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Roaming, operatori virtuali alla Ue: ‘Rivedere tariffe wholesale’

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Dalla consultazione pubblica "The review of national wholesale roaming markets fair use policy and the sustainability mechanism", il 53% tra MNOs e MVNOs ha detto che c'è bisogno urgente di una revisione delle norme vigenti che regolino le tariffe roaming all'ingrosso.

Mancano 406 giorni alla fine ufficiale del roaming nell’Unione Europea, dal 15 giugno 2017 non ci sarà, dunque, più alcuna differenza tra quanto paghiamo per usare il telefono a casa e quanto paghiamo per usarlo all’estero.

Un risultato a lungo inseguito dalla Commissione Europea che, già dal 30 aprile scorso, ha implementato una nuova tariffa che riduce ulteriormente il costo del roaming  in vista dell’abolizione del servizio il 15 giugno 2017.

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Non sono dello stesso parere però gli operatori mobili ‘tradizionali’ (MNOs) e quelli virtuali (MVNOs) che in una consultazione pubblica sulla Revisione dei Mercati Nazionali sul Roaming all’ingrosso lanciata dalla Commissione Europea e terminata a febbraio 2016, hanno rimarcato la necessità di un cambio del quadro regolamentare prima del 15 giugno 2017.

Infatti, solo il 34%  tra MNO e MNVOs ha detto che sarà possibile attuare il RLAH (roam like at home) senza un cambiamento delle normative all’ingrosso. Per un consistente 53%, invece, c’è bisogno urgente di una revisione delle norme vigenti che regolino le tariffe roaming all’ingrosso.

Dai risultati della consultazione, è emersa una netta spaccatura di opinioni sulla competitività del mercato del roaming. Da una parte, gli operatori più grandi, che hanno un maggiore traffico ‘inbound’, credono che le condizioni attuali delle tariffe all’ingrosso funzionino e consentano l’equiparazione dei costi all’estero con quelli praticati sul mercato domestico. Dall’altra, gli operatori più piccoli che hanno un maggiore traffico ‘outbound’, ritengono che i tetti alle tariffe roaming all’ingrosso debbano essere significativamente ridotti per rendere sostenibile il regime di roam like home. Per questi ultimi, insomma, le tariffe  all’ingrosso sono troppo alte e non permettono di coprire i costi.

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Le preoccupazioni più forti tendono a concentrarsi sul costo all’ingrosso del data roaming, con gli operatori virtuali che sostengono di non essere in grado di negoziare prezzi al di sotto dei tetti in vigore.
In altre parole, la maggioranza dei partecipanti alla consultazione vuole che l’Ue continui con il tetto tariffario di roaming all’ingrosso, ma gli operatori sono divisi su quali dovrebbero essere i nuovi prezzi.

Dalla consultazione è emerso inoltre un ampio sostegno a un’ulteriore armonizzazione delle tariffe di terminazione mobile per poter implementare il RLAH per i servizi voce.

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Storia dell’abolizione del roaming

Una misura, quella dell’abolizione del roaming che muove i primi passi nel 2004 per  entrare in vigore nel 2007 quando l’introduzione della cosiddetta ‘eurotariffa’ divenne legge vincolante in tutti gli Stati membri, tra le proteste degli operatori mobili. A oggi, dice la Ue, ha generato risparmi dell’80% sui costi delle chiamate e degli sms e dei dati e del 91% sui servizi dati.