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Rigettata dal Senato la proposta sull’immigrazione della Casa Bianca, Elezioni Banca centrale europea, Elezioni in Italia

Usa-Israele, insistenza presidente Trump su pace in Medio Oriente causa frizioni con Tel Aviv

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Il presidente Donald Trump sembra aver ricalibrato la sua linea di politica estera nei confronti di Israele, dopo aver sostenuto il primo ministro Benjamin Netanyahu in ogni occasione. E’ quanto riporta il quotidiano “New York Times”, ricordando che, ancor prima dei recenti “guai” del premier israeliano, la Casa Bianca aveva smentito di aver discusso di annessioni di porzioni della Cisgiordania e Trump aveva espresso dubbi sulla disponibilita’ di Tel Aviv ad affrontare apertamente un accordo di pace. Il segretario al dipartimento di Stato Rex Tillerson ieri ad Amman ha dichiarato che il piano di pace della Casa Bianca e’ ad uno “stadio avanzato” e che “decidera’ il presidente quando riterra’ opportuno presentarlo” alle parti. La mancanza di segnali visibili e il cono di silenzio che avvolgono l’iniziativa di pace, secondo il “Nyt”, hanno sollevato dubbi sull’esistenza stessa di un piano. Alcune autorita’ tuttavia hanno affermato che il progetto concepito dal genero del presidente, Jared Kushner e da Jason Greenblatt e’ dettagliato e concreto, tanto che il presidente si espone a possibili frizioni con il leader di Israele proprio per la sua determinazione a portare fino in fondo l’accordo di pace.

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Usa, rigettata dal Senato la proposta sull’immigrazione della Casa Bianca

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – E’ naufragata oggi al Senato degli Stati Uniti la proposta della Casa Bianca sul tema immigrazione. Il Senato, rende noto il quotidiano “New York Times”, ha rifiutato oggi la riscrittura del provvedimento da parte dell’amministrazione del presidente Donald Trump che avrebbe aumentato la sicurezza ai confini, inasprito i criteri per l’immigrazione legale e risolto il destino dei cosiddetti “Dreamers”, i figli degli immigrati irregolari arrivati nel paese quando erano bambini. La proposta della Casa Bianca era stata avanzata dal senatore repubblicano Charles Grassley, ma sono mancati all’appello 21 voti per raggiungere la maggioranza di 60. Il provvedimento, oltre che dai Democratici e’ stato bocciato, per ragioni diverse, anche da alcuni Repubblicani. In precedenza altre due proposte in tema di immigrazione sono state scartate e il presidente Trump, che sperava nell’approvazione di quella odierna, potrebbe mettersi di traverso rispetto a ogni altra soluzione. Il 5 marzo, in assenza di una nuova legge, i circa 690 mila “Dreamers” perderanno il loro permesso di lavoro e potranno essere espulsi.

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Sicurezza, speranze e tensioni della partnership Usa-Europa alla Conferenza di Monaco

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Le tensioni transatlantiche potrebbero uscire allo scoperto in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, tradizionale appuntamento annuale che si concentrera’ sul ruolo futuro dell’Unione europea come attore globale e, in particolare, delle sue relazioni con Russia e Stati uniti. L’appuntamento annuale che inizia domani, 16 febbraio, presenta criticita’ nelle relazioni tra Stati Uniti e Europa su temi come il commercio, i cambiamenti climatici, la pace in Medio Oriente e l’accordo nucleare con l’Iran. E’ quanto riporta il quotidiano “Wall Street Journal”, precisando che secondo diplomatici europei le tensioni sarebbero state generate dalla dichiarazioni provocatorie, spesso su Twitter, del presidente Donald Trump e dall’assenza di alcuni diplomatici statunitensi per discutere di questioni chiave. Tra i motivi di disaccordo, la posizione di Trump sui contributi all’Alleanza Atlantica (Nato). Il presidente ha criticato l’esiguita’ delle spese militari messe a disposizione da altri paesi. Tuttavia, ad oltre un anno dall’insediamento di Trump, si intravedono schiarite tra alcuni diplomatici europei sulla capacita’ di tenuta della Nato. Su alcuni temi, ad esempio, la cooperazione transatlantica e’ rimasta compatta. Gli europei, rimarca il “Wsj”, hanno sostenuto la campagna di pressioni di Washington contro la Corea del Nord, hanno lavorato con gli Usa contro lo Stato islamico ed hanno apprezzato alcune posizioni assertive dell’amministrazione Trump nei confronti della Siria del presidente Assad.

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Francia, presentato il progetto di ristrutturazione del sistema ferroviario nazionale

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Ieri e’ stato presentato al governo il rapporto preparato da Jean-Cyril Spinetta per riformare il sistema ferroviario nazionale. Ne parla la stampa francese, spiegando le misure principali contenute nel documento. L’obiettivo e’ quello di riassorbire il deficit strutturale del sistema, che ammonta a 2,6 miliardi di euro all’anno. “Les Echos” afferma che Spinetta punta “sull’apertura alla concorrenza”, insieme a una serie di altre iniziative. Tra le misure figurano quelle riguardanti un “piano di partenze volontarie” di 5mila dipendenti e la trasformazione di Sncf Mobilite’s in societa’ a capitale pubblico. “Libe’ration” sottolinea che il piano spinge per una maggiore “liberalizzazione dell’impresa pubblica”, che in questo modo entrerebbe in “una nuova era”. “Le Figaro” riporta la collera dei sindacati, che parlano di “attacco”, “provocazione” e “dichiarazione di guerra”. Secondo la Cgt, una delle principali sigle nazionali, si tratta di “una politica antiferroviaria”. Positiva, invece, la reazione del mondo politico della destra e del centro. La vice-presidente dei Repubblicani, Virginie Calmels, ha commentato soddisfatta il progetto sul suo account Twitter.

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Francia, il primo ministro vuole rafforzare i controlli sugli investimenti stranieri

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Il premier francese, Edouard Philippe, “vuole controllare gli investimenti stranieri”. Lo scrive “Les Echos”, spiegando che il Primo ministro intende ampliare il numero dei settori protetti dal “decreto Montebourg”, che da’ diritto allo stato di bloccare gli investimenti esteri in Francia. Per il momento il decreto interessa i settori energetici, idrici, dei trasporti, delle comunicazioni elettroniche e della salute pubblica. Philippe vuole rafforzare i controlli attraverso il Tesoro, che verra’ aiutato da una squadra di esperti. Prossimamente il governo rendera’ pubblico un pannello di nuove sanzioni. A oggi la Francia puo’ annullare una vendita o infiggere una multa che puo’ arrivare fino al doppio del capitale investito. Due tipi di sanzioni troppo pesanti secondo il quotidiano economico, che finora non sono mai state utilizzate. Il governo vuole inserire altri “mezzi di pressione” introducendo delle multe forfettarie per gli investitori che non mantengono gli impegni presi. A questa misura se ne aggiunge poi un’altra: la facolta’ da parte del Ministero dell’Economia di sospendere il diritto di voto degli investitori stranieri sulle attivita’ dell’azienda.

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Germania, Maas (Spd) descrive Poggenburg (AfD) come un “razzista”

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Il ministro della Giustizia tedesco, il socialdemocratico Heiko Maas (Spd), ha attaccato il capo di Stato della Sassonia-Anhalt Andre’ Poggenburg, di Alternativa per la Germania (AfD), dopo le dichiarazioni rilasciate da quest’ultimo nella giornata di mercoledi’. “Chiunque discrimini le persone a causa della loro origine o discendenza deve essere classificato come un razzista”, ha dichiarato Maas alla rete tedesca “Rnd”. Poggenburg aveva definito la comunita’ turca in Germania come “commercianti di cumino, conduttori di cammelli, gente senza casa, che non vogliamo piu’ avere qui”. Maas ha difeso la doppia cittadinanza che “ha reso l’integrazione piu’ facile per molti migranti”. Anche il presidente federale Frank-Walter Steinmeier ha criticato aspramente le osservazioni di Poggenburg. “Vedo che ci sono politici che usano auto-indulgenza nel linguaggio, ed usano spietatezza e odio nella propria strategia comunicativa. Spero che i cittadini di questo paese non seguano questa strada” ha detto Steinmeier giovedi’ scorso ai giornalisti a Halle. Il leader dell’AfD Alexander Gauland non ha voluto condannare le dichiarazioni di Poggenburg. “E’ un linguaggio drastico, ma era il mercoledi’ delle ceneri”, ha detto Gauland, alla “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Il co-presidente Joerg Meuthen, tuttavia, ha preso le distanze dalle dichiarazioni. “Il Mercoledi’ delle ceneri, e’ noto anche per le parole un po’ ruvide. Cio’ nonostante, le parole di Andre’ Poggenburg sono chiaramente andate troppo oltre e non andavano dette”, ha dichiarato in una nota. Anche il leader parlamentare dell’AfD presso la Camera dei rappresentanti di Berlino Frank-Christian Hansel ha criticato il compagno di partito. Dopo gli attacchi verbali di Poggenburg, la comunita’ turca in Germania sta prendendo in considerazione un’azione legale.

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Dalla visione alla strategia, per la stampa tedesca il momento dell’Europa e’ arrivato

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – L’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, ebreo tedesco, a meta’ degli anni Sessanta chiedeva maggiore responsabilita’ alla Germania nel quadro di un rafforzamento europeo. A distanza di 50 anni il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu) ha parlato addirittura di “destino” in tal senso, specie dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump circa il fatto che l’Europa dovrebbe fare affidamento maggiormente su se stessa. Gli Stati Uniti paiono orientarsi al confronto strategico con la Cina, e sono numerosi i problemi globali che l’Ue pare destinata ad affrontare autonomamente: il nazionalismo degli Stati Uniti, il revisionismo della Russia, l’espansione della Cina, e il confronto tra le visioni di Francia e Germania sul futuro dell’Ue, da cui dovrebbe emergere proprio la direzione strategica del blocco comunitario. Parigi e Berlino devono muoversi l’una verso l’altra in modo sostanziale e rapido, scrive la “Frankfurter Allgemeine Zeiung”. L’idea centrale e’ un riorientamento strategico dell’Europa, in cui Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron trovino un’intesa generale tramite reciproche concessioni, specie sul fronte finanziario. Al centro di queste dinamiche, scrive il quotidiano, deve esserci una rivalutazione politica nell’interesse dell’autodeterminazione strategica dell’Europa nel XXI secolo. La solidita’ fondamentale dell’innovazione tedesca, la qualita’ dei prodotti e quindi la forza delle esportazioni non dovrebbe danneggiare un budget separato dell’eurozona, che sia nelle mani di un ministro delle Finanze alla testa dell’Eurogruppo. Questo porterebbe molto piu’ vicino al piu’ grande obiettivo di raggiungere l’autoaffermazione strategica dell’Europa attraverso il rafforzamento economico del Continente, non ultimo per le spese militari. Una Francia forte, aggiunge il quotidiano, e’ nell’interesse tedesco, e i paesi europei piu’ deboli non dovrebbero andare a rimorchio della Cina e della sua nuova Via della seta. Il fatto che debbano gia’ farlo per motivi economici si riflette nella crescente difficolta’ della Ue nello sviluppo di una strategia comune nei confronti della Cina stessa. Un efficace diritto di co-decisione tedesco per quanto riguarda le armi nucleari francesi strategiche sarebbe un chiaro segnale per la Russia, con la quale la politica di deterrenza di Berlino potrebbe essere rafforzata in modo significativo. Allo stesso tempo, una fondazione strategica franco-tedesca per l’Europa, che da anni rivendica sostanzialmente piu’ potenza per la Germania, sarebbe secondo il quotidiano politicamente ben digeribile.

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Bce, preferenza del Parlamento europeo per il candidato irlandese Lane

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Il Parlamento europeo e’ arrivato alla conclusione che la candidatura dell’irlandese Philip Lane per la vicepresidenza della Banca centrale europea (Bce) sarebbe da preferirsi a quella del ministro spagnolo dell’Economia Luis De Guindos. Lo riferiscono i quotidiani spagnoli “El Pais” e l’economico “Expansion”, che aggiungono come la presentazione di Lane, durante la riunione a porte chiuse dei gruppi politici, sia stata piu’ convincente di quella di De Guindos. Alcuni deputati del Partito popolare (Pp) avrebbero accusato i deputati spagnoli presenti alla riunione di aver votato contro De Guindos nonostante l’appoggio apertamente dichiarato di Germania, Olanda e Francia. “I membri della commissione economica hanno intrapreso scambi informali di opinioni con i due candidati per la posizione di vicepresidente della Bce, entrambi i candidati hanno fatto una buona presentazione, la maggior parte dei gruppi politici ha considerato la performance del governatore Lane piu’ convincente. Alcuni gruppi hanno espresso riserve per la nomina del ministro De Guindos ” ha dichiarato l’italiano Roberto Gualtieri, capo della commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo. L’Eurogruppo ha sottolineato che il ruolo del Parlamento europeo e’ “consultivo” e pertanto il parere espresso dai gruppi politici e’ assolutamente non vincolante.

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Italia, Matteo Renzi lotta per evitare una seconda debacle elettorale

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – In vista delle elezioni del 4 marzo prossimo in Italia, il leader del Partito democratico (Pd) di centro-sinistra, Matteo Renzi, ha perso la sua abilita’ di catturare larga pare dell’elettorato e ora lotta per evitare una seconda debacle elettorale in 15 mesi, dopo aver perso nel dicembre 2016 il referendum costituzionale sulle riforme con cui avrebbe voluto far uscire il paese dalla sua cronica impasse burocratica e legislativa: lo scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times” in un reportage del suo corrispondente dall’Italia James Politi che ha seguito il giovane leader del Pd in un evento pre-elettorale nella sua Firenze, la citta’ di cui e’ stato sindaco. Lontani sono i tempi, ricorda il giornalista britannico, in cui Renzi ha condotto il Pd alla vittoria con il 40 per cento dei voti nelle elezioni europee del 2014: da allora il suo gradimento e’ crollato e oggi il 25 per cento sarebbe considerato un risultato soddisfacente. Anche in questo caso, tuttavia, secondo il “Financial Times” la migliore speranza del Pd e’ piazzare un altro suo esponente alla guida di un governo di coalizione con il centro-destra di Silvio Berlusconi: magari l’attuale premier Paolo Gentiloni o il popolare attuale ministro dell’Interno Marco Minniti che e’ riuscito a ridurre il flusso di immigrati dalla Libia attraverso il Mediterraneo. Nonostante lo spirito battagliero di Renzi dunque, a Roma il corrispondente del “Financial Times” James Politi annota che negli ambienti politici ormai si discute apertamente del suo futuro dopo una sconfitta che appare inevitabile: lascera’ la segreteria del Pd e si ritirera’ a vita privata, fondera’ un nuovo partito sulla falsariga di quello del presidente francese Emmanuel Macron o tentera’ ancora la sua fortuna politica?

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Italia, chi vincera’ le elezioni in base ai sondaggi e Berlusconi sara’ il kingmaker?

16 feb 10:47 – (Agenzia Nova) – Il quotidiano inglese “The Times” oggi venerdi’ 16 febbraio pubblica una lunga e ragionata analisi della situazione politica in Italia, in vista delle elezioni del 4 marzo prossimo, sulla base degli ultimi sondaggi raccolti da Wikipedia aggregando le rilevazioni effettuate da tutte le principali societa’ italiane e internazionali di rilevazioni statistiche d’opinione. Nel paese l’atmosfera politica si fa sempre piu’ frenetica, con accalorati dibattiti sulle questioni-chiave dell’immigrazione, della pubblica sicurezza e della fragile economia. L’anziano ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha compiuto un notevole ritorno al centro della scena alla testa dell’alleanza di centro-destra, reinventandosi come un saggio statista che si erge contro l’ondata populista del Movimento 5 stelle (M5s), ma cresce l’incertezza sull’esito del voto, anche a causa del nuovo sistema elettorale che potrebbe dar vita a un Parlamento senza una chiara maggioranza, con conseguenti lunghi negoziati per formare una coalizione di governo o addirittura spingere il paese verso nuove elezioni. I sondaggi realizzati da dieci mesi a questa parte dal “Times”, piazzano il M5s di Luigi Di Maio come il primo singolo partito, con il 27.49 per cento delle intenzioni di voto: il movimento anti-establishment tuttavia e’ refrattario alle alleanze e difficilmente conquistera’ il governo. Il Partito democratico (Pd) di centro-sinistra guidato da Matteo Renzi, attualmente al governo, e’ ormai scivolato al 23.75 delle preferenze. Forza Italia di Berlusconi raccoglie solo il 16,04 per cento delle intenzioni di voto ma l’alleanza da lui formata assieme alla Lega nord (13,31 per cento), a Fratelli d’Italia (4,67 per cento) e ad altre formazioni minori e’ in crescita e ora raccoglie il 37,4 per cento delle preferenze ed e’ vicina a ottenere la maggioranza assoluta. Anche se non ci dovesse riuscirci, Berlusconi potrebbe giocare un ruolo decisivo nei negoziati per la formazione di una “grande coalizione” di governo con il centro-sinistra. Il “Times” avverte tuttavia che il complicato nuovo sistema elettorale e l’altissimo numero di elettori ancora incerti rende impossibile fare previsioni attendibili.

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