Green economy

Rinnovabili, Parlamento UE vota la nuova direttiva 2020-2030. Si punta al 35%

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Europarlamentari ambiziosi: entro il 2030 rinnovabili al 35%. Domani il voto per l’energia pulita, l’efficienza, una nuova governance e meccanismi di controllo più efficaci.

Le fonti energetiche rinnovabili (Fer) nell’Unione europea (UE) sono passate dall’8,5% del 2004 al 16,7% del 2015. Una quota che è praticamente raddoppiata nel giro di dieci anni e che ci fa ben sperare nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità Europa 2020 del 20% almeno di energia proveniente da fonti pulite.

Per questo motivo domani, 17 gennaio, il Parlamento europeo in seduta plenaria voterà la nuova Direttiva Energie Rinnovabili per il periodo 2020-2030 (Renewable energy directive o REDII) su tre proposte per l’energia pulita: energie rinnovabili, efficienza energetica e meccanismo di controllo, la cosiddetta governance dell’Unione energetica.

Poi gli eurodeputati cominceranno i negoziati con il Consiglio sui dettagli delle regole.

I Paesi dell’Unione hanno già trovato un accordo per spostare l’obiettivo del 20% di energie rinnovabili al 27% entro 2030, ma secondo gli eurodeputati questo obiettivo non è abbastanza ambizioso e vogliono spostare l’asticella almeno al 35%.

I benefici di questo meccanismo sono indubbi, perché consente di ridurre rapidamente le emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera, di diminuire sensibilmente l’importazione di energia entro i confini Ue per un risparmio medio di 350 miliardi l’anno e di rilanciare la green economy in tutta l’Unione, che dal 2000 ad oggi ha permesso di creare 4,2 milioni di posti di lavoro.

Il lavoro da fare è ancora molto, comunque, e una nuova spinta propulsiva da Bruxelles non può che apportare un nuovo slancio per la promozione e l’utilizzo delle Fer. Basti pensare che il 40% dell’energia consumata nell’UE è usata per il riscaldamento o il raffreddamento degli edifici, mentre il 75% degli edifici è ancora inefficiente dal punto di vista energetico e quindi rappresenta un’importante area da riformare e migliorare.

Queste ultime poi sono solo alcune delle criticità che è possibile individuare nel settore dell’efficienza energetica e infatti a dicembre 2017 il Parlamento, il Consiglio e la Commissione hanno deciso che gli stati membri dovranno preparare strategie nazionali a lungo termine per sostenere la ristrutturazione di edifici residenziali e non residenziali.

L’obiettivo è ambizioso ma raggiungibile: nel 2050 gli edifici nell’Unione non dovrebbero consumare quasi nulla in termini di energia trasformandosi in strutture nZEB (nearly Zero Energy Building).

L’Italia è fra i paesi che hanno già raggiunto nel 2015 l’obiettivo fissato per il 2020, ma la quota di energia rinnovabile consumata (17,5%) è minore rispetto a quella di altri stati. Nella vicina Austria, ad esempio, la quota di energia rinnovabile è del 33%.