Rimediazioni Gender-Sensitive

di |

Contributi e progetti per la formazione di un immaginario consapevole

Rimediazioni genderDi Elena Caratti

FrancoAngeli editore

Pubblicato: giugno 2015

Pagine: 164

ISBN: 9788891713421

Prezzo: € 19,00

La comunicazione massmediale, in molte delle sue espressioni, agisce indisturbata omologando ogni differenza e idealizzando il reale. Occorrono un nuovo immaginario e nuovi strumenti critici per osservare e interpretare la realtà oltre i modelli stereotipati diffusi dai media.

Questo libro costituisce la sintesi di un lavoro di ricerca che vede coinvolti più ambiti: il design della comunicazione, l’ambito degli studi di genere (più in particolare la didattica in una prospettiva di genere), le riflessioni che hanno per oggetto una dimensione etica della comunicazione multimediale.

Attraverso l’attività ideativa e progettuale, il design della comunicazione può intraprendere una serie di azioni concrete di sensibilizzazione critica dei promotori e degli utenti della comunicazione. In particolare, all’interno del mondo della formazione, può dotare le nuove generazioni degli strumenti interpretativi per osservare la realtà, per decostruirla e per consentire loro di partecipare al cambiamento come cittadini attivi.

Elena Caratti, ricercatore di ruolo presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, professore aggregato presso la Scuola del Design (Politecnico di Milano), è docente di Culture visive nel Corso di laurea in Design della Comunicazione. Laureata in architettura, dottore di ricerca in Disegno industriale e Comunicazione multimediale, Master in E-Design. Le sue attività di ricerca riguardano principalmente la formazione di base del Design della Comunicazione e l’ambito della cultura visuale, con particolare interesse per le teorie della rappresentazione e il Gender Design. In questi ambiti ha condotto workshop e seminari in Italia e all’estero. È membro del gruppo di ricerca dcxcg (Design della comunicazione per le culture di genere) del Politecnico di Milano (Dipartimento di Design) e del Centro di ricerca interuniversitario Culture di genere.