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Rinnovabili: scelto il progetto per l”Italian Green District’ in Marocco

di Redazione |

È quello dello Studio Lad vince il concorso d'idee bandito da Kenergia

Si è concluso con la scelta del vincitore il concorso di idee bandito dal Gruppo Kenergia dedicato a giovani architetti italiani per l’“Italian Green District” (Igd) in Marocco, primo distretto industriale italiano nel quale le nostre aziende produrranno soluzioni per le energie rinnovabili.

Con la riunione finale del 9 maggio è terminato il lavoro della giuria che ha proclamato primo classificato il progetto dello Studio Lad di Roma, guidato dall’architetto Francesco Napolitano, così descritto: ‘L’Italian Green District è inteso come un elemento di un più ampio tessuto, come una stringa dell’analisi di un codice Dna, che, soltanto quando è aggregata con tante altre costituisce un sistema compiuto. Gli elementi che costituiscono il suo codice sono gli edifici, il verde, i parcheggi, i sistemi fotovoltaici e i percorsi’.

Secondo classificato il progetto del gruppo guidato dall’architetto Antonio Amendola. Terzo il progetto capitanato dall’ingegnere Casimiro Forte.

Cinque i principali criteri adottati per il giudizio: coerenza con le prerogative indicate negli indirizzi di progetto, scelte formali e funzionali di progetto, originalità della soluzione, particolare attenzione al sistema del verde, di irrigazione e Pv Pumping, rappresentazione dell’idea progettuale.

‘Nel lanciare questo concorso di idee – ha dichiarato Giovanni Simoni, presidente di Kenergia – abbiamo voluto sollecitare la creatività dei giovani professionisti italiani nel suggerirci soluzioni adeguate alla complessità del progetto, che dovrà integrare paesaggio locale con l’immagine del nostro Paese in un quadro di massima attenzione alla riduzione dei consumi energetici, alla produzione di energia solare in un contesto costruito e a un’attenzione all’utilizzo di una risorsa preziosa come l’acqua’.

L’Igd (Italian Green District) fa parte del programma di investimento previsto dal progetto “Solar Breeder” che prevede l’insediamento della filiera del solare fotovoltaico nazionale in un unico sito alimentato dalle stesse tecnologie che verranno prodotte in loco.