Nuova proposta

Riforma Rai, ddl del Pd rilancia il sistema duale

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Undici senatori del Pd hanno presentato un disegno di legge sulla governance Rai che punta al sistema duale con un Consiglio di gestione e uno di Sorveglianza.

In attesa che nei prossimi giorni il premier Renzi presenti al Consiglio dei Ministri il progetto di riforma Rai, undici senatori del Pd depositano un disegno di legge che rilancia il sistema duale per la governance della tv pubblica.

A darne notizia è il senatore Federico Fornaro, primo firmatario del ddl e membro della Commissione di Vigilanza Rai.

Insieme ad altri undici colleghi – ha detto Fornaro – abbiamo depositato un disegno di legge sulla governance della Rai per introdurre nell’azienda il sistema duale (Consiglio di sorveglianza e Consiglio di gestione), superando l’attuale consiglio d’amministrazione nominato ai sensi della legge Gasparri del 2004″.

Il ddl è stato sottoscritto anche dai senatori Martini, Gotor, Chiti, D’adda, Gatti, Guerra, Lai, Lo Moro, Manassero, Migliavacca e Pegorer.

“Il modello duale – spiega Fornaro – sarebbe ottimale per la Rai, poiché garantirebbe una gestione ‘snella’ dell’azienda affidata al Consiglio di gestione composto da un presidente con i poteri dell’amministratore delegato e da altri due consiglieri e nello stesso tempo un controllo effettivo ed efficace del rispetto degli indirizzi strategici ad opera del consiglio di Sorveglianza”.

“La Rai – prosegue – ha infatti la necessità di continuare a svolgere il suo tradizionale compito di servizio pubblico, in un contesto, però, reso sempre più competitivo dal rapido evolversi delle tecnologie di trasmissione e di telecomunicazioni nel loro complesso. Di qui, l’esigenza di una forte ‘presa gestionale’ sul business con la conseguente necessità di aumentare la rapidità di risposte alle iniziative dei concorrenti e il progressivo posizionamento di media company nella dimensione europea che deve, però, trovare un adeguato bilanciamento in termini di controllo strategico e dell’attività più propriamente imprenditoriale, oltre al rispetto del principio democratico del pluralismo dell’informazione radiotelevisiva pubblica”.

“Con l’adozione del modello duale, infine – conclude Fornaro – sarebbe possibile, inoltre, meglio definire i poteri di nomina e conseguentemente i ruoli tra il Parlamento e il Governo, nella sua funzione di azionista della Rai, attuando anche in questa chiave un corretta distinzione tra il potere di indirizzo strategico e quello più propriamente operativo-gestionale”.

 

Il Premier Renzi ha anticipato nelle scorse settimane alcuni degli elementi essenziali ella riforma Rai, aprendo uno scontro sulle annunciate modalità di nomina dei membri del Cda della Tv pubblica e sul futuro ruolo della Vigilanza.

Divisioni che pare siano emerse anche all’interno del Pd quando si è tenuto l’incontro al Largo del Nazareno per discutere della riforma. Il partito sembra infatti diviso tra due modelli di governance per la Rai e il ddl annunciato oggi dai senatori democratici conferma questa ipotesi.

Dopo l’ennesimo slittamento del CDM, si attende a giorni di poter leggere nero su bianco la proposta di Renzi che poi passerà al Parlamento.

Al momento poche cose certe. Il premier punta alla trasformazione della Rai in una media company con un Cda snello e un amministratore forte.

Il premier ha però già lasciato intendere che il modello che seguirà per cambiare la governance della Tv pubblica non sarà quello duale, sebbene abbia parlato di nomina in Cda Rai di un rappresentante dei dipendenti che è tipico dei sistemi duali, ma uno più ordinario che prevede la trasformazione della Rai in una SPA, la figura di un amministratore con maggiori poteri rispetto all’attuale direttore generale e un Cda più snello con riduzione dei componenti da nove a cinque, massimo sette.