Finestra sul mondo

Riforma fiscale USA, Negoziati Brexit, La Corsica chiede più autonomia alla Francia, Merkel

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Usa, come navigare le nuove norme in campo fiscale

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – L’armonizzazione dei due provvedimenti fiscali passati alla Camera e al Senato statunitensi deve ancora compiersi, ma il quotidiano “Wall Street Journal” suggerisce ai contribuenti di cominciare a documentarsi per non essere colti impreparati alla data dell’entrata in vigore, il prossimo primo gennaio 2018. La minimum tax per le persone fisiche e’ destinata ad assicurare che i super ricchi non possano eludere del tutto il sistema fiscale e dovrebbe fruttare circa 133 miliardi di dollari (112 miliardi di euro) in dieci anni. Vengono drasticamente ridotti gli oneri fiscali per le cosiddette societa’ pass-through, dove i profitti vengono passati al proprietario e assoggettati ad aliquote individuali. Questo reddito potra’ avvantaggiarsi di una deduzione del 23 per cento, anche superiore al 17,4 per cento originalmente proposto. Oltre il 70 per cento di chi si serve di societa’ pass-through non e’ rappresentato di piccoli imprenditori ma appartiene all’1 per cento piu’ abbiente della popolazione, spingendo i critici a denunciare un nuovo meccanismo di elusione fiscale. Quanto agli interessi sui mutui, il Senato mantiene la legge attuale, mentre la Camera non consente detrazioni per le seconde case. Le detrazioni per figli a carico differiscono notevolmente tra le due Camere che dovranno trovare una sostanziale sintesi. Le detrazioni per le spese mediche sono abolite del tutto dalla Camera, il Senato le mantiene al 7,5 per cento. Sul fronte istruzione, la Camera elimina diversi sussidi, mentre il Senato ne mantiene alcuni. Diversamente dal Senato, la Camera elimina la possibilita’ di dedurre gli assegni di mantenimento. Infine, in ambito sanitario, il Senato mantiene l’obbligo, pena sanzioni amministrative, di stipulare una polizza sanitaria, per la Camera questa disposizione e’ abrogata.

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Usa, la Corte suprema da’ via libera a piena applicazione del terzo “travel ban” del presidente Trump

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – La Corte suprema degli Stati Uniti ha accolto la richiesta della piena applicazione del terzo divieto di ingresso (travel ban) negli Stati Uniti ordinato dal presidente statunitense Donald Trump. Corti di rango inferiore avevano in parte bloccato il travel ban. Lo riferisce il quotidiano “Washington Post”. I giudici costituzionali, Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor, hanno approvato la richiesta dei legali del presidente di togliere le restrizioni stabilite da Corti inferiori. La Corte suprema non ha presentato al momento una motivazione per la sua decisione, chiede, invece, che le restrizioni vengano rimosse velocemente. Sono otto i paesi interessati dal terzo divieto ordinato dalla Casa Bianca che impedisce l’ingresso negli Usa a cittadini provenienti da Siria, Libia, Iran, Yemen, Chad, Somalia, Corea del Nord e Venezuela. Il primi sei paesi sono a maggioranza musulmana. Le decisioni della Corte suprema, fa notare il quotidiano, non possono entrare nel merito delle sentenze emesse da Corti di rango inferiore e presumibilmente la battaglia legale andra’ avanti.

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Catalogna, la campagna elettorale inizia senza i candidati indipendentisti

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – Gli ex consiglieri catalani Merixtell Borras e Dolors Bassa hanno lasciato la prigione di Alcala’ Meco nel primo pomeriggio di ieri. Qualche ora piu’ tardi anche Josep Rull, Jordi Turull, Raul Romeva e Carles Mundo hanno lasciato il carcere di Estremera diretti verso le proprie abitazioni. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “La Vanguardia” che sottolinea, come tutti gli altri principali quotidiani del panorama mediatico spagnolo, come la campagna elettorale per il 21 dicembre sia iniziata senza i leader indipendentisti di Junts per Catalunya e della Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc), agli arresti o in esilio nel Belgio. Il giudice della Corte Suprema Pablo Llarena ha infatti deciso di mantenere la misura della detenzione preventiva per Oriol Junqueras, per Joaquim Forn, per Jordi Sanchez e per Jordi Cuixart. Questa decisione, oltre a rappresentare un duro colpo per le famiglie dei politici, segna in modo significativo la strategia politica del movimento indipendentista nel breve e medio termine. “Junqueras e’ ancora in prigione perche’ hanno paura di lui, perche’ sanno che e’ il miglior candidato e perche’ solo l’Erc puo’ vincere queste elezioni contro la demagogia di Ine’s Arrimadas e Albert Rivera “, ha dichiarato Marta Rovira, esponente di spicco dell’Erc. L’unica alternativa al carcere suggerita dal giudice Llarena sarebbe quella di lasciare la vita politica e non tentare di porsi alla guida di movimenti che puntino a creare unilateralmente una Repubblica catalana autonoma. Secondo Llarena gli imputati potrebbero proseguire attivita’ politiche sovversive una volta scarcerati: “Il pericolo non scompare con la dichiarazione formale di abbandono della strategia di azione, ma e’ necessario evitare la possibilita’ di nuovi attacchi e confermare che il cambiamento di volonta’ sia vero e reale “, ha concluso il giudice.

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La sterlina sulle montagne russe nella drammatica giornata di negoziati sulla Brexit

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – La sterlina inglese ieri lunedi’ 4 dicembre ha vissuto nei mercati una giornata drammatica, sospinta su e giu’ sulle montagne russe dai colpi di scena che si sono susseguiti nel cruciale negoziato sulla Brexit tra la premier britannica Theresa May e l’Unione Europea: lo scrive il quotidiano “The Financial Times” riferendo delle vertiginose fluttuazione subite dalla valuta britannica. Ieri mattina la sterlina aveva aperto con un forte rialzo nei confronti del dollaro Usa (da 1,3420 a 1, 3539), reagendo alle notizie secondo cui la May aveva preparato un piano da presentare all’incontro a Bruxelles con il presidente della Commissione europea, Claude Juncker: un pacchetto che nelle intenzioni avrebbe dovuto superare tutti gli ostacoli frapposti ad un accordo per l’avvio dei negoziati sui futuri rapporti tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea dopo il divorzio. Funzionari Ue avevano anticipato alla stampa britannica che il piano della May conteneva positive soluzione sia per l’ammontare del “conto della Brexit” che il Regno Unito dovra’ pagare, sia sulla questione dei diritti dei cittadini Ue che vivono e lavorano in Gran Bretagna; e che risolveva persino il problema del futuro status della frontiera tra la Repubblica d’Irlanda (paese membro dell’Ue) e l’Irlanda del Nord (l’Ulster, che invece fa parte del Regno Unito). Proprio quest’ultimo nodo invece era stato tutt’altro che sciolto: il pranzo di lavoro di lavoro della May con Juncker e’ stato interrotto da Arlene Foster, la leader del Partito democratico unionista (Dup, che rappresenta i protestanti dell’Ulster ed i cui voti al Parlamento britannico sono essenziali per la sopravvivenza dell’esecutivo conservatore), che ha posto il veto all’accordo. Come conseguenza, la sterlina e’ crollata fino a 1,3416 nei confronti del dollaro. “I mercati vogliono solo buone notizie sulla Brexit”, ha spiegato al “Financial Times” l’analista strategico Simon Derrick della banca d’affari globale BNY Mellon; ma la proposta della premier May per la futura frontiera inter-irlandese e’ “incoerente”. L’idea infatti che l’Irlanda del Nord (che al referendum del 2016 ha votato massicciamente a favre dell Brexit) potrebbe rimanere comunque nel mercato comune e nell’unione doganale europea, apre uno scenario in cui anche la Scozia e la regione di Londra (le quali invece al referendum avevano votato a maggioranza contro la Brexit) potebbero chiedere lo stesso speciale trattamento: una prospettiva evidentemente esiziale per il Regno Unito e per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. I mercati ora restano in attesa: l’incontro di ieri con Juncker era solo un ultimatum “morbido” per la premier May, ha spiegato al “Financial Times” Marc Chandler della societa’ d’investimento Brown Brothers Harriman: sara’ infatti il cruciale vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue in programma a Bruxelles per il 15-16 di dicembre a decidere se dare “luce verde” all’avvio della cosiddetta “fase di transizione”. “Ma servira’ uno sforzo erculeo”, ha avvertito Chandler, perche’ la May ottenga di poter avviare le trattative sul futuro trattato commericale con l’Ue che sta tanto a cuore all’industria ed alla finanza della Gran Bretagna.

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Brexit, la May lotta per salvare l’accordo con l’Ue dopo il veto degli Unionisti dell’Ulster

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – La premier britannica Theresa May e’ stata avvertita: ha quattro giorni di tempo per salvare l’accordo con l’Ue sulla Brexit; lo scrive il quotidiano inglese “The Times” dopo che il Partito democratico unionista (Dup, che rappresenta i protestanti dell’Ulster, o Irlanda del Nord che fa parte del Regno Unito) ha posto il veto ieri alla proposta elaborata dal governo di Londra e da quello della Repubblica d’Irlanda sul futuro status della frontiera inter-irlandese nel post Brexit. La premier ha gia’ annunciato che entro la giornata di oggi, martedi’ 5 novembre, cerchera’ di convincere Arlene Foster, la leader del Dup i cui voti sono essenziali al Parlamento di Westminister per la sopravvivenza dell’esecutivo conservatore. Il piano sottoposto ieri dalla May al presidente della Commissione europea Claude Juncker nel pranzo di lavoro a Bruxelles prevedeva che anche dopo la Brexit l’Irlanda del Nord rimarrebbe comunque nel mercato comune e nell’unione doganale europea: avrebbe insomma uno status “separato” dal resto del Regno Unito, una concessione fatta da Londra per garantire comunque che la frontiera inter-irlandese resti “aperta”. La Repubblica d’Irlanda lo aveva chiesto come condizione per consentire al complesso negoziato sulla Brexit di andare avanti e di passare alla seconda fase dei dettagli del futuro trattato commerciale con l’Ue, che sta tanto a cuore all’industria ed alla finanza della Gran Bretagna; ma per gli Unionisti e’ un compromesso inaccettabile, visto che l’Ulster nel referendum del 2016 ha votato a grande maggioranza a favore del divorzio del Regno Unito dall’Unione Europea. All’ufficio del primo ministro al No. 10 di Downing Street, scrive il “Times”, restano ottimisti sul fatto che l’ostacolo possa essere superato; ma i diplomatici e gli esponenti europei sentiti dal quotidiano inglese sono invece piuttosto pessimisti: a loro parere infatti la premier May non ha la forza e l’autorita’ per sottrarsi ai veti incrociati degli Unionisti di Belfast e del governo di Dublino. “Questo scenario e’ cio’ che per mesi abbiamo temuto accadesse”, ha detto al “Times” un funzionario di Bruxelles. Il tempo per la May sta scadendo: se non ci sara’ alcun accordo entro venerdi’ prossimo 8 dicembre, sara’ impossibile che il cruciale vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue in programma a Bruxelles per meta’ mese possa dare “luce verde” all’avvio della cosiddetta “fase di transizione”; le trattative sui rapporti post-Brexit con l’Unione Europea sarebbero quindi rinviate al prossimo anno, con conseguenze nefaste per l’economia britannica che sta gia’ pagando l’incertezza sul futuro.

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Colombia, capo negoziatore della pace con Eln rinuncia all’incarico

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – Il capo negoziatore del governo colombiano per il dialogo con l’Esercito nazionale di liberazione (Eln), Juan Camilo Restrepo, ha chiesto al presidente Juan Manuel Santos di essere rimosso dall’incarico. “Per quanto mi riguarda, il mio periodo alla guida della squadra negoziale con l’Eln si sta chiudendo”, ha detto Restrepo intervistato da “Caracol Radio”. La rinuncia, ha spiegato, si deve alla nomina a presidente del Tribunale internazionale arbitrale della International chambers of commerce (Icc) con sede a Parigi. Il tribunale avra’ un aumento “importante” delle attivita’ nel primo trimestre del prossimo anno, ha sottolineato Restrepo evocando anche un’altra “serie di impegni e responsabilita’ di carattere personale”. La decisione, ha detto il capo negoziatore, e’ da tempo nota al capo di stato: “Tutto questo lo abbiamo discusso con il presidente della Repubblica, con cui ho parlato e a cui ho richiesto di liberarmi dalle responsabilita’ come capo negoziatore”, a partire dal 1 gennaio del 2018. Ad oggi, segnala il quotidiano “El Tiempo”, il capo di Stato non ha rilasciato nessun comunicato sulla rinuncia di Restrepo o sul nome in grado di portare avanti le trattative con la formazione guerrigliera al momento piu’ potente della Colombia. Restrepo, avvocato e piu’ volte ministro nei governi colombiani, ha poi aggiunto il nuovo capo delegazione entrera’ in carica al prossimo ciclo di negoziati – il 9 gennaio – perche’ “non ci siano problemi di continuita’”. Da sabato 2 dicembre alla nuova apertura dei colloqui, ha ricordato Restrepo chiudendo il 30 novembre il quarto ciclo di colloqui, e’ al lavoro una commissione transitoria.

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Francia, le elezioni europee 2019 saranno un test per il presidente Macron

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – Le prossime elezioni europee saranno un test decisivo per il presidente francese Emmanuel Macron. Lo afferma “Le Monde”, sottolineando la volonta’ da parte del governo di voler modificare le modalita’ di voto. L’intenzione di Macron e’ quella di rendere le prossime votazioni un “appuntamento importante” visto che arriveranno a due anni dalla sua elezione. Il presidente difendera’ quel concetto di Europa che ha sempre promosso utilizzandolo come arma politica contro i suoi detrattori. Secondo il quotidiano, il rischio e’ che La Re’publique en marche s potrebbe ritrovare “sola contro tutti” in questa lotta, con la destra e la sinistra pronte a tutto pur di frenare l’avanzata del partito di maggioranza. D’altro canto, la strategia di puntare tutto su una lista unica e nazionale permetterebbe di riunire tutti i sostenitori dell’Unione europea indipendentemente dal loro credo politico, obbligando gli euroscettici ad assumere una posizione “difensiva”. Per riuscire a convincere, Macron dovra’ mostrare al suo elettorato la reale efficacia di una “dinamica europea”. Impresa difficile secondo il quotidiano, che cita l’impasse politica in Germania come esempio principale dei problemi che sta vivendo Bruxelles.

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Francia, i nazionalisti richiedono maggiore autonomia per la Corsica

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – Dopo la vittoria al primo turno delle elezioni territoriali, i nazionalisti corsi reclamano “una vera autonomia”. Lo spiega “Les Echos”, sottolineando che e’ stata presentata una domanda in merito all’apertura di negoziazioni con il governo. Parigi si e’ mostrata disponibile ad intavolare delle discussioni. La nuova collettivita’ territoriale della Corsica, che entrera’ in funzione il 1 gennaio, “guadagnera’ in efficacia ma non in potere”. Il modello ideale sarebbe quello della vicina Sardegna, che “dispone di un potere legislativo e regolamentare e di vere assemblee permanenti”. Il governo francese sembra essere pronto a fare delle concessioni. Secondo “Liberation” l’ipotesi di un “fronte repubblicano” al secondo turno resta debole, visti i risultati poco convincenti avuti dalle altre liste. Mentre la destra si e’ lacerata in una “guerra fratricida”, la sinistra e’ scomparsa dai radar e il partito del presidente Macron, La Re’publique en marche, non ha saputo cavalcare il suo momento positivo. Questa situazione ha aperto “una strada” ai movimenti nazionalisti, che ormai reclamano una serie di rivendicazioni, come il riconoscimento della lingua, inserimento della Corsica nella Costituzione e un trasferimento di competenze fiscali.

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Germania, il candidato preferito di Merkel per l’Eurogruppo

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – Il futuro capo dell’Eurogruppo a Bruxelles non ha visto alcun candidato tedesco in lizza. Il presidente uscente Jeoren Dijsselbloem e’ diventato uno degli attori chiave del dibattito sull’euro negli ultimi anni. Non c’e’ da stupirsi, quindi, che il governo federale abbia gia’ deciso internamente un candidato favorito: Angela Merkel, secondo informazioni di “Der Spiegel”, ha sostenuto il ministro delle Finanze portoghese Mario Centeno. Il portavoce del governo, Steffen Seibert, voleva che la preferenza di Berlino per Centeno non fosse ancora confermata: “Il processo non e’ deciso ed e’ ancora completamente aperto”, si leggeva in un documento del dipartimento di Stato. Anche Centeno appartiene alla famiglia europea dei socialisti, come Dijsselbloem. Mercoledi’ la Commissione intende presentare le sue proposte per approfondire l’Unione economica e monetaria. Una delle idee sara’ quella di rendere il Fondo europeo di salvataggio un’organizzazione comunitaria, un progetto che superi la resistenza della maggior parte dei Paesi della zona euro. A suo favore si sono gia’ detti il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e il nuovo presidente francese Emmanuel Macron.

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Germania, Merkel potrebbe davvero essere un cancelliere di minoranza?

05 dic 11:08 – (Agenzia Nova) – Durante il popolare show televisivo “Anne Will”, andato in onda domenica sera sulla rete televisiva tedesca “Ard”, si e’ discusso del ruolo della Germania e della leadership del cancelliere uscente, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu). A favore della Merkel si sono schierate il ministro della Difesa, Ursula von der Layen (Cdu) e la cristiano democratica lussemburghese Viviane Reding, che ha definito Merkel “affidabile”, sottolineando questa qualita’ ai fini della stabilita’ politica europea. Di parere contrario s’e’ detto il vicedirettore di “Die Zeit” Bernd Ulrich, secondo il quale l’era della Merkel sarebbe ormai giunta al termine. Anche per il politologo Wolfgang Merkel, l’attuale cancelliere non ha “una piattaforma concreta per la formazione di un governo”. Inoltre Merkel non avrebbe piu’ l’assertivita’ necessaria per imporre un successore al suo partito (e alla Csu). Il socialdemocratico Carsten Schneider (Spd) ritiene che non avrebbe senso un governo di minoranza sostenuto dai socialdemocratici. Se dovesse fallire il tentativo di formare un nuovo governo di coalizione sarebbe un’altra sconfitta per il cancelliere, e sarebbe chiaro che la sua leadership politica e’ giunta al termine.

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