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Safer Internet Day 2024. Telefono Azzurro: opinione positiva sull’IA per 6 ragazzi su 10

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Caffo (Telefono Azzurro): “Occorre creare una rete nazionale e internazionale per azioni ad alto impatto per proteggere i ragazzi dai rischi del web”. Il 31% degli intervistati tra 12 e 18 anni teme furto d’identità, mentre il 28% è preoccupato per la privacy.

Ci arriva anche un bambino. È questa la sfida che Telefono Azzurro lancia in occasione del Safer Internet Day 2024. Una frase che richiama l’urgenza di affrontare complesse sfide economiche, etiche, di sicurezza e di benessere legate al coinvolgimento dei bambini nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale.  “Vi è la necessità di creare una rete nazionale e internazionale efficace tra istituzioni, poli di ricerca, aziende e società civile per studiare al meglio le conseguenze che le nuove tecnologie hanno sugli adolescenti e gettare le basi per azioni ad alto impatto capaci di agire su più livelli per proteggere i bambini dai rischi del web. A livello Europeo l’AI Act, la prima legge al mondo che affronta in maniera complessiva lo sviluppo di questa tecnologia, è un’occasione da non perdere per definire i confini normativi e catalogare i rischi di una delle rivoluzioni tecnologiche più pervasive di sempre” – sottolinea Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro.

La bozza di testo regola anche i sistemi di Intelligenza Artificiale definiti “di uso generale” come CPT-4 alla base di ChatGPT. Gli sviluppatori, ad esempio, dovranno assicurarsi che i contenuti creati in questa modalità siano marcati da un sistema leggibile ed essere riconosciuti dall’utente finale come generati da un’intelligenza artificiale. In altre parole, ogni utente dovrà essere in grado di capire se sta interagendo con un chatbot o meno.

Che ai ragazzi piaccia la tecnologia e sperimentare nuove applicazioni o strumenti in grado di semplificare la loro vita è assodato. A confermare questa tendenza è anche la ricerca “Intelligenza Artificiale” di Telefono Azzurro e BVA-Doxa che ha coinvolto 806 ragazzi tra i 12 e i 18 anni ed è stata presentata oggi durante l’evento organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano.

Tra i ragazzi la percezione di conoscere come funziona l’AI è elevata. Il 94% ne ha sentito parlare e ne conosce la definizione, mentre il 9% ritiene di possedere una conoscenza molto buona. Per 6 ragazzi su 10 è positiva l’opinione su questo strumento, tanto da sentirsi pronti a consigliarne l’utilizzo ad amici e parenti (46%). Per il 13% dei ragazzi l’intelligenza artificiale è anche utile a distrarsi dai problemi della vita quotidiana e a ricevere supporto nell’affrontare difficoltà emotive e psicologiche. I ragazzi si trovano ad essere sempre più fruitori e consumatori di servizi internet e questo permette a chi li fornisce di raccogliere dati di ogni genere. Ed è proprio questo, come evidenzia l’indagine, a preoccupare di più i giovani. Il 31% degli intervistati vede tra i maggiori rischi dell’intelligenza artificiale un possibile furto d’identità, il 28% si preoccupa per la privacy e per la scarsa sicurezza dei propri dati personali. Come altri elementi di rischio gli intervistati hanno evidenziato una scarsa protezione da situazioni dannose e violente: per il 21% vi è il timore che le immagini da parte dell’AI possano danneggiare la propria reputazione e quella altrui. Il 20% degli intervistati teme di entrare in contatto con contenuti inappropriati e non adeguati alla propria età, e il 10% esprime la propria preoccupazione per la creazione di immagini pedopornografiche. 

Preoccupazione, questa, testimoniata anche dai dati diffusi dall’Internet Watch Foundation che ha dichiarato di aver scoperto materiale pedopornografico (CSAM) autogenerato con bambini sotto i 10 anni presente su oltre 100.000 pagine web nell’ultimo anno. Una cifra che rappresenta un aumento del 66% rispetto all’anno precedente. “Tutte le aziende tecnologiche devono fare la loro parte per rendere la rete più sicura adottando misure in grado di proteggere i ragazzi da questo tipo di rischi. La crittografia end-to-end, introdotta in molte piattaforme di messaggistica istantanea, aumenta la sicurezza e la privacy di tutti gli utenti, ma accresce il rischio che si utilizzino messaggi criptati per eludere i controlli e diffondere immagini a carattere sessuale di bambini e adolescenti” – spiega Ernesto Caffo.

L’indagine Telefono Azzurro – BVA-Doxa ha approfondito anche l’uso da parte dei ragazzi di chatbot come strumenti sempre più usati per trovare soluzioni ai propri problemi personali. Dall’indagine emerge come ChatGPT sia un sistema conosciuto da 8 ragazzi su 10. Tra questi il 6% ha riferito di utilizzarlo tutti i giorni e il 40% più volte a settimana. Tra gli users il 54% ritiene che il principale aspetto positivo sia la facilità d’uso che lo rende un sistema accessibile a tutti e la possibilità di essere utilizzato per diverse attività. Il 18% dei ragazzi ritiene che ChatGPT possa anche stimolare nuove idee e la fantasia. Tra gli aspetti negativi, invece, i minorenni sottolineano la difficoltà nel garantire una fonte attendibile (34%) e la possibilità che l’utilizzo renda più pigri (51%).

I chatbot che utilizzano l’intelligenza artificiale sono soluzioni che a nostro avviso meritano di essere ulteriormente sviluppate perché rappresentano un potenziale nostro alleato nella prima fase di ascolto dei ragazzi che si trovano a vivere situazioni di malessere fisico e psicologico.” – conclude Ernesto Caffo.

L’evento di Milano “Ci arriva anche un Bambino” è organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e vede il patrocinio di Senato della Repubblica, Presidenza della Camera, Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Interno, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, CNEL, AGCOM, Garante per la protezione dei dati personali, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza RAI, SIC-Generazioni Connesse, Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana. Si ringraziano i partner dell’iniziativa BPER Banca, Cabolo, Hewlett Pachard Enterprise, Meta, Tik Tok, e il media partner ANSA.