La Relazione annuale

Rustichelli (Antitrust): “Urgente introdurre la global minimum tax alle grandi aziende”

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L’appello del presidente dell’Antitrust nella Relazione Annuale presentata al Parlamento: “L’introduzione di una global minimum tax pari ad almeno il 15% a carico delle imprese di maggiori dimensioni riveste carattere di urgenza”. Secondo i dati della Commissione Ue, con la global minimum tax all’Italia 2,7 miliardi

La global minimum tax è ancora lettera morta, ma “a tutt’oggi riveste carattere di urgenza”. A lanciare l’appello al Parlamento italiano e a spiegare la ratio dell’eventuale imposta globale minima del 15% per le multinazionali è stato Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust, nel discorso di presentazione a Parlamento della Relazione Annuale 2022 dell’Autorità.

“L’introduzione di una global minimum tax pari ad almeno il 15% a carico delle imprese di maggiori dimensioni, con cui si era chiuso il vertice del G20 a Venezia nel luglio 2021, non ha finora prodotto i risultati attesi”, ha detto Rustichelli.

“È un tema”, ha aggiunto, “che ho posto con forza sin dal mio insediamento e che a tutt’oggi riveste carattere di urgenza”.

“L’Autorità”, ha spiegato il presidente, “continua ad auspicare un più deciso impegno sull’armonizzazione fiscale dei Paesi membri poiché questo preliminare ostacolo alla leale competizione non lede soltanto il confronto tra le imprese, ma mina alla radice la solidità del progetto europeo”.

No alla concorrenza fiscale sleale tra gli Stati membri

Quindi, per il presidente dell’Antitrust italiana la concorrenza fiscale sleale tra gli Stati membri continua ad essere una forma di sovvenzione indiretta che costituisce uno dei più gravi fattori di distorsione del level playing field e, quindi, una minaccia ad eque condizioni competitive all’interno del mercato unico.

Non si parla più di global minimum tax dal 6 aprile 2022, quando la Polonia bloccato, per il momento, nell’Unione europeo il recepimento dell’accordo sull’imposta globale minima del 15% per le multinazionali

Nel dettaglio, la direttiva europea, non approvata per il no della Polonia, vuole trasferire alla legislazione comunitaria uno dei due pilastri concordati lo scorso anno dall’Ocse per creare un’imposta minima effettiva del 15% sulle imprese con ricavi annuali superiori a 750 milioni di euro, ma lascia da parte l’altro pilastro del patto, l’imposta sui giganti del tech (digital tax). Nella riunione dell’Ecofin a Lussemburgo Varsavia è stata, così, l’unica capitale che si è detta contraria.

Secondo i dati della Commissione Ue, con la global minimum tax all’Italia 2,7 miliardi

In base ai calcoli dell’Osservatorio fiscale della commissione Ue, la minimum tax al 15% porterebbe in Europa 48,3 miliardi: di cui 2,7 miliardi all’Italia.

Rustichelli, nell’illustrare le attività svolte dall’Autorità l’anno scorso, ha sottolineato il grande impegno rivolto alle piattaforme digitali e, in particolare, alle modalità di raccolta e di utilizzo dei dati personali.

L’istruttoria in corso nei confronti di Google

“Mi riferisco”, ha detto Rustichelli, “all’istruttoria in corso avente ad oggetto il rifiuto di Google di concedere l’interoperabilità nei confronti di un operatore innovativo che consente agli utenti di ottenere una remunerazione dai propri dati, attraverso l’esercizio del diritto alla loro portabilità”.

“Le regole”, ha aggiunto, “che definiscono le modalità di acquisizione dei dati negli ecosistemi digitali sono al centro di una seconda indagine istruttoria, nei confronti di Apple, che sembrerebbe applicare agli sviluppatori di app una politica sulla tracciabilità dei dati di navigazione degli utenti più restrittiva di quella applicata a se stessa”.

“Intelligenza artificiale, l’Autorità Antitrust può contribuire anche alla sua governance economica”

Infine, Rustichelli ha posto l’attenzione anche su come affrontare le sfide regolatorie poste dall’intelligenza artificiale, “innovazione potenzialmente dirompente non solo sotto il profilo economico, ma anche sociale e democratico”.

E vede nelle Autorità Antitrust il naturale regolatore della governance economica dell’Intelligenza Artificiale

“Non ho dubbi”, ha affermato, “che le competenze maturate dall’Autorità attraverso i numerosi interventi a tutela della concorrenza e del consumatore nel settore digitale – che la rendono uno dei cardini europei dell’enforcement in tale settore – potranno contribuire anche alla governance economica di questa nuova frontiera della modernità”.

Per questa sua proposta, il presidente dell’Antitrust ha ricordato l’individuazione dell’Autorità come autorità nazionale competente in materia di mercati equi e contendibili nel settore digitale ai sensi del Digital Markets Act.