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Robot e automazione industriale in Italia, produzione a 6,3 miliardi di euro, crollo export (-8,9%)

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Riccardo Rosa, Presidente UCIMU: “A inizio di anno prevedevamo una leggera crescita della produzione sostenuta dall’export, crescita che le condizioni di contesto non ci permettono di confermare oggi”.

Produzione italiana di machine utensili, robot e automazione: arretra l’export, mercato interno debole

A inizio di anno prevedevamo una leggera crescita della produzione sostenuta dall’export, crescita che le condizioni di contesto non ci permettono di confermare oggi”.

Questo il commento Riccardo Rosa, Presidente UCIMU, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, sulle previsioni 2025 relative all’industria nazionale di settore appena riviste dal Centro Studi & Cultura di Impresa.

Secondo i dati presentati in occasione di EMO HANNOVER 2025 in Germania, per l’anno in corso, la produzione italiana è attesa a 6.34 miliardi di euro (+ 0,2%), quindi stabile rispetto al dato 2024.

Una crescita mancata, frutto di due cause principali: l’arretramento dell’export e la debolezza dell’attività sul mercato interno.

Ciò che il nostro Centro Studi rileva è che non è possibile individuare un vero e proprio trend per il settore. Più che altro – ha detto Rosa – rileviamo un andamento con oscillazioni verso l’alto e il basso, che rispecchia la situazione caotica del contesto”.

Il crollo dell’export italiano e il grande malato d’Europa, la Germania

Iniziamo dalle esportazioni. Le vendite dei costruttori italiani oltre confine si fermeranno a 3.89 miliardi di euro (-8,9%) rispetto all’anno precedente.

Un risultato negativo, che è legato principalmente all’andamento delle vendite in Germania, che sono cadute del 28,1%, delle vendite in India, calate del 14,1%, di quelle in Francia, che hanno segnato un altro calo del 7,5%, e di quelle negli Stati Uniti, con un -4,2%.
Unico risultato positivo in Polonia, dove hanno segnato un buon +8,3%.
Altri risultati con il segno positivo, “ma ancora troppo contenuto”, arrivano da Messico, Svizzera, Emirati Arabi e Arabia Saudita

Nel commento dai dati, Rosa ha spiegato: “la Germania soffre e, con lei, soffrono l’Europa e l’Italia, in particolare, le cui imprese sono integrate nelle catene del valore tedesche”.

Rispetto alla Germania, ha sottolineato il Presidente di Ucimu, “particolarmente difficile è la situazione dell’automotive che paga la transizione verso il motore elettrico ma anche la crisi dell’edilizia”. L’auspicio, ha precisato Rosa, è che “il programma governativo che vale 46 miliardi di euro, ed è pensato per ridare vigore all’economia del paese, possa dare effettivamente una scossa al manifatturiero”.

Gli USA restano comunque il nostro primo mercato di sbocco e questo, ha aggiunto Rosa, “nonostante i continui annunci e le continue ritrattazioni del presidente Trump in merito ai dazi”.

Mercato nazionale che cresce a doppia cifra, ma non basta: “Serve nuovo piano di politica industriale

Sul fronte interno, le consegne stimate da Ucimu cresceranno, del 19,1%, a 2.44 miliardi di euro, trainate dalla timida ripresa del consumo domestico che è atteso a 4.23 miliardi di euro (+14,1%).
I valori assoluti stimati per questi due indicatori economici (consegne e consumi domestici) restano ancora “decisamente bassi” per il settore.

Quello che abbiamo rilevato negli ultimi mesi è un lieve, ma ancora troppo debole, miglioramento dell’atteggiamento del mercato su cui hanno influito il chiarimento e la semplificazione di Transizione 5.0. La conferma arriva anche dall’andamento dei mesi di produzione assicurata che nel primo semestre 2025 si ferma a 6,6: meglio rispetto al 2024 ma ancora distante dai risultati degli anni precedenti”, si legge nel commento del Presidente dell’associazione.

Alla luce di ciò, ha sostenuto Rosa, “avviandoci all’ultima parte del 2025 che coincide con il termine dell’operatività di Industria 4.0 e Transizione 5.0, sottolineiamo la necessità di poter disporre di un nuovo Piano di politica industriale che accompagni le imprese dal 2026 in avanti”. 

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