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SatCab, rispettato dal Parlamento Ue il principio di territorialità

Un compromesso che al momento sta bene a tutti, quello raggiunto ieri dal Parlamento europeo sulla libertà di circolazione delle notizie e dei programmi d’informazione. Notizie, sia televisive, sia radiofoniche, che non avranno frontiere in Europa e anzi avranno libera circolazione transfrontaliera, ma solo a patto che siano tutelati e rispettati a pieno i detentori dei diritti, cioè chi investe in questi settori, chi innova, chi crea ricchezza, da lavoro e promuove cultura.

La direttiva “Satellite and Cable”, più conosciuta nella forma abbreviata SatCab, su cui negli ultimi mesi si era avviato un duro braccio di ferro, sembra incanalarsi su un percorso come detto di compromesso tra le parti.

L’Europarlamento, che voleva la libertà assoluta di circolazione dei contenuti, si dice pronto a rispettare tutti i diritti di proprietà intellettuale e d’autore garantiti dal principio di territorialità, soprattutto nell’audiovisivo, mentre le associazioni di settore dal canto loro hanno riaffermato il sacrosanto principio di offerta di qualità al cittadino europeo, che potrà comunque godere di un’ampia libertà di scelta per quanto riguarda l’informazione in rete.

Questo in sintesi quanto deciso dal Parlamento:

Le nuove norme, si legge in una nota del Parlamento, mirano a rispondere alla “crescente domanda di televisione e radio online e rendono più semplice la diffusione online di notiziari e programmi di attualità anche in Stati membri diversi da quello dove sono stati prodotti”.

Ciò avverrebbe grazie a una semplificazione della procedura per la concessione dell’uso in tutta l’Unione europea di materiale protetto dal diritto d’autore.

Tuttavia, si legge ancora nel documento finale, gli eurodeputati hanno anche confermato la norma che prevede “la possibilità di escludere un prodotto da tale procedura semplificata, e quindi riaffermare il cosiddetto “principio di territorialità”, il geoblocking, in caso di accordo formale fra il titolare dei diritti e l’emittente radiotelevisiva”.

Un modo efficace per garantire gli investimenti in prodotti nazionali e sostenere la diversità culturale.

Con il voto di oggi su SatCab – ha ricordato l’eurodeputato del Partito democratico e membro della Commissione affari giuridici, Enrico Gasbarrail Parlamento europeo ha confermato il principio di esclusività territoriale con 344 voti a favore, 265 voti contro, e 30 astenuti“.

Il lavoro portato avanti nelle rispettive commissioni dai parlamentari Costa, Danti, Gasbarra, Morgano e Toia, trova nel voto dell’aula un giusto riconoscimento: i consumatori potranno godere liberamente dei prodotti audiovisivi in rete e in tutti i paesi dell’Europa, ma allo stesso tempo – in questo modo – saranno assicurati i legittimi compensi e le dovute garanzie a chi crea il prodotto e garantisce qualità“.

Abbiamo difeso – ha precisato Gasbarra – le posizioni del nostro Paese, ma soprattutto per garantire i diritti degli autori, le produzioni indipendenti, i tanti lavoratori della filiera audiovisiva e dell’intero settore della cultura”.

Gli fa eco la nota di ieri dell’Anica, l’Associazione nazionale industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali, che “ringrazia con convinzione il Parlamento europeo e, in particolare, tutti gli europarlamentari italiani per il grande risultato appena conseguito”.

Oggi – si legge nel commento dell’Associazione – il voto favorevole in Plenaria sul dossier SatCab ha dimostrato che la maggioranza vuole un’Europa di protagonisti nel settore audiovisivo, un’industria creativa forte e competitiva, un mercato digitale attivo e non di consumatori passivi. Il settore audiovisivo è una leva strategica dello sviluppo culturale ed economico europeo e l’Italia è al centro di questo sistema”.

Nei giorni scorsi 22 sigle appartenenti all’industria audiovisiva italiana ed europea, e quindi produttori, emittenti commerciali, autori, editori, registi, artisti e tutti i professionisti delle aziende creative, aveva inviato ai parlamentari europei una lettera con la richiesta di confermare il mandato della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo (JURI-PE) che lo scorso 21 novembre aveva circoscritto ai programmi di notizie e di attualità l’applicazione del principio del paese di origine per le trasmissioni accessorie online.

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