Marc Benioff, CEO di Salesforce, ha dichiarato pubblicamente che l’adozione degli agenti AI ha portato al taglio di circa 4.000 ruoli di supporto clienti all’interno dell’azienda.
Intervenuto nel podcast ‘The Logan Bartlett Show’, ha spiegato come l’automazione attraverso sistemi intelligenti abbia consentito di ridurre drasticamente il numero di dipendenti nel reparto assistenza, passando da 9.000 a circa 5.000 unità. Secondo Benioff, l’implementazione di agenti autonomi ha permesso di contattare potenziali clienti mai raggiunti prima, automatizzando le risposte e alleggerendo il carico umano.
Attualmente, circa il 50% delle interazioni con i clienti viene gestito direttamente da software AI, mentre il resto continua a richiedere l’intervento umano, specialmente per le attività più complesse o ambigue. Il dirigente paragona questa coesistenza tra uomo e macchina alla guida autonoma: quando il sistema non è in grado di gestire una situazione, è necessario che una persona subentri.
Salesforce monitora questa collaborazione attraverso uno strumento chiamato Omni-Channel Supervisor, che garantisce la supervisione in tempo reale tra operatori umani e agenti intelligenti.
Benioff ha inoltre sottolineato che la soddisfazione dei clienti è rimasta invariata nonostante la crescente automazione, definendo il risultato ‘sorprendente’.
Il caso Salesforce si inserisce in un più ampio contesto in cui aziende come Klarna, Google e Microsoft stanno riorganizzando il lavoro attorno all’AI.
La riduzione della forza lavoro tecnologica ha superato gli 82.000 licenziamenti solo nel 2025, con molti casi direttamente legati all’automazione.
Queste dinamiche stanno alimentando il dibattito su misure come il reddito universale, considerate da alcuni studiosi una risposta inevitabile alla sostituzione sistematica della manodopera.
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L’ascesa della birra prodotta dall’AI
In occasione del suo 150º anniversario nel 2023, la storica birreria tedesca Beck’s, fondata a Brema nel 1873, ha scelto un approccio radicalmente innovativo per onorare la propria eredità: affidare la creazione di una nuova birra a ChatGPT.
Con l’obiettivo di rispettare la purezza della tradizione birraria – usando esclusivamente luppolo, lievito, acqua e malto – il chatbot basato su AI ha sviluppato una ricetta battezzata ‘Beck’s Autonomous’. Il risultato? Una lager dal profilo aromatico equilibrato, caratterizzata da una dolcezza moderata e una tessitura intensamente luppolata.
Alcuni degustatori, incluso un giornalista del Daily Mail, l’hanno ritenuta superiore rispetto alla lager convenzionale dell’azienda.
Questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di come l’AI stia progressivamente penetrando anche in ambiti fortemente legati alla tradizione e alla creatività umana, come quello della produzione artigianale di bevande.
Sebbene non si tratti della prima incursione dell’AI nell’ambito alimentare, la collaborazione tra intelligenza artificiale e maestri birrai apre nuove riflessioni su autenticità, innovazione e percezione del gusto. Il progetto Beck’s si inserisce in una tendenza emergente che vede l’AI non solo come uno strumento di supporto tecnico, ma come un agente creativo capace di influenzare prodotti destinati al consumo culturale e sensoriale.
In definitiva, questo episodio dimostra che l’AI non si limita più a risolvere problemi computazionali, ma può contribuire alla costruzione di esperienze.
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