il report del Berec

Roaming, ma quanto mi costi?

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I consumatori sono ancora frustrati dalla mancanza di trasparenza, soprattutto per quanto riguarda le informazioni che vengono fornite nel caso di superamento della soglia prestabilita di spesa.

Si potrebbe fare meglio. Questa, in sintesi, il parere del Berec, l’organismo che riunisce i regolatori europei, sulla trasparenza e la comparabilità delle tariffe di roaming in Europa.

Quasi la metà dei regolatori Ue ha ricevuto reclami da parte dei consumatori per la scarsa trasparenza delle tariffe roaming dati, ossia quelle pagate per navigare su internet dal cellulare quando ci si trova fuori dal proprio paese.

In generale, i consumatori europei lamentano difficoltà a gestire il limite di spesa. Nella maggior parte dei casi, quella che viene denunciata è l’insufficienza delle informazioni che vengono fornite nel caso di superamento della soglia prestabilita.

Questo avviene, spiegano i regolatori Ue, perché i consumatori non sempre hanno idea di quello che vanno a pagare: solo il 37% degli operatori, cerca infatti di spiegare ai clienti a cosa corrisponde la loro soglia di spesa: ad esempio, 2GB equivalgono a 4 ore di streaming, otto ore su Facebook, all’invio di 1.200 email senza allegati e cosi via. Anche questo, comunque, non è che renda l’idea di quello che sarà il prezzo finale pagato dai consumatori.

Il BEREC individua anche la mancanza di comparabilità delle tariffe, dato che le offerte differiscono da un operatore all’altro e da un paese all’altro. In alcuni casi, poi, i pacchetti coprono tutti i paesi europei, in altri casi (uno su sette) solo alcuni.

La mancanza di chiarezza, sottolineano quindi i regolatori, diventa un problema ancora maggiore quando le offerte distinguono tra servizi sms, minuti di chiamate e dati.

La questione dell’abolizione delle tariffe di roaming, fissata dal Parlamento europeo alla fine del 2015,  sta creando non pochi attriti tra gli Stati membri. Per evitare eccessivi danni economici per gli operatori si è pensato di introdurre gradualmente il principio del ‘roam like home’, ossia ‘paghi come a casa’. Ultima in ordine di tempo a cercare una mediazione è stata la Presidenza italiana dell’Ue, che però non è riuscita a sanare le divergenze tra gli Stati membri, con la conseguenza – come ha ammesso lo stesso sottosegretario Antonello Giacomelli – di uno slittamento  della fine del roaming.