Il discorso

Savona (Consob): “Cybersecurity va considerata bene pubblico, Stato deve presidiare” (Video dell’intervento)

di |

Il Discorso annuale del Presidente della Consob centrato su transizione digitale, ripresa economica, autonomia tecnologica e finanziaria, ma anche su un fattore chiave per rendere tutto questo possibile al giorno d’oggi: la cybersecurity. Il richiamo ai rischi che corre chi opera in criptovalute.

Consob, il discorso del Presidente e la cybersecurity

Proteggere le infrastrutture critiche, tutelare la transizione digitale e gli interessi generali dello Stato, sono le linee guida evidenziate dal Presidente della Consob, Paolo Savona, nel suo discorso annuale, inevitabilmente centrato sugli effetti della pandemia di Covid-19 e sulla tenuta della nostra economia.

Un discorso che non ha tralasciato un tema di massima rilevanza per il momento storico, cioè il crescente fenomeno della cyber criminalità, che trova sempre nuovi strumenti di attacco e soprattutto si mostra sempre in grado di provocare danni economico-finanziari di crescente portata.

La sicurezza informatica, infatti, rappresenta una parte non indifferente della nostra azione di rilancio economico e della nostra capacità di reagire alle contingenze negative del momento.

La sicurezza delle tecniche usate resta il fianco scoperto di tutti i processi di digitalizzazione ed è perciò ragionevole considerare la cybersecurity un bene pubblico”, ha dichiarato Savona.

Un bene pubblico visto come “un’infrastruttura produttiva e sociale posta al servizio degli interessi generali, ma utile per ciascun cittadino. Perciò l’esistenza e il funzionamento di un sistema di sicurezza, anche se lasciato ai privati, deve essere garantito e presidiato dallo Stato, che deve però tenere presente che la diffusione delle tecniche digitali nella finanza pone esigenze specifiche che vanno affrontate globalmente, pena la riduzione della sua efficacia”, ha aggiunto il Presidente Consob.

E qui entrano in gioco anche le criptovalute, la blockchain e le nuove piattaforme digitali per pagamenti e transizioni. In caso l’Unione europea su quest’argomento si mostrasse troppo titubante e si muovesse a rilento: “il Paese dovrebbe provvedere autonomamente, non foss’altro per essere pronto a integrarsi nelle istituzioni comunitarie, quando esse entreranno in vigore”.

Sicurezza finanziaria e criptovalute

D’altronde la transizione digitale in corso riguarda anche le banche, il sistema finanziario, le tecnologie dei pagamenti e il mercato degli investimenti. E qui si annida l’insidia rappresentata dalla diffusione sregolata delle criptovalute, strumento favorito dai criminali di internet.

Si deve prendere atto che ci troviamo di fronte a mutamenti rivoluzionari dei mercati monetari e finanziari che vanno affrontati con urgenza“, ha detto Savona, aggiungendo che “non bastano più gli avvertimenti rivolti agli investitori sui rischi che corrono operando in cryptovalute” e che “si deve passare alle scelte“, si legge sul teleborsa.it.

Fin d’ora occorre muoversi nell’ambito di una strategia di più largo respiro che eviti una dipendenza tecnologica del nostro sistema bancario e finanziario per proteggere il risparmio italiano e lo remuneri in linea con i rendimenti del capitale investito”, ha ribadito Savona.

Un primo passo da compiere, secondo il numero uno della Consob, sarebbe il recepimento della raccomandazione del Comitato Europeo per il Rischio Sistemico del 2011, “che darebbe vita a una controparte unica nazionale che si dia carico della stabilità macro-prudenziale. La Banca d’Italia manterrebbe un ruolo centrale, giustificato dalla sua partecipazione all’eurosistema intorno a cui ruota attualmente la finanza europea, ma verrebbe garantito uno stretto coordinamento tra le tre autorità di vigilanza indipendenti (Consob, Ivass e Covip), con la partecipazione del Mef”.