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Sblocca Italia, Giovanni Pitruzzella: ‘Incentivi tlc positivi, ma attenzione alla concorrenza’

Pitruzzella

Valuta con favore gli incentivi per la banda larga previsti dallo Sblocca Italia il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, oggi in audizione alla VIII Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, senza tralasciare tuttavia alcune riflessioni critiche sull’attuazione concreta di tali disposizioni e sulle modalità con le quali saranno svolte le procedure per l’ammissione ai benefici fiscali. Aspetti cruciali ai fini della tutela della concorrenza.

“Considerato il grave ritardo dell’Italia nel processo di digitalizzazione e nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale 2020 – ha sottolineato Pitruzzella – non possono che essere valutati con favore gli incentivi economici previsti dall’art. 6 del Decreto, “in via sperimentale”, per la realizzazione di infrastrutture di rete fissa, mobile, Wi-Fi e satellitare, atte a fornire servizi Internet a banda ultra larga”.

Le aree a fallimento di mercato

Entra poi nel particolare il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, evidenziando che la norma di cui al nuovo comma 7-ter lettera d), art. 33 del D.L. n. 179/2012 appare “finalizzata ad agevolare gli investimenti privati nelle aree che i piani industriali degli operatori di telecomunicazioni al momento lascerebbero sguarnite di infrastrutture di rete per la banda ultra larga, e dunque aree a fallimento di mercato”.

La stessa va a sostegno degli investimenti da attuare nell’ambito del Piano Nazionale Banda Ultra Larga, per lo sviluppo dei connessioni veloci nelle aree territoriali afflitte da digital divide incapaci di attrarre sufficienti capitali privati.

La neutralità tecnologica

Il presidente dell’Antitrust considera poi un altro aspetto positivo che è quello del rispetto del principio di neutralità tecnologica dei progetti ammessi. Positivo, ha spiegato, perché “la disposizione non è limitata ad una tecnologia particolare, ma si riferisce a tutte le modalità di accesso, quindi su reti fisse, mobili, Wi-Fi e satellitari”.

Altro aspetto essenziale su cui si è soffermato Pitruzzella è la parte del Decreto che prevede benefici fiscali anche per gli investimenti realizzabili nei Comuni con oltre 50 mila abitanti e quindi non a fallimento di mercato, realtà di quasi tutte le città italiane.

Il presidente dell’Antitrust ha evidenziato che “il nuovo comma 7-quater dell’art. 33 del D.L. n. 179/2012 introdotto dall’art. 6 del Decreto, prevede che siano ammessi ai benefici fiscali, di cui al successivo comma 7-quinquies, anche gli investimenti realizzabili nei Comuni con più di 50 mila abitanti, per lo sviluppo di reti infrastrutturali con connessioni superiori ai 100 Mbps, in aree tecnicamente non a fallimento di mercato: infatti, tali benefici sono accordati anche laddove sia già operativa una rete a banda ultra larga che non sia idonea a garantire a tutti gli utenti potenziali una velocità di download pari almeno a 100 Mbps”.

Contribuzione pubblica e reti alternative

Per Pitruzzella, questa ultima previsione potrebbe implicare forme di contribuzione pubblica al finanziamento di investimenti, dando impulso alla realizzazione di reti alternative.

Ciò – spiega – oltre a favorire l’insorgere di una effettiva concorrenza nel mercato, certamente faciliterebbe il raggiungimento di uno degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea, consistente nel 50% di linee attive Internet con velocità di trasmissione dei dati superiori a 100 Mbps, entro il 2020”.

Questo per il presidente dell’Antitrust sarebbe un “risultato questo di grande rilievo se si considera che, attualmente, vi sono soltanto poche aree di alcune città italiane dotate di una copertura al 100% della popolazione residente con reti con connessioni superiori ai 100 Mbps”.

 

 

Criticità

L’attuazione concreta di tali disposizioni e le modalità con le quali saranno svolte le procedure per l’ammissione ai benefici, ha tuttavia precisato Pitruzzella, “saranno cruciali ai fini della tutela della concorrenza. Sotto tale ultimo aspetto, occorrerà attendere la pubblicazione dei decreti ministeriali del MISE che stabiliranno “condizioni, criteri, modalità ed altre disposizioni attuative dei commi 7-ter e 7-quater”, che andranno adottati avendo riguardo anche ai profili di compatibilità con la normativa in materia di aiuti di Stato”.

 

Semplificazione per le infrastrutture: LTE

 

Altro aspetto fondamentale del Decreto Legge è quello che riguarda la costruzione o di modifica delle infrastrutture per la banda larga mobile.

L’art. 6 introduce alcune previsioni, auspicate anche dall’Antitrust (segnalazione AS1137), dirette a semplificare il regime autorizzativo delle opere di costruzione o di modifica delle infrastrutture, allo scopo soprattutto di favorire lo sviluppo delle reti mobili LTE, riducendone i costi diretti e indiretti di realizzazione.

In particolare, nel Codice delle comunicazioni elettroniche (d.lgs. n. 259/2003), l’art. 87-ter, il quale prevede che possano essere effettuate con un’autocertificazione, da inviare contestualmente alla realizzazione dell’intervento, le modifiche degli impianti già abilitati che comportino aumenti delle altezze non superiori a un metro e aumenti della superficie di sagoma non superiori a 1,5 metri quadrati, al fine di accelerare la realizzazione degli impianti di banda larga mobile.

Sul punto, ha spiegato Pitruzzella, “sarebbe auspicabile estendere le misure di semplificazione amministrativa, nei limiti del possibile e tenuto conto delle esigenze di tutela della sicurezza, anche agli interventi di miglioramento e/o ampliamento riguardanti le altre reti di telecomunicazioni a banda larga (fisse, satellite, Wi-Fi)”.

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