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Salute, un italiano su quattro si affida alle app. Cresce l’uso dell’IA in medicina

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Ci affidiamo alla tecnologia per conoscere il nostro stato di salute, tra app, web e wearables. Nel mondo cresce l’applicazione dell’intelligenza artificiale in campo medico, ma nel nostro Paese tale settore è prioritario solo per un quinto dei dirigenti sanitari.

Gli italiani ci tengono al benessere e si prendono cura della propria salute. Soprattutto la prevenzione sembra sia stata accettata ben volentieri nel tempo, tanto che oggi il 50% circa dei nostri connazionali è molto sensibile al tema, effettuando nel 54% dei casi controlli regolari, anche quando non ce ne sarebbe urgenza.

Il 94% degli italiani, secondo una ricerca condotto a livello nazionale dal gruppo DocPlanner e dalla piattaforma internazionale Miodottore, si mostra molto sensibile al proprio benessere come detto, il restante 6% invece non se ne cura per niente.

La cosa interessante è che circa un quarto degli italiani ha dichiarato di usare sempre la tecnologia per accertarsi del proprio stato di salute.

Il 26% degli intervistati conferma questa tendenza e si affida completamente ai dispositivi elettronici indossabili in grado di misurare ad esempio i battiti cardiaci, la respirazione, la pressione sanguigna e molto altro.

I risultati dello studio “Brand awareness survey”, condotto in cinque differenti Paesi (Italia, Polonia, Spagna, Messico e Brasile) al fine di profilare l’attitudine dei pazienti nei confronti della salute e delle tecnologie dedicate, ci hanno evidenziato inoltre che l’8% sceglie applicazioni personalizzate, il 7% indossa apparecchi elettronici per il monitoraggio della salute e l’11% consulta internet.

L’80% degli abitanti della penisola afferma di svolgere controlli, visite ed esami specifici per fugare dubbi su malesseri o possibili problematiche, mentre, a livello internazionale, sono ancora più scrupolosi i polacchi, che nel’83% dei casi confermano la stessa tendenza.

Diversamente, la medicina alternativa è il metodo più gettonato da messicani (82%), brasiliani e spagnoli (entrambi 69%).
In Italia, gli uomini temono le visite con il medico e preferisco le applicazioni mobili per il controllo della salute fisica.

Significativa anche la crescente applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) in campo medico, con un mercato che, secondo un Report Frost & Sullivan, potrebbe raggiungere i 6,6 miliardi di dollari entro il 2021 e i 13 miliardi di dollari entro il 2025.

Altri studi valutano il mercato dell’intelligenza artificiale applicata alla salute e alla medicina molto più grande e con una spesa che entro il 2026 potrebbe aggirarsi attorno ai 44 miliardi di dollari (dati Verified Market Research).

Il successo dell’intelligenza artificiale applicata alla salute e alla medicina dipende interamente dall’accesso alle grandi quantità di dati che possono essere utilizzate per identificare modelli, sviluppare intuizioni predittive e abilitare sistemi autonomi sempre più accurati.

Tuttavia, secondo gli esperti del settore, questi dati possono essere ovunque, sono intrinsecamente dinamici e spesso si presentano in forme multiple. Di conseguenza, i direttori IT affermano che i silos di dati e la complessità della tecnologia sono le due maggiori sfide per il trasferimento dei progetti di IA alla fase di produzione, in modo che i progetti possono essere sviluppati più rapidamente e senza essere limitati da dove si trovano i dati.
Un settore questo dell’IA applicata alla salute che vedrà manifestarsi un dominio crescente da parte delle grandi big tech globali, tra cui IBM, Microsoft, Apple, SAP, Intel, Google.

Un articolo sul Corsera riportava una proiezione di Kpmg che evidenziava addirittura di una crescita costante di oltre il 5 per cento annuo nella vendita dei dispositivi medici anche con soluzioni di Intelligenza artificiale, con un aumento di quasi 800 miliardi di dollari entro il 2030.

In Italia le sperimentazioni per applicare l’IA in campo medico sono ancora limitate ad alcuni settori di punta, si legge nel Report 2019 dell’Osservatorio innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano. Dei 144 direttori sanitari intervistati, solo un quinto indica l’IA come ambito di sviluppo prioritario e le aziende sanitarie hanno investito in questo settore solo 7 milioni di euro nel 2018.