i numeri

Rinuncia alla maternità, priorità per il 21% delle donne

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Calo delle nascite in Italia, nel 2008 si erano verificate 577mila nascite, mentre nel 2023 i nuovi nati sono stati 379mila, una diminuzione del 34,3%. Il fenomeno riguarda indistintamente i nuovi nati di cittadinanza italiana e straniera.

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La famiglia del futuro è senza figli, -34,3% di nascite dal 2008

Tra una generazione le cosiddette coppie no kids (senza figli per scelta) saranno il tipo di famiglia più diffusa in Italia. Un esito tanto scontato, quanto sconcertante. Scontato perché il processo di denatalità in Italia sembrerebbe ormai inarrestabile, sconcertante perché il senso comune porta a considerare una famiglia come un nucleo, più o meno nutrito, di individui uniti da rapporti di parentela: fratelli, cugini, nonni e non formato unicamente da due individui. Vediamo i numeri: il calo delle nascite in Italia continua senza sosta dal 2008. In quest’anno si erano verificate 577mila nascite, mentre nel 2023 i nuovi nati sono stati 379mila, una diminuzione del 34,3%.

Denatalità delle famiglie straniere, 5mila nuovi nati in meno nel 2023

Difficile che il fenomeno della rinuncia alla genitorialità si arresti, anche perché la riduzione della natalità riguarda indistintamente i nuovi nati di cittadinanza italiana e straniera. I nuovi nati da famiglie straniere (il 13,3% sul totale dei neonati del 2023) sono 50mila nel 2023, l’anno prima erano 3mila in più. Un calo continuo che porta a individuare con certezza l’anno in cui le famiglie senza figli saranno più numerose di quelle con figli: è il 2045. Meno del lasso di tempo che passa tra una generazione e l’altra (25 anni).

La composizione della famiglia italiana, i single sono il nucleo più diffuso

Oggi le famiglie con figli sono 8,3 milioni, tra 20 anni saranno 6,4 milioni, una diminuzione del 23%. Nel grafico in apertura la composizione attuale delle famiglie italiane, la tipologia di nucleo più diffuso è quello formato da una sola persona, le famiglie con almeno un figlio sono infatti già al secondo posto, il sorpasso dei single sulle famiglie con figli è avvenuto nel 2021.

Rinuncia alla maternità, altamente probabile per 1 donna su 2

Il 21% delle donne tra i 18 e i 34 anni “non desidera avere figli nella vita”. Una decisione prioritaria che non ha nulla a che vedere con l’instabilità economica, bensì frutto di un progetto di vita che non prevede la genitorialità ma privilegia il raggiungimento di altri obiettivi. E’ quello che emerge da un’indagine dell’Istituto Toniolo, intitolata “Sempre meno figli: è davvero una scelta?”. L’indagine riporta anche che il 29% delle intervistate (il campione è composto da settemila donne) è “debolmente interessata” alla maternità. In sintesi, una donna su due prevede di non avere figli. Un cambio di mentalità o una reazione all’instabilità?

Le ragioni alla base della rinuncia alla maternità

Secondo l’Istituto Tognolo, oltre a un cambio di mentalità e a meno pressioni sociali legate alla maternità e alla paternità, alla base della decisione di non avere figli ci sarebbe in ogni caso l’effetto dell’insicurezza. Prima di tutto di natura economica, oltre il 43% degli under 35 percepisce uno stipendio mensile inferiore ai 1.000 euro, mentre il 32,7% si colloca nella fascia immediatamente superiore, compresa tra 1.000 e 1.500 euro. Questo porta i giovani italiani ad andare a vivere da soli in media a 30 anni, la media europea è di 26,4 anni. Vi sono poi dei fattori esclusivamente femminili, come la scelta tra carriera e famiglia: in Italia 1 donna su 5 dopo il parto lascia il lavoro. Non solo problemi di reddito e parità di genere, alla base della crisi della volontà di diventare genitori incide anche l’ansia per il cambiamento climatico e il timore di nuove guerre.

L’impatto della denatalità sul sistema pensionistico

La diminuzione della natalità e l’invecchiamento della popolazione contribuiscono al costante deterioramento di un indicatore cruciale: il “tasso standardizzato di pensionamento”. Nel 2018 c’erano 259 pensionati ogni mille abitanti in Italia; nel 2019 sono diventati 260; nel 2020 sono scesi a 263 e nel 2021 a 267. Questo significa che entro pochi decenni in Italia potrebbero esserci più pensionati che lavoratori, un sorpasso che al Sud è già avvenuto. Infatti nel Mezzogiorno le pensioni pagate ai cittadini nel 2022 sono state 7,2 milioni, a fronte di 6,1 milioni di impiegati. Di questo passo il sistema pensionistico è destinato ad implodere. Come per il sorpasso delle famiglie senza figli anche per l’anno zero delle pensioni c’è una data, è il 2039 l’anno in cui gli over 64 sorpasseranno gli under 35.

Ultimo aggiornamento: aprile 2024
Fonte: Istat; Eurostat; Istituto Tognolo