La transizione

Rinnovabili, in Cina raddoppiate in un anno le centrali eoliche e solari

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Nel 2020 superati i 40 GW di nuova capacità eolica e i 48 GW di capacità solare (un record nazionale questo). Pechino deve portare la quota delle rinnovabili a coprire il 25% del consumo energetico primario entro il 2030, ma prima deve liberarsi della zavorra del carbone.

Il 2020 è stato l’anno delle fonti energetiche rinnovabili in Cina. Se per un momento dimentichiamo l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, la ricerca di energia pulita uno degli elementi di volta per la transizione energetica inaugurata con il nuovo decennio.

Secondo un articolo del South China Morning Post, nel 2020 la Cina ha raddoppiato il numero di impianti eolici e solari costruiti, dando concretamente il via alle nuove politiche energetiche annunciate da Pechino.

La via delle rinnovabili in Cina

L’anno passato il grande Paese asiatico ha superato i 40 GW di nuova capacità eolica e i 48 GW di capacità solare (un record nazionale questo).

Sono risultati diretti, come detto, delle politiche energetiche nazionali orientate in maniera decisa verso la generazione di energia pulita, cioè proveniente da fonti energetiche rinnovabili.

Secondo quanto annunciato dal Presidente Xi Jinping lo scorso dicembre, la Cina deve portare la quota delle rinnovabili a coprire il 25% del consumo energetico primario entro il 2030, contro il 15% scarso dell’anno passato (era il 6,8% nel 2005).

Per fare questo serve che la capacità eolica e solare installata raggiunga i 1.200 GW, più del doppio dell’attuale (251 GW di capacità eolica e 253 GW di capacità solare, secondo dati NEA).

Obiettivi ambiziosi, miglior mercato in cui investire

Questi numeri stanno rendendo la Cina il miglior mercato per chi vuole investire in energia pulita”, ha dichiarato Jeanett Bergan, rappresentante del grande fondo pensione norvegese KLP.

L’obiettivo dichiarato dal Presidente cinese, lo ricordiamo, è davvero ambizioso: portare il Paese che più inquina al mondo a diventare “nazione a zero emissioni di CO2” entro il 2060.

Che significa raddoppiare la produzione di elettricità, fino a raggiungere 15.034 terawattora entro i prossimi 40 anni.

La zavorra del carbone

Tutto rose e fiori? Non proprio. Purtroppo Pechino non ha abbandonato del tutto i combustibili fossili. D’altronde la domanda di energia nel Paese sta crescendo e continuerà a farlo nei prossimi anni.

Secondo dati NEA, nel 2020 è aumentata anche la capacità di energia termica, portata ai massimi di questi ultimi cinque anni a 56,37 GW.

La Cina ha di fatto completato 11GW di nuova capacità elettrica ottenuta dal carbone e altri 53 GW sono già in agenda, raggiungendo così il 90% del totale a livello mondiale.

Nonostante questo poco invidiabile record, in Cina le centrali elettriche a carbone sono comunque sottoutilizzate, con un’operatività di 4.000 ore annue contro le 5.500 precedentemente stimate per il 2020.