea l’editoriale del “New York Times”, Erdogan si trova oggi in una posizione migliore rispetto a quella precedente l’omicidio, sette settimane fa. L’immagine internazionale del presidente turco e’ stata significativamente danneggiata dalla sua risposta al tentato colpo di Stato del 2016, cui ha risposto con una vasta purga delle istituzioni e dell’impiego pubblico e con l’incarcerazione di oltre 100mila persone. L’omicidio Khashoggi, pero’, ha offerto ad Erdogan l’opportunita’ di rivendicare l’autorita’ morale, specie in assenza di una chiara condanna della leadership di Riad da parte del presidente Usa. Secondo Asli Aydintsabas, dell’European Council for Foreign Relations, Erdogan “sta con la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica del Mondo arabo. Questo e’ cio’ che lo interessa e cui attribuisce importanza”. L’omicidio del giornalista saudita ha anche consentito al presidente turco di ridurre l’immagine autoritaria che sconta nell’Occidente, e cio’ potrebbe costituire un punto d’appoggio per il ripristino delle relazioni con l’Europa e gli Stati Uniti.
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Spagna, Bruxelles e Fmi bacchettano la politica economica del governo Sanchez
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – Le misure contenute nel progetto di bilancio presentato dalla Spagna implicano un “rischio di non conformita’” con le regole del Patto di stabilita’ e crescita: e’ questa la conclusione a cui e’ pervenuta la Commissione europea che ieri ha diffuso il suo parere sulle manovre di tutti gli Stati membri. Lo riferisce il quotidiano “El Pais”, sottolineando che, secondo Bruxelles, i conti del ministro dell’Economia, Nadia Calvino, deviano dagli obiettivi di deficit e debito pubblico pattuiti e riducono praticamente a zero le riforme strutturali. La Commissione europea ha quindi chiesto all’esecutivo di Pedro Sanchez di prendere le “misure necessarie” per correggere queste deviazioni. Non hanno passato l’esame di Bruxelles neanche Francia, Belgio, Portogallo e Slovenia ma, secondo il commissario per gli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, la loro situazione e’ molto diversa dal caso italiano, in quanto il bilancio del Belpaese mostrerebbe deviazioni molto gravi. A bacchettare la Spagna per il suo bilancio, anche il Fondo monetario internazionale (Fmi), mettendo in evidenza che l’elevato debito pubblico, la disoccupazione, l’insicurezza del mercato del lavoro e la mancanza di riforme strutturale importanti rischiano di mettere in pericolo l’economia del paese. Nella sua relazione annuale sulla Spagna, pur sottolineando la ripresa dell’economia, la crescita superiore alla media europea, la forte creazione di nuovi posti di lavoro, il Fmi ha chiesto all’esecutivo di Madrid ulteriori misure fiscali “credibili” per ridurre il deficit pubblico e, in particolare, ha raccomandato una riforma del sistema pensionistico. L’istituto diretto da Christine Lagarde ha inoltre criticato l’aumento del 22 per cento del salario minimo deciso dai socialisti, spiegando che rischia di danneggiare l’impiego di giovani e dei poco qualificati. Allo stesso modo, il Fondo ha bocciato la “tassa Google” e la riduzione delle tasse per le Pmi, suggerendo piuttosto di aumentare l’Iva ridotta. “Il bilancio 2019 deve includere un pacchetto di regolazione affidabile”, si legge nella relazione annuale, secondo cui alcune delle iniziative proposte dal governo avranno “un esito incerto, in particolare quelle che fanno riferimento a nuove tasse e politiche”.
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Spagna, Sanchez conferma il veto sulla Brexit nonostante l’accordo con Londra su Gibilterra
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – La Spagna e il Regno Unito hanno chiuso un preaccordo bilaterale su Gibilterra che prevede quattro memorandum di intesa e un trattato fiscale. Le misure pattuite mirano a regolare i rapporti fra il governo di Madrid e la colonia britannica una volta che quest’ultima avra’ lasciato l’Unione europea, insieme al Regno Unito. Lo riferisce il quotidiano “El Pais”, precisando pero’ che, nonostante il patto raggiunto con il primo ministro britannico Theresa May, la Spagna non arretrera’ di un millimetro rispetto alla minaccia di veto all’accordo generale sulla Brexit. A confermarlo, il presidente del governo Pedro Sanchez che, in un colloquio telefonico con la May, ha ribadito l’intenzione di bocciare l’attuale versione concordata con l’Ue. La Spagna – ha insistito Sanchez – votera’ l’accordo solo se sara’ inserita una modifica per chiarire che le relazioni con Gibilterra dovranno essere negoziate bilateralmente tra Madrid e Londra, senza il via libera dei 27 Stati membri. Intanto, il numero due del Partito popolare (Pp), Teodoro Garcia Egea, ha dichiarato che “non c’e’ altra opzione che una Gibilterra spagnola”, in riferimento ai negoziati sulla Brexit. “Abbiamo sempre mantenuto questa posizione e continueremo a mantenerla”, ha insistito il segretario generale della formazione.
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Regno Unito-Emirati, crisi per il ricercatore britannico condannato per spionaggio
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – La condanna all’ergastolo inflitta ieri 21 novembre da un tribunale degli Emirati Arabi Uniti (Eau) al 31enne ricercatore britannico Matthew Hedges accusato di spionaggio sta provocando una crisi tra il Regno unito ed il paese arabo, che pure intrattengono stretti legami politici, diplomatici e militari. Lo scrive il quotidiano “The Times”, riportando le polemiche esplose dopo la clamorosa condanna comminata al ricercatore dell’Universita’ di Durham al termine di un’udienza durata appena cinque minuti e senza l’assistenza di un avvocato difensore. Il giornale, che pure e’ filo-governativo, spara in apertura della sua prima pagina in edicola oggi giovedi’ 22 novembre lo sfogo di Daniela Tejada, la fidanzata di Matthew Hedges, che accusa la diplomazia britannica di “averlo abbandonato”, sottovalutando la gravita’ del caso ed i rischi a cui il giovane britannico andava incontro. Il giornale riferisce che il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, si e’ detto “scioccato” per la gravita’ della sentenza inflitta a Matthew Hedges; il ministro ha fatto sapere di aver chiamato al telefono il primo ministro degli Eau, il principe dalla Corona di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed, protestando che la sentenza sarebbe “contraria alle assicurazioni ricevute” in passato dalle autorita’ degli Emirati ed invitandolo a rivedere il caso altrimenti, ha detto, ci potrebbero essere “serie conseguenze diplomatiche” per il paese arabo che la Gran Bretagna ha finora considerato come uno stretto alleato. All’indignazione per la condanna espressa dal mondo accademico britannico ha fatto eco al Parlamento britannico di Westminster la richiesta di una reazione ancora piu’ decisa: diversi deputati di tutti i partiti hanno chiesto al governo di tagliare immediatamente tutti i legami politici e di cooperazione militare con gli Eau e di imporre sanzioni punitive contro il paese arabo; il primo ministro Theresa May ha cerato di calmarli, assicurando che lei stessa “continuera’ a seguire la vicenda al piu’ alto livello con le autorita’ degli Emirati”. Si tratta ora di capire, spiega il “Times”, se la provocatoria sentenza di condanna del giovane ricercatore britannico sia da attribuire ad una “sbavatura” della magistratura emiratina oppure se si sia trattato di un “messaggio” di natura politica rivolto proprio alla Gran Bretagna: le relazioni tra i due paesi, ricorda il giornale, negli ultimi mesi sono state piuttosto tese a causa delle critiche britanniche rivolte agli Eau per il rispetto dei diritti umani e per la partecipazione del paese arabo alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita nella guerra civile nello Yemen contro i ribelli sciiti Houthi sostenuti dall’Iran; entrambi gli Eau ed il regno saudita poi sono molto irritati per il fatto che Londra continua a mantenere ottimi rapporti con i Qatar, il sultanato che gli altri paesi della Penisola Arabica hanno isolato accusandolo di intrattenere relazioni troppo strette con l’Iran. Quando il giovane Matthew Hedges era stato arrestato, riferisce il “Times”, gli accusatori negli Eau in effetti avevano inizialmente tentato di legare il suo lavoro di ricercatore proprio al Qatar: secondo il ministro Hunt, “non c’e’ alcuna prova” che il giovane fosse coinvolto in attivita’ spionistiche; dunque, suggerisce il giornale, il caso e’ tutto “politico” e la soluzione potra’ essere solo diplomatica.
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Francia: la protesta dei gilet gialli continua nonostante il calo di partecipazione
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – Il movimento dei gilet gialli, nato per protestare contro il caro-petrolio, continua la sua mobilitazione, nonostante in questi ultimi giorni la partecipazione sia fortemente scesa rispetto a quella che e’ stata registrata lo scorso fine settimana. “Le Figaro” spiega che a causa degli impegni lavorativi, del freddo e della stanchezza di molti manifestanti, i punti di blocco alla circolazione sono diminuiti. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, ieri su tutto il territorio ci sono stati 96 punti di blocco, contro i 208 del giorno precedente. Dati contestati dai manifestanti, che parlano di cifre piu’ alte. Molti di loro hanno inoltre diffuso su Internet foto e video di gilet gialli aggrediti dalle forze dell’ordine. Dal canto suo, il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, ha denunciato un movimento che “si radicalizza” con atti spesso violenti. Intanto, cominciano a farsi sentire gli effetti dei disagi creati nei giorni scorsi. La federazione del commercio e della distribuzione ha evocato una perdita complessiva del 70 per cento della cifra d’affari di negozi e attivita’ commerciali che sono stati costretti a chiudere. Tuttavia, resta uno zoccolo duro di gilet gialli deciso a continuare la protesta. Sull’isola della Reunion si sono verificato violenti scontri tra forze dell’ordine e un gruppo di manifestanti a volto coperto. Le violenze hanno portato al ferimento di 16 agenti e 108 fermi.
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C’e’ un complotto dietro l’arresto di Ghosn?
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – Nell’intricata storia che ha portato all’arresto del presidente di Renault-Nissan-Mitsubishi, Carlos Ghosn, la teoria del complotto e’ credibile? Se lo chiede “Les Echos” in un editoriale, dove si spiega che sono tante le domande che per il momento restano senza risposta. La principale riguarda l’atteggiamento della Nissan, che secondo molti osservatori potrebbe aver architettato una messa in scena per neutralizzare Ghosn e il suo progetto di una nuova fusione con Renault. L’ipotesi e’ stata avanzata dal “Financial Times” martedi’. Al di la’ delle supposizioni, per il momento l’unica cosa evidente e’ che il partenariato tra i due gruppi rappresenta un vero rompicapo. Renault detiene il 43,3 per cento della Nissan, che rappresenta una societa’ grande il doppio di quella francese. Per il momento, al Ministero dell’Interno francese si mostrano scettici nei confronti di una simile teoria. Diffidenti anche all’Eliseo: “Un complotto creerebbe una crisi diplomatica talmente grave che preferiamo fare la scommessa di dare fiducia ai giapponesi”, afferma una fonte rimasta anonima. Per il momento, il consiglio di amministrazione della Renault attende le prove raccolte dal partner giapponese dopo aver presentato una richiesta formale.
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Germania-Francia, ministri Difesa assegnano studi fattibilita’ per progetti congiunti
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – I ministri della Difesa di Germania e Franci, Urusula von der Leyen e Florence Parly, hanno concordato l’assegnazione ad alcune imoprese dei progetti sviluppati in maniera congiunta dai due paesi. Secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa tedesco in un comunicato diffuso nella giornata di oggi, si tratta del caccia multiruolo Sistema di combattimento aereo futuro (Fcas) e del carro armato Euro Mbt. Lo sviluppo del Fcas e’ stato affidato al consorzio europeo Airbus e all’azienda francese Dassault. Saranno invece le imprese tedesche Rheinmetall e Krauss Maffei Wegmann (Kmw), dal 2015 unita al gruppo francese Nexter in Kmw+Nexter Defense Systems (Knds, a elaborare lo studio di fattibilita’ dell’Euro Mbt. Ad Airbus, Dassault, Rheinmetall e Kmw potrebbero aggiungersi in futuro altre imprese come la francese Safran e la tedesca Mtu. A ogni modo, rende noto il ministero della Difesa tedesco, “la guida delle iniziative sara’ sempre affidata a un’azienda francese. In una dichiarazione comune, von der Leyen e Parly affermano che l’assegnazione dei progetti ad Airbus, Dassault, Rheinmetall e Kmw e’ “un passo decisivo per la difesa europea, che dimostra come Francia e Germania possano unirsi per progetti futuri”. I due paesi saranno quindi “il motore dell’Europa anche nel settore degli armamenti”, ha dichiarato von der Leyen.
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I populisti italiani apprendono la virtu’ della pazienza nello scontro con l’Ue sul bilancio
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – I leader della coalizione al governo dell’Italia, Matteo Salvini della Lega e Luigi Di Maio del Movimento 5 stelle (M5s), negli ultimi tempi hanno notevolmente ridotto le loro minacce di sovvertire l’ordine costituito in Europa: lo scrive l’opinionista Miles Johnson sul quotidiano economico britannico “Financial Times” in edicola oggi giovedi’ 22 novembre. In un’analisi firmata da Roma, Johnson esamina le ragioni di questo inedito atteggiamento dei leader populisti italiani, i quali ieri mercoledi’ 21 si sono astenuti dall’esprimere i loro consueti commenti bellicosi alla notizia che la Commissione europea aveva avviato la cosiddette “procedura per deficit eccessivo” aprendo la strada a sanzioni che potrebbero costare al paese fino a 9 miliardi di euro. Nell’annunciare la decisione, il commissario Valdis Dombrovskis ha spiegato che Bruxelles “vede il rischio che l’Italia si incammini come un sonnambulo verso l’instabilita’”; a queste durissime parole ha replicato solo il vice premier italiano Matteo Salvini, che blandamente si e’ limitato a dire: “E’ arrivata la lettera di Bruxelles? Adesso aspetto quella di Babbo Natale”. A parere dell’opinionista del giornale della City di Londra, le moderate reazioni del governo itaiano sono dettate da motivi tattico-politici: Roma infatti non desidera esasperare i toni della polemica stuzzicando i mercati finanziari; guadagnando cosi’ tempo per far passare in Parlamento la sua Legge di bilancio. I populisti italiani infatti sanno che alla fine saranno sicuramente i mercati e non Bruxelles ad avere l’ultima parola sul Bilancio italiano per il 2019 che deliberatamente infrange le regole Ue, come sostiene sul “Financial Times” un’altro autorevole opinionista, Tony Barber: perche’ infatti non c’e’ molta voglia tra i paesi Ue e neppure tra i commissari di Bruxelles di portare avanti la cosa fino alle sue estreme conseguenze; le tappe della “procedura d’infrazione”, spiega tra l’altro Barber, andranno oltre le elezioni europee del maggio 2019 e la cosa potrebbe rivelarsi controproducente, aggiungendo frecce all’arco della propaganda dei partiti populisti che puntano a quelle consultazioni per ribaltare lo status quo politico del continente. Ed in effetti la disputa non sta andando come qualcuno a Bruxelles si aspettava, rileva “Financial Times” notando come la temuta reazione negativa dei mercati non ci sia affatto stata; o almeno non ancora. Ieri gli investitori sono rimasti impassibili: all’apertura dei mercati finanziari addirittura il costo del debito pubblico italiano e’ sensibimente calato, dopo la notizia che Salvini aveva aperto uno spiraglio al compromesso. Successivamente Salvini ha dichiarato che l’obbiettivo del 2,4 di deficit per il 2019 non e’ negoziabile ma che altri aspetti della Finanziaria potrebbero essere discussi con la Commissione europea: in risposta, i rendimenti delle obbligazioni di Stato dell’Italia a 10 anni sono scesi di 10 punti base al 3,516 per cento, il maggior calo da quasi un mese; il trend al ribasso e’ continuato nella giornata anche dopo che e’ arrivata la notizia che Bruxelles ha respinto definitivamente la Legge di bilancio italiana ed ha raccomandato l’apertura di una procedura per deficit eccessivo, che potrebbe anche portare all’imposizione di sanzioni finanziarie dell’Ue. E’ sceso anche lo spread tra i titoli italiani e gli equivalenti bund della Germania, il principale indicatore delle tensioni all’interno dell’Eurozona, calando di 10 punti base al 315 punti. Se per il momento la partita politica sembra volgere a favore della coalizione populista italiana pero’, le prospettive economiche potrebbero non essere altrettanto favorevoli: le previsioni indicano che la crescita del Pil dell’Italia e’ in frenata e questo significhera’ che difficilmente il governo di Roma raggiungera’ gli obbiettivi fissati per il 2019. Piu’ preoccupante e’ il segnale di disaffezione nei cofronti delle politiche del governo inviato dalle famiglie italiane, la cui risposta e’ stata “aldisotto delle aspettative” all’asta dei BTP Italia, le obbligazioni statali legate all’inflazione e riservate ai piccoli risparmiatori: lo ha detto al “Financial Times” Davide Iacovoni, il direttore del Dipartimento gestione del debito pubblico del ministero del Tesoro. Nel terzo giorno dell’asta, ieri mercoledi’ 21, i piccoli investitori hanno sottoscritto meno di un miliardo di euro in queste obbligazioni con scadenza a quattro anni che offrono interessi dell’1,45 per cento. La partita tra Bruxelles e Roma sara’ lunga, concordano tutti i commentatori, e vedra’ certamente altri momenti di alta tensione: ma a deciderla saranno appunto i mercati, che hanno i denti per mordere, e non la Commissione che puo’ soltanto abbaiare contro l’Italia.
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Ue-Italia, vicepresidente Commissione Domobrovskis, legge di bilancio comporta rischio instabilita’
22 nov 11:09 – (Agenzia Nova) – Dopo aver bocciato la legge di stabilita’ per il 2019 presentata dall’Italia a causa del previsto aumento del debito pubblico e aver richiesto l’avvio di una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti del paese, la Commissione ha avvertito il governo italiano dei rischi che tale misura comporta. “Dure accuse dalla Commissione, mentre si avvicinano le sanzioni” dell’Ue contro l’Italia. In questo modo, il quotidiano tedesco “Handelsblatt” commenta le dichiarazioni rese poco dopo la decisione della Commissione europea dal suo vicepresidente Valdis Dombrovskis, che e’ anche commissario per l’Euro e il Dialogo sociale nonche’ per la Stabilita’ finanziaria, i Servizi finanziari e il Mercato unico dei capitali. Nella legge di stabilita’ presentata dall’Italia, “vediamo il rischio che il paese cammini come un sonnambulo nell’instabilita’”, ha affermato Dombrovskis per poi aggiungere: “Spero che questo rischio venga evitato, perche’, in fin dei conti, quello che e’ in gioco sono il benessere e la prosperita’ futura del popolo italiano”. Secondo Dombrovskis, il compito della Commissione e’ “segnalare i rischi prima che sia troppo tardi. E’ quello che la Commissione ha fatto nelle ultime settimane ed e’ quello che stiamo facendo oggi”. Inoltre, Domobrovskis ha evidenziato di non riuscire a comprendere come “perpetuando la vulnerabilita’” costituita dall’elevato debito pubblico con la legge di bilancio, l’Italia “possa aumentare la sovranita’ economica”. Invece, ha proseguito Dombrovskis, l’Itali potrebbe avere come conseguenza dell’espansione del disavanzo “una maggiore austerita’ piu’ avanti”. Intanto, “l’impatto di questa legge di bilancio sulla crescita” dell’economia italiana sara’ “negativo”, ha avvertito Dombrovskis, secondo cui “gia’ ora ogni cittadino italiano sostiene una quota individuale del debito pubblico pari a 37 mila euro e paga interessi per 1.000 euro all’anno”.
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