la proposta di legge

Safety check (come Facebook) obbligatorio per le Tlc, via libera del Garante Privacy

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Il Garante privacy in Commissione al Senato sul ddl che rende obbligatorio per le reti di Tlc il safety check in caso di emergenze e attentati: ‘Utilizzare i dati solo per fini di soccorso, ricerca e sicurezza’.

Il Garante Privacy Antonello Soro oggi in audizione alla Commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato ha dato il via libera al safety check obbligatorio per le reti di telecomunicazioni.

Inoltre, il Garante ha espresso il suo parere su  un’altra proposta di legge che mira alla tracciabilità degli hate speecher sul web, esprimendo un’integrazione al testo.

Safety check d’obbligo per le tlc (come Facebook) 

Di cosa stiamo parlando? In caso di attentati terroristici e calamità naturali, come terremoti e alluvioni, non solo Facebook (che lo fa già), ma anche tutte le reti di telecomunicazioni (telefonia e internet) devono utilizzare un canale di safety check con cui lanciare l’allerta verso i cellulari dei clienti agganciati alla cella nella zona interessata. Gli utenti a loro volta devono essere in grado di rispondere con una modalità semplice e immediata. Proprio come avviene con il meccanismo di comunicazione adottato dal social network con il quale gli utenti possono selezionare l’opzione “Sono salvo” (è successo per gli attentati a Bruxelles e a Nizza nel 2016 e con il sisma nel Centro Italia) e farlo sapere in tempo reale a tutti gli amici/parenti con cui si è in contatto sul social.

L’obbligo dello strumento di safety check per le telco è contenuto nel disegno di legge n. 2553, in discussione al Senato e che vede Stefano Lucidi (M5S) come primo firmatario. “Già in passato abbiamo ammesso tale possibilità anche in assenza del consenso dell’interessato purché ovviamente i dati fossero trattati per i soli fini di ricerca e soccorso”, ha dichiarato Antonello Soro, che poi ha aggiunto: “condividendosi la ratio del disegno di legge, ci limitiamo solo a segnalare alcune possibili integrazioni:

  • La funzione di safety check dev’essere svolta nel rispetto della disciplina di protezione dati, dunque osservando garanzie e principi generali quali quelli di finalità, proporzionalità, non eccedenza e minimizzazione, così da escludere, ad esempio, l’utilizzazione dei dati in questione per finalità diverse”.

Garante privacy: ok al safety check ma con limiti

Dunque l’ok del Garante per la privacy al safety check è giustificato da due condizioni: lo strumento di comunicazione deve essere inserito in un quadro normativo e i dati personali dei soggetti devono essere utilizzati solo per fini di ricerca, soccorso, per messaggi di emergenza e istruzioni di sicurezza. “E gli operatori delle telecomunicazioni”, ha concluso il Garante, “adempiere a un obbligo di legge, non devono ricevere il consenso dell’interessato”.

Soro: ecco come rintracciare gli autori di hate speech

Antonello Soro nella sua audizione informale di oggi ha anche espresso il parere del Garante per la protezione dei dati personali in merito a un altro disegno di legge, il numero 2575 che delega il Governo all’adozione di norme idonee a garantire l’identificabilità degli autori di contenuti sui social network, in particolare alla tracciabilità di chi viola, impunemente, l’altrui libertà e offende l’onore e la dignità di terzi attraverso il web. “Il modo più efficace per individuare l’autore di questi reati non è l’indirizzo Ip, ma il passaggio al sistema IPv6 parrebbe una soluzione tecnica auspicabile per garantire l’effettiva univocità dell’assegnazione degli indirizzi ip, che rappresenta oggi il principale strumento di identificazione indiretta degli utenti in rete”, ha concluso Soro.