Il progetto

Rigenerazione urbana, ecco il Club delle ‘Città 30 e lode’

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Ripartire da mobilità sostenibile, pratiche smart city e competenze per rendere le nostre città più vivibili ed efficienti, meno congestionate e a misura di cittadino.

È partito ufficialmente la scorsa settimana il Club delle ‘Città 30 e lode’, dopo la presentazione del programma e dei primi aderenti al CosmoBike Mobility di Veronafiere. Decine di amministrazioni cittadine di tutta Italia hanno deciso di impegnarsi in questo progetto di rigenerazione urbana che parte dalla mobilità intelligente per arrivare ad ottenere una migliore qualità della vita in città.

Favorire la mobilità pedonale e ciclabile, aumentare il raggio delle zone a trenta chilometri orari in aree urbane, aumentare le zone a traffico limitato (Ztl), potenziare e rendere più efficiente il servizio di trasporto pubblico, sono i punti chiave del manifesto firmato dagli assessori alla mobilità delle città interessate.

Tutte le realtà che già fanno parte del Club (i Comuni fondatori sono Abbiategrasso, Bergamo, Como, Crema, Cremona, Fano, Ferrara, Livorno, Lodi, Mantova, Monza, Pavia, Pisa, Pistoia, Pomezia, Rimini, Rivarolo Canavese, Reggio Emilia, Siena, Udine, Varese) lavoreranno congiuntamente per condividere soluzioni, risorse, esperienze e pratiche, nonché per assicurare che tutte le amministrazioni aderenti al progetto ricevano aiuti finanziari adeguati per promuovere piani di mobilità sostenibile e innovativi.

Per il primo anno di attività, il Club si porrà un obiettivo piccolo, ma concreto e realistico: la realizzazione di una campagna di comunicazione a uso e consumo di tutti gli associati per sensibilizzare i cittadini a ridurre la velocità in prossimità delle scuole, oltre che a una serie di eventi di formazione per politici e tecnici sul tema della mobilità.

Delle 90 città monitorate da Legambiente, nella campagna “PM10 ti tengo d’occhio”, nel 2015 ben 48 hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti di Pm10 (il 53%). L’inverno soprattutto, causa l’aria più fredda e gli alti tassi di umidità che facilitano la condensazione e la permanenza nell’aria degli agenti inquinanti, si percepisce meglio l’impatto di questi ultimi sulla nostra salute.

La mobilità privata, con le nostre automobili, è responsabile per il 30% dello smog cittadino. Otto italiani su dieci usano l’auto privata per andare a lavoro, per portare i figli a scuola, per fare la spesa e andare a divertirsi. È la fotografia di come si sposta quotidianamente il 76,2% delle donne e l’83,4% degli uomini.

Vale la pena ricordare che ogni anno l’inquinamento dell’aria causa oltre 400.000 morti premature nei paesi dell’Unione europea. Fra questi, l’Italia ha uno dei peggiori bilanci in Europa: la Penisola detiene il record di morti per smog con 59.500 decessi prematuri per il Pm2,5 – 3.300 per l’Ozono e 21.600 per gli NOx nel solo 2012 (Dati Agenzia Europea dell’ambiente).

Stime che potrebbero crescere esponenzialmente se come valori limite di riferimento per gli inquinanti si prendessero quelli consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in base ai quali la percentuale di popolazione in ambiente urbano esposta a concentrazioni di polveri sottili dannose per la salute salirebbe dall’attuale 12% a circa il 90%, mentre per l’Ozono si passerebbe dall’attuale 14-15% al 97-98%.

(Foto Cosmobike Mobility 2016)