La ricerca

Robot al fianco dei pazienti, mercato da 900 milioni di dollari

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Persone anziane, con difficoltà motorie o magari autistiche, ecco i rimedi della robotica. Nel 2021 un mercato tecnologico che potrebbe raggiungere il valore di 2,6 miliardi di dollari.

La sanità digitale si avvale sempre di più della robotica per assistere e curare i pazienti di ogni età. Persone anziane con difficoltà motorie, giovani che necessitano di riabilitazione dopo interventi gravi, bambini autistici o affetti da altre patologie invalidanti, sono tanti i casi in cui la tecnologia può intervenire con notevoli benefici.

I ricavi delle imprese

Uno dei primi effetti è la crescita del mercato di robot utilizzati nelle cure sanitarie, specialmente nell’assistenza ai pazienti, che oggi vale 868,3 milioni di dollari, con una crescita annua stimata del 30% fino al 2021, quando, secondo uno studio TechNavio, il settore avrà raggiunto il valore complessivo di oltre 2,6 miliardi di dollari.

Bene anche il mercato dei sensori, che al 2021 varrà più di 700 milioni di dollari.

Un mercato di soluzioni che nel suo insieme vale oggi quasi 5 miliardi di dollari (11,4 miliardi quelli attesi nel 2020, secondo Markets and Markets).

I benefici per i pazienti

Intanto i costi, che diminuiranno progressivamente (oggi i robot per l’assistenza sanitaria costano tra i 20 mila ed i 100 mila dollari), ma soprattutto la quantità e la varietà dei servizi offerti. Si pensi ai tanti utilizzi in sala operatoria, nelle delicate fasi della degenza e poi in caso di terapie.

Come evidenziato poi dai ricercatori della George Washington University, grazie alla pubblicazione di una ricerca sulla rivista di settore ‘Scientific american’, i robot possono essere estremamente importanti per il loro apporto in caso di pazienti affetti da autismo.

Tra le diverse soluzioni menzionate dai ricercatori, come riportato dall’Ansa, c’è ‘Sit With Us’, applicazione inventata da una ragazza di 16 anni, che aiuta i bambini vulnerabili a trovare qualcuno con cui sedersi a tavola in mensa e migliorare il livello generale di inclusione sociale.

Proprio alla GW University si sta cercando di facilitare la comunicazione tra i robot e un gruppo di bambini autistici: “I robot possono essere utili anche a calibrare le reazioni dei bambini, che spesso reagiscono in modo ansioso a stimoli come suoni forti o luci troppo intense, mentre altre applicazioni li vedono come veri e propri ‘insegnanti’, sia perchè hanno reazioni prevedibili e quindi più accettate sia perchè gli esercizi previsti per i bambini con autismo sono ripetitivi, e quindi più facili da far svolgere a una macchina”.

Robot umanoidi, che si muovono in maniera naturale, che possono essere facilmente programmati per singole terapie, che rispondono a stimolazioni verbali e corporee, insomma tutto cio che è utile per “facilitare gli scambi sociali, la comprensione dei linguaggi e la condivisione di emozioni”.

Persino un videogame, sviluppato dalla Ong americana Autism Speaks e chiamato “Evo”, potrebbe aiutare a migliorare le funzioni motorie e sono in corso i test clinici per una possibile approvazione da parte della Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.

Nel nostro Paese ci sono alcuni esempi di robotica per l’assistenza sanitaria da casa, come nel caso dell’istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che sta lavorando a 3 sistemi robotici per l’assistenza agli anziani.

A livello europee, infine, tra i tanti progetti di robotica sanitaria, c’è “Alterego”, finanziato dalla Ue con 2,9 milioni di euro, che ha sviluppato un nuovo metodo clinico per aiutare i pazienti ad adattare il proprio comportamento interagendo con avatar e robot.